Tim parte male e poi recupera. Focus sul cda del 4 maggio per offerte rete
A incoraggiare le vendite sono state le proposte migliorative per Netco presentate il 18 aprile sia da parte della cordata Cdp-Macquarie, sia da parte del fondo americano, Kkr. Da inizio anno +25% nonostante frenata 13% per dossier rete
di Eleonora Micheli
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Telecom Italia sotto la lente a Piazza Affari, con i titoli della compagnia telefonica che sono partiti in calo e poi hanno invertito la rotta, riconquistando la soglia di 0,27 euro, in un FTSE MIB in calo. Secondo i trader si tratta di un recupero, considerando che dal picco del 18 aprile sopra 0,31 euro, le azioni hanno lasciato sul parterre oltre il 13% del proprio valore. A incoraggiare le vendite sono state le offerte migliorative per Netco presentate il 18 aprile sia da parte della cordata Cdp-Macquarie, sia da parte del fondo americano, Kkr. Ad ogni modo da inizio anno le azioni di Tim guadagnano il 25%, nonostante la frenata registrata dal 18 aprile, in assenza della quale il guadagno sarebbe stato superiore al 47%.
Nel dettaglio Cdp, che possiede il 9,8% di Tim, insieme a Macquarie ha messo sul piatto, secondo indiscrezioni, 19,3 miliardi, contro l’iniziale indicazione di 18 miliardi. Per quanto riguarda l’offerta di Kkr si attesterebbe su 19 miliardi più 2 di earn out in caso di fusione fra le reti di Tim e di Open Fiber. In pratica il rialzo è stato di circa un miliardo. Il cda della compagnia telefonica si riunirà il 4 maggio per esaminare le proposte, ma intanto il socio Vivendi si è già espresso, ritenendo inadueguate le offerte, ancora troppo distanti dalla valutazione di circa 31 miliardi. Anche il mercato ha reagito male, mettendo anche in conto uno stallo sulla cessione di Netco, che invece, secondo gli esperti, sarebbe un pivot fondamentale per il gruppo. Come se non bastasse a incoraggiare ulteriormente le vendite sulle azioni di Tim delle ultime sedute sono state anche le notizie emerse a valle dell’assemblea dei soci che si è tenuta il 20 aprile. L’assise, in particolare, ha bocciato la remunerazione del management e anche la nomina del consigliere che avrebbe dovuto sostituire il dimissionario, Arnaud de Puyfontaine. Vivendi, inoltre, ha fatto trapelare dure critiche contro la gestione della società. Intanto dall'assemblea di Vivendi, il numero uno, Arnaud de Puyfontaine ha appena dichiarato: «quello che stiamo facendo con le istituzioni in Italia e altri stakeholder (di Telecom) è volto ad assicurare che il reale valore del gruppo e della sua rete sia riconosciuto».
Gli analisti di Oddo Securities hanno fatto alcune valutazioni su Netco, criticando la posizione di Vivendi che sta rispedendo al mittente le offerte presentate per Netco. Gli esperti ritengono infatti che «un'offerta che valuta un operatore di telecomunicazioni a 10-11 volte l'ebitda è interessante» e hanno anche aggiunto che imboccare la strada alternativa dello spin off non è detto che porti più soldi in cascina. «Calcoliamo che vendendo il 100% di NetCo, Telecom Italia otterrebbe un importo più o meno equivalente in entrambi i casi di circa 16,8-17,1 miliardi (poiché Kkr include probabilmente una valutazione più alta per FiberCop, ma ne possiede già il 38%). Ciò porterebbe il debito, esclusi i leasing, a circa 3 miliardi e il suo rapporto debito netto/ebitda attorno a 1,5 volte», hanno valutato gli esperti, considerando che dunque il valore delle azioni di Tim dovrebbe essere di 0,47 euro per azione, considerando un valore dell'asset a 19,3 miliardi, e a 0,55 euro per azione, se sul piatto saranno posti 21 miliardi.
Tra l'altro gli esperti sembrano ricordare a Vivendi che in qualsiasi momento può sempre entrare in gioco anche il Governo italiano. Invece se Vivendi accettasse le offerte sul tavolo potrebbe sperare anche «in un eventuale re-rating di Service Co (scenario di consolidamento)». Il gruppo francese, però, ritiene inadeguate le proposte, forse sperando in valutazioni di società di torri o infrastrutture che beneficino di altri fattori (visibilità più chiara con meno regolamentazione, sinergie che guidano il consolidamento). «Questa posizione mette chiaramente a rischio la cessione di NetCo nel contesto di un voto attraverso un'assemblea generale straordinaria», hanno spiegato gli esperti di Oddo, ricordando, tra l'altro, l'esito dell'ultima assemblea nel corso della quale l'astensione del gruppo francese ha in pratica provocato la bocciatura del piano compensi dei manager 2023-25 (46% di astenuti, 41% favorevoli, 13% contrari).
D'altra parte, a detta di Oddo, nel caso della cessione di Netco, il cda di Telecom Italia potrebbe anche accettare un'offerta che ha sul tavolo senza passare in assemblea. «Anche se questa probabilmente non è la linea d'azione preferita dal consiglio e dal management di Telecom Italia, è importante tenere presente la possibilità di pressioni politiche per forzare un accordo», hanno evidenziato gli esperti. Oddo, per altro, ricorda che potrebbe essere scelto anche un piano B per Netco, con il lancio di uno spinoff. «Per come la vediamo, separare le attività non consentirebbe a Vivendi di estrarre un valore maggiore, in quanto il livello di valutazione degli acquirenti è noto ai mercati che potrebbero persino applicare uno sconto, con il rischio che il tempo per un buyout possa essere stato superato», hanno concluso.
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