Tim, arriva un doppio decreto per società della rete
Via libera del Cdm a un Dpcm per l’ingresso del Tesoro nell’azionariato e a un decreto per le risorse da destinare all’operazione
di Redazione Finanza
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I punti chiave
2' di lettura
Doppia mossa del Governo su Tim. Il Consiglio dei ministri ha approvato infatti un Dpcm che autorizza il Tesoro a entrare nella Netco, la società della rete, con una quota di minoranza, e un decreto legge per assicurare la copertura finanziaria dell’operazione. I provvedimenti di oggi seguono il memorandum d’intesa firmato il 10 agosto tra il ministero dell’Economia e il fondo americano Kkr per rilevare fino al 20% della società della rete fissa NetCo.
«Dopo aver trovato una soluzione seria per Ita con un accordo con Lufthansa, Commissione Ue permettendo, e che a volte solleva problemi che difficilmente capiamo, ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni». Lo ha detto in Consiglio dei ministri la premier Giorgia Meloni parlando del Dpcm su Tim: «La direzione intrapresa dal Governo è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro».
In Borsa oggi Telecom Italia, in attesa del Consiglio dei ministri, ha registrato un exploit, guadagnando il 3,35 per cento.
Le risorse
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa seguita al consiglio dei ministri, ha precisato i contorni della manovra: «Il decreto autorizza a partecipare all’acquisizione fino ad un massimo del 20% della netco di Tim insieme al fondo Kkr ed eventualmente ad altri soggetti nazionali. La partecipazione sarà di minoranza, fino ad un massimo di 2,2 miliardi di euro ma è finalizzata all’utilizzo dei poteri speciali e incidere su questioni sicurezza su infrastruttura decisiva per il futuro del Paese».
Il ministro ha poi precisato che un ruolo di Cdp nel riassetto della rete di Tim «è possibile tenendo conto dei vincoli dell’Antitrust».
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