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Il fondo Macquarie, azionista con Cdp di Open Fiber, sta lavorando a un piano che prevede lo spacchettamento di Open Fiber, con l’acquisizione delle aree nere, quelle di maggior valore, da parte degli australiani mentre le aree bianche e grigie resterebbero in capo a Cdp.
Il piano, anticipato da Il Sole 24 Ore e confermato da fonti finanziarie, permetterebbe a Cdp di giocare a mani libere la partita sulla rete di Tim, non avendo vincoli finanziari legati alla presenza del fondo australiano, potendo inoltre contare su una dote finanziaria ulteriore derivante dal ’divorzio’.
Inoltre, verrebbero rimosse le tematiche antitrust legate al fatto che Cdp e Macquarie sarebbero azionisti di entrambe le reti, non avendo rilevanza il fatto che Cdp sia proprietaria delle aree grigie e bianche: le prime sono quelle in cui non è previsto che nel giro di un triennio che ci sia più di un operatore di rete, le seconde, invece, sono quelle in cui non è presente alcun operatore e nessuno ha mostrato interesse ad investire.
Gli australiani, che devono ancora trovare la quadra con Cdp, avrebbero già avuto contatti con il Mise e il Mef per illustrare il loro piano. Se il progetto dovesse avere successo non è escluso che Cdp, autonoma nelle valutazioni finanziarie e senza vincoli regolamentari, e Kkr possano unire le forze per rilevare la rete di Tim.
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