Titoli automotive sotto riflettori, primo voto Parlamento Ue su stop auto benzina
Il Parlamento europeo è chiamato a votare sullo stop alle vendite di vetture a benzina e diesel dal 2035, proposto dalla Commissione europea nel pacchetto di riforme climatiche Fit for 55
di Stefania Arcudi
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Titoli dell'automotive sotto i riflettori, nel giorno in cui il Parlamento europeo è chiamato a votare sullo stop alle vendite di vetture a benzina e diesel dal 2035, proposto dalla Commissione europea nel pacchetto di riforme climatiche Fit for 55. La votazione riguarda la prima tranche del pacchetto clima dell'Ue che l'Europarlamento si appresta ad approvare tra martedì e mercoledì prossimo a Strasburgo. Tutti i testi dovranno poi essere negoziati con Commissione e Consiglio Ue, ma l'Eurocamera sarà la prima istituzione europea a prendere posizione sui dossier più importanti. I ministri dell'ambiente dovrebbero adottare i loro orientamenti in materia nella riunione del 28 giugno.
Il procedimento andrà poi avanti con una seconda lettura, in cui Parlamento e Consiglio Ue valuteranno le reciproche posizioni e approveranno o respingeranno la proposta. I parlamentari europei chiedono alle case automobilistiche di ridurre le loro emissioni, rispetto ai livelli del 2021, del 20% nel 2025 e del 55% nel 2030. Per quanto riguarda i furgoni, i costruttori dovrebbero tagliare la Co2 dei nuovi veicoli del 15% nel 2025 e del 50% nel 2030. Anche per i van, addio ai motori a combustione dal 2035. «Le scelte europee sono state criticate perché non rispetterebbero un principio di neutralità tecnologica e punterebbero solo sui veicoli elettrici a batteria, i cosiddetti Bev», sottolineano gli analisti di Banca Akros, sottolineando che «la decisione di ridurre l'obiettivo del 100% al 90% può lasciare spazio a soluzioni alternative. Riteniamo che lasciare maggiore 'libertà tecnologica', pur confermando virtualmente gli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2, potrebbe essere positivo per l'industria».
Del resto, sulla misura non mancano posizioni critiche. Per esempio, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, la settimana scorsa, da Firenze, aveva parlato di un voto «sul filo del rasoio» e aveva auspicato che «i parlamentari europei italiani difendano gli interessi nazionali e gli interessi dell’economia, dell’industria e dei lavoratori italiani». Era tornato sul tema dell'elettrificazione durante il Festival dell'Economia che si è tenuto nei giorni scorsi a Trento, ricordando che «il destino non può essere considerato solo quello dell'auto elettrica. Noi sosteniamo che in base al principio di neutralità tecnologica, sarà la tecnologia e poi i consumatori a decidere se si andrà ad auto elettriche, auto a idrogeno o con biocarburanti. E questa è una battaglia che stiamo facendo anche a Bruxelles, penso che la tecnologia possa fare progressi e dobbiamo fare passare il concetto che dobbiamo fornire un set di alternative».
A livello europeo, tra i titoli maggiormente al tema dell'elettrificazione delle auto ci sono naturalmente Stellantis, Ferrari e Iveco Group, nel segmento semiconduttori Infineon Technologies e Stmicroelectronics, che producono semiconduttori per veicoli elettrici e colonnine di ricarica, e nel segmento batterie Umicore (+0,27% a Bruxelles), che produce catodi e riciclo batterie per veicoli elettrici.
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