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Tim svetta, si delinea quadro per accordo tra Kkr, Cdp, F2i e Mef

Secondo le indiscrezioni la sigla del MoU dovrebbe arrivare prima di Ferragosto. Resta l'incognita di Tim in Netco. Volumi sostenuti in Borsa

di Chiara Di Cristofaro

(ANSA)

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Una svolta sul dossier rete già prima di Ferragosto: è questa ipotesi che anche scalda il titolo Telecom Italia, tra scambi sostenuti e superiori alla media. La possibile chiusura di un memorandum of understanding tra Kkr, Cdp, F2i e ministero delle Finanze in questi giorni sta favorendo gli acquisti, mentre emergono nuovi dettagli sull'accordo. Il Sole 24 ore scrive che per la firma del Mef servirà un decreto e il prossimo consiglio dei ministri è in calendario per il 28 agosto, che è anche la data di scadenza di Kkr per chiudere il finanziamento con le banche, mentre entro il 30 settembre dovrà arrivare l'offerta vincolante.

Il nodo della quota Tim

Per la firma, è possibile la nomina di un advisor (si fanno i nomi di Ubs o Jefferies). Ancora molte incertezze sulle partecipazioni nella società, Netco, alla quale sarà conferita la rete. Non è chiaro se il Mef entrerà direttamente nella società controllata da Kkr o attraverso un altro veicolo e va chiarita la compagine "tricolore" che deterrà il 35% della società. F2i potrebbe rilevare in particolare una quota del 10-15% per un esborso di 1-1,5 mld, mentre Cdp ha rinviato ogni valutazione a quando l'offerta di Kkr sarà effettivamente presentata. Tim potrebbe mantenere una quota residuale del 3% o comunque restare con una quota non superiore al 10%, che equivarrebbe a rinunciare a un incasso di 1 mld, pure deconsolidando debito per 11-13 mld, lasciando la ServiceCo con una leva indebitamento netto/Ebitda di 1,5-2 volte.

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Analisti positivi su possibile soluzione

Per gli analisti di Banca Akros (buy con target price a 0,40 euro), il mercato sta premiando il titolo perché le indiscrezioni «suggeriscono uno scenario favorevole (ancora non scontato nei prezzi attuali) che si sta finalmente materializzando, con una scadenza molto ravvicinata». Intermonte (buy con target price a 0,41 euro) si sofferma sul possibile mantenimento di una quota residuale di Tim in NetCo, soluzione «subottimale sia per ragioni finanziarie (opportunità di massimizzare l’incasso e il deleverage dalla cessione completa dell’asset) che regolatorie (vantaggio dal completo superamento dell’integrazione verticale)». Gli analisti non escludono che «una presenza anche minima nell’azionariato possa essere funzionale a tutelare gli interessi della futura ServiceCo e a indirizzare meglio le decisioni strategiche future (la ServiceCo di fatto resterebbe l’unico azionista industriale in NetCo)». La questione cruciale, sottolinea Intermonte, sia per la fattibilità dell'operazione che per ottenere l'avallo di Vivendi, è la sostenibilità della futura ServiceCo.

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