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Tim, scivolone in Borsa dopo le nuove offerte per la rete da Kkr e Cdp-Macquarie

Offerta da 19,3 miliardi da parte della cordata Cdp-Macquarie e da 19 miliardi più 2 di earn out da parte di Kkr

di Andrea Biondi

Aggiornato il 19 aprile 2023

Tim, pronti i rilanci per la rete col no di Vivendi

2' di lettura

Tim scivola in Borsa all’indomani delle nuove offerte per la rete da parte di Kkr e Cdp. Il titolo Telecom Italia è così sceso già nella prima parte della seduta sotto i 30 centesimi. Evidentemente il mercato non le ritiene così migliorative da poter essere accettate dal socio di maggioranza Vivendi o comunque anche dallo stesso cda Tim che si troverà a dover decidere nella riunione del board fissata per il 4 maggio. Restano quindi i dubbi che il dossier possa rimanere in stallo.

I primi a dare comunicazione, ieri 18 aprile 2023, sono stati i componenti della cordata Cdp-Macquarie. In particolare da Cassa Depositi e Prestiti è arrivata la nota che ha confermato il via libera da parte del board alla nuova offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, congiuntamente a Macquarie Asset Management, migliorativa rispetto a quella presentata lo scorso 5 marzo, per l'acquisto della costituenda NetCo che ricomprenderà la rete infrastrutturale di Tim e la partecipazione in Sparkle.

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Il termine di validità dell'offerta, precisa la nota, è fissato al prossimo 31 maggio.

Anche il fondo statunitense Kkr ha presentato un’offerta migliorativa per la rete di Tim e Sparkle per chiudere, come previsto, entro ieri 18 aprile la fase dei rilanci prima di passare all’esame del Cda previsto per il 4 maggio.

Nel frattempo la settimana di Tim sarà puntellata di un altro appuntamento clou: l’assemblea dei soci di giovedì 20 aprile in cui, fra i vari punti, sarà sottoposta al vaglio anche la politica di remunerazione, con stipendi e bonus per il management, incluso l’ad Pietro Labriola, sulla quale Vivendi ha pubblicamente espresso le sue critiche e annunciato voto contrario.

Il che si traduce in un passaggio nient’affatto banale, soprattutto se da qui al 4 maggio il consiglio d’amministrazione di Tim dovesse giudicare insoddisfacenti le offerte allineandosi, in questo caso, alla valutazione del primo socio Vivendi che già dall’estate aveva indicato in 31 miliardi di euro il floor per qualsiasi discussione (con possibilità, secondo i rumors, di scendere non al di sotto dei 26 miliardi).

Per quanto riguarda la proposta di Cdp, che possiede il 9,8% di Tim, inizialmente erano stati offerti circa 18 miliardi di euro incluso il debito, per la società che intende combinare con Open Fiber. L’offerta, secondo indiscrezioni, si attesterebbe su un valore di 19,3 miliardi. Per quanto riguarda l’offerta di Kkr si attesterebbe su 19 miliardi più 2 di earn out in caso di fusione fra le reti di Tim e di Open Fiber. Per quanto riguarda l’offerta di Cdp-Macquarie la cordata punta a far valere la maggiore componente, fra cassa e debito, che sarebbe fornita a Tim in chiave di riduzione dell’indebitamento: nella nuova proposta sarebbe salita da 15,4 a 16,7 miliardi di euro. Quanto a Kkr l’incremento rispetto alla proposta precedente sarebbe sostanzialmente di 1 miliardo.

In mattinata sul tema Tim è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione, Alessio Butti. «Dobbiamo aspettare. Abbiamo aspettato fino adesso. È evidente. C'è un'operazione in corso, faremo delle verifiche e poi vedremo» ha detto Butti rispondendo a margine di un convegno.


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