Tim, Merlyn dichiara lo 0,0056%: Cda e Mef avanti sull’offerta Kkr
Il fondo inglese ribadisce: più dossier titoli, per quota del capitale inferiore al 3%
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Il fondo Merlyn di Alessandro Barnaba, che con l’ex capo della rete Telecom Stefano Siragusa ha messo a punto un piano per Tim opposto a quello che sta esaminando il consiglio in queste ore, ha comunicato alla società il possesso di un pacchetto di azioni pari allo 0,0056% del capitale ordinario, 235mila euro in controvalore alle quotazioni di Borsa attuali. La comunicazione è aggiornata al 2 novembre ed è stata consegnata ai consiglieri Tim prima dell’avvio del cda di ieri che aveva all’ordine del giorno l’informativa sull’offerta vincolante presentata dal fondo Kkr per la rete e l’offerta non ancora vincolante per Sparkle. È in risposta alle richieste Tim, del 28 e 31 ottobre, di «trasmettere con la necessaria sollecitudine la documentazione comprovante il possesso di azioni Telecom Italia ». Venerdì 27, quando era stato alzato il velo sul piano alternativo di Merlyn, era stato dichiarato un possesso inferiore alla soglia del 3%.
Le quote comunicate
Nella comunicazione a Tim, in particolare, si precisa che la partecipazione «comprende, unitamente ad altri pacchetti azionari detenuti in proprio o per delega, da Merlyn Partners SCSp, n. 200mila azioni ordinarie di Tim , di proprietà di Merlyn Advisors Ltd, come attestato dalla certificazione di Interactive Brokers (Uk)», pari allo 0,0013% del capitale ordinario di Telecom, 52mila euro in controvalore. Si aggiunge che «tale partecipazione in Tim (relativa alle dichiarazioni del 27 ottobre, ndr) comprende altresì le 703.280 azioni ordinarie di Tim di proprietà dell’Ing. Stefano Siragusa, a lui assegnate dalla stessa Tim e detenute sul conto titoli aperto a nome dell’ingegner Siragusa presso la stessa Tim». Questo pacchetto corrisponde allo 0,00458% del capitale ordinario, per un controvalore di quasi 183mila euro.
Ieri, con un comunicato diffuso da Londra, a Merlyn si sono detti «sorpresi da ricostruzione fuorviante», precisando che «Merlyn ha ribadito a Tim di avere più dossier titoli, per una quota del capitale inferiore al 3%», e che «parimenti è stata data disclosure di un solo dossier titoli per dimostrare correttamente il suo essere azionista». Si aggiunge che «lo stesso ha fatto RN Capital che ha dichiarato un dossier titoli di Stefano Siragusa». Il fondo dichiara infine che «la somma di tutti i suoi dossier portano a una quota inferiore al 3%», e che «non è compito della società verificare le quote, ma ascoltare gli azionisti».
La Consob sul dossier
La Consob ieri non è intervenuta, anche perchè in questo caso l’accertamento azionario spetta a Tim e comunque nessuno dei consiglieri ieri avrebbe chiesto di parlare del piano Merlyn, stante che il cda, prolungatosi fino alla tarda serata sugli aspetti finanziari dell’operazione di scorporo della rete, dovrà probabilmente riaggiornarsi a oggi per esaminare le problematiche legali dell’offerta Kkr (vincolante per la rete fino all’8 novembre), con i giuristi cui sono stati chiesti pareri.
Da parte sua il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha appreso solo ieri dalle agenzie di stampa di una lettera di Barnaba a lui indirizzata dove gli si chiede un incontro per illustrare il piano che prevede non la cessione della rete, bensì di altre attività di Tim come il Brasile e l’area consumer. Ma il Governo si era già espresso sabato scorso ribadendo di aver già preso altre decisioni, che contemplano la partecipazione del Mef alla Netco della rete (20% per 2,2 miliardi), se l’offerta di Kkr andrà avanti, come si augura l’Esecutivo secondo un take dell’agenzia Bloomberg di ieri sera: le delibere del cda a riguardo sono attese domani.
Le valutazioni sulle parti correlate
In mattinata si è riunito anche il collegio sindacale che, per vagliare la posizione del Mef, si è avvalso del parere di Roberto Sacchi, che ha argomentato come Cdp sia parte correlata, ma non invece il Mef. Alla successiva riunione del cda era assente solo Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp, in conflitto in quanto azionista al 60% di Open Fiber. L’offerta per la rete di Kkr, da 23 miliardi (inclusi earnout, esclusa Sparkle), per i 10,5 miliardi di debito si avvale della garanzia di un pool di banche con UniCredit, Mediobanca, Bper, Paribas, JP Morgan, Citi e Crédit Agricole.
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