Tim scatta dopo conti sopra stime e piano ben accolto da analisti
Sembra avvicinarsi il momento decisivo per la partita sulla rete in attesa che sia formalizzata l'offerta di Cdp e Macquarie per Netco. Al momento sul tavolo del cda c'è la sola proposta di Kkr da 20 miliardi
di Stefania Arcudi
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Dopo un avvio timido, Telecom Italia ha rotto gli indugi e punta verso l'alto, portandosi in cima al FTSE MIB con un rialzo arrivato oltre il 2,5%. I conti 2022, le nuove guidance e il piano industriale 2023-2025 hanno nel complesso convinto gli analisti, mentre sembra avvicinarsi il momento decisivo per la partita sulla rete in attesa che sia formalizzata l'offerta di Cdp e Macquarie per Netco (al momento sul tavolo del cda di Tim rimane comunque la sola proposta di Kkr da 20 miliardi, con un earn out di 2 miliardi legati alla possibile unione con Open Fiber).
Ad ogni modo, l'andamento del titolo, arrivato a un massimo di 0,305 euro per azione, è orientato dai conti 2022 e dal piano industriale. Per quanto riguarda i conti, come ha fatto sapere la società, l'anno scorso si è chiuso «con risultati superiori alle guidance grazie a un ulteriore miglioramento dei trend operativi nel quarto trimestre». In particolare i ricavi da servizi si sono attestati su 14,6 miliardi, in crescita dell’1,3% rispetto alle guidance che indicavano «low single digit decrease». L'ebitda organico di gruppo è risultato pari a 6 miliardi, in calo del 6,7% rispetto a guidance che indicavano «high single digit decrease».
Inoltre, l'indebitamento finanziario netto after lease di gruppo è stato pari a 20 miliardi, stabile rispetto al 30 settembre e in crescita rispetto al 2021 «esclusivamente per le partite straordinarie». Guardando più avanti, il piano industriale prevede ricavi da servizi a livello di gruppo in crescita per tutti gli anni del piano low single digit e un ebitda organico a livello di gruppo è in crescita nel periodo di piano mid single digit. A partire dal 2023 il business domestico è previsto in crescita dopo sei anni. Quest'anno i ricavi da servizi sono previsti in crescita low single digit mentre a livello domestico sono attesi sostanzialmente stabili, l'ebitda organico è previsto in crescita mid single digit e gli investimenti sono previsti stabili a 4 miliardi annui, di cui 3,1 a livello domestico.
«Nel complesso, i target di piano puntano a una stabilizzazione dei ricavi e dell'Ebitda domestici nel 2023, guidati da Enterprise e dal contenimento di costi, e al proseguimento di una solida crescita del Brasile. Coerenti con le nostre attese anche i target triennali», spiegano gli analisti di Equita, sottolineando che «l'unico punto un po' deludente è la generazione di cassa cumulata, nonostante i benefici di cassa, probabilmente per oneri finanziari e circolante». In generale, il giudizio degli analisti è stato positivo: per Banca Akros «è benvenuta l'indicazione di una stabilizzazione dei trend nel 2023, anche se non è attesa una generazione di cassa nel medio termine». Commenti simili anche da Jefferies, che conferma il «buy» sul titolo, spiegando che «i dati del quarto trimestre sono sopra le stime» e le indicazioni sul mercato domestico «offrono segnali incoraggianti sulla riduzione dei costi, senza suggerire limitazioni competitive». Per Intermonte, «i risultati 2022 sono solidi e l'outlook 2023-2025 ragionevole», motivo per cui gli analisti restano «positivi sul titolo, grazie anche all'appeal speculativo che guadagna slancio su vari fronti», compreso quello del dossier rete.
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