Le ipotesi allo studio

Scuola, dai vaccini ai tamponi come sarà il rientro dopo Pasqua

Si sta valutando la praticabilità di una vasta operazione di screening ai fini della sicurezza di studenti, docenti e personale

La scuola crede nella ripartenza dopo il 6 aprile

4' di lettura

Tamponi periodici a studenti e professori per monitorare l’andamento dei contagi nelle scuole. È la proposta lanciata dal ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi che il Commissario per l’Emergenza Covid, Francesco Figliuolo sta valutando. La scuola è pronta a ripartire. Come confermato dal premier Mario Draghi, gli istituti riapriranno dopo Pasqua anche in zona rossa con il ritorno in classe degli alunni fino alla prima media (nelle zone arancioni, a meno di provvedimenti regionali più restrittivi, la presenza è prevista fino alla terza media al 100% e almeno al 50% alla superiori). E i test potrebbero rappresentare un ulteriore passo, oltre alla vaccinazione del personale scolastico (siamo a 880mila somministrazioni) per rendere più sicuro, e costantemente monitorato, l’esercito di alunni e docenti. Anche se il premier Mario Draghi ha frenato rispetto all'ipotesi di tamponi rapidi a tappeto per gli studenti. «In alcuni casi - ha detto - sarà possibile effettuare il test ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo».

Una misura di controllo dell’epidemia

La decisione verrà presa nei prossimi giorni e in effetti non mancano dubbi sulla possibilità di realizzare un’operazione tanto complessa. I test agli studenti non sarebbero vincolanti per la riapertura delle scuole dopo Pasqua, piuttosto sarebbero una misura per monitorare la situazione, uno screening ai fini della sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico. Dei test, che per gli alunni più piccoli dovrebbero essere quelli salivari perchè meno invasivi, dovrebbero occuparsi le Asl con medici e infermieri da mandare nelle scuole ma potrebbero scendere in campo anche i volontari della Protezione civile. L’ipotesi di lavoro punterebbe a ripetere il monitoraggio settimanalmente e laddove fossero accertati casi di positività al coronavirus si dovrebbe procedere a sottoporre tutta la classe a tampone molecolare.

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Miozzo: mai pensato a 8 milioni di tamponi tutti i lunedì

«Non mi è mai passata per l’anticamera del cervello l'idea di far fare otto milioni di test (ossia a tutta la popolazione studentesca italiana, ndr) tutti i lunedì mattina perché è surreale e improbabile» tiene a dire Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts e ora consulente del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in un’intervista a “Radio Anch'Io”. «Il piano Miozzo è una bellissima invenzione, io ho semplicemente raccontato al ministro Bianchi l’esperimento della Provincia Autonoma di Bolzano che prevede esattamente questa cosa qua. Gli inglesi su raccomandazione di una rivista scientifica, che è Lancet, danno delle indicazioni di questo tipo, detto ciò si deve poi declinare sulla capacità che abbiamo di poter fare queste cose, il che non può essere il tampone tutti i lunedì».

Il cosiddetto “piano Miozzo”, viene precisato, «significa semplicemente studiare delle ipotesi, l'obiettivo è quello che ha rappresentato il presidente Draghi, cioè quello di cercare di riaprire - sottolinea - Poi se si può riaprire, campionando in zone particolarmente a rischio, questo si tratta di studiarlo. Il commissario Figliuolo è assolutamente disponibile a studiare ipotesi che vadano in questo senso, certamente non siamo matti abbastanza per immaginare una cosa del genere, pensi che “Lancet” propone due test a settimana».

Personale scolastico, i vaccinati oltre la metà

Insomma si lavora ad una possibile riapertura della scuola dopo Pasqua con le lezioni in presenza, anche in fascia rossa, per materne, elementari e prima media, ma garantendo misure di screening e sicurezza. Ieri il ministro Bianchi, dopo aver ribadito che è volontà decisa del governo il rientro in classe quanto prima, aveva comunicato che «oltre la metà del personale scolastico è stato vaccinato. È costante il monitoraggio della situazione relativa ai contagi e alla diffusione delle varianti del Covid-19 nelle scuole anche per potenziare il piano vaccinale in tutte le realtà territoriali». E sempre sul tema sicurezza Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione, ha annunciato che dei 300 milioni di euro previsti dal Dl Sostegno a favore della scuola, «150 sono destinati, per la prima volta, alla salubrità dell’aria all’interno degli istituti: si parla di depuratori e impianti di ventilazione meccanica».

Nel Lazio riapertura martedì

La riapertura delle scuole nel Lazio, in arancione dal prossimo martedì, riguarderà solo i giorni del 30 e 31 marzo (prima dell'inizio delle vacanze pasquali). E riguarderà tutte le scuole fino alle medie. Prevista invece la didattica a distanza al 100% nelle superiori. Come comunicato dall’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino, a partire da lunedì 29 marzo e per tutto il mese di aprile, il Lazio consentirà agli studenti di effettuare i tamponi senza ricetta medica negli hub regionali. Il Trentino invece ha deciso di giocare di anticipo. E da lunedì 29 marzo riaprirà le scuole fino alle elementari anche se in zona rossa. Lo ha annunciato il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti in conferenza stampa, precisando che le aperture riguarderanno i nidi, le materne e le elementare per le giornate di lunedì, martedì e mercoledì prima della chiusura per Pasqua. In Basilicata - zona arancione - le scuole continueranno invece a restare chiuse fino al 6 aprile. «Per quella data - ha aggiunto il governatore Vito Bardi - tutti gli insegnanti lucani saranno vaccinati e quindi potremo riaprire tutte le classi in sicurezza».

Mobilitazioni di Cobas e No-Dad

Intanto però Cobas e No-Dad scendono in piazza Montecitorio, con un presidio statico, per chiedere «di garantire la riapertura della scuola in presenza per ogni ordine e grado e in ogni regione, non oltre il 7 aprile». Tra le richieste, anche che «la quota parte del Recovery Fund destinata alla scuola sia impiegata per il rilancio della scuola pubblica, attraverso interventi urgenti come la riduzione del numero di alunni per classe (fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive), l’assunzione di docenti e Ata, la stabilizzazione dei precari e l’adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi».

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