Titoli oil sotto pressione con il petrolio sui minimi da maggio
Un mix di fattori pesa su prezzo del greggio, dai timori sulla domanda al rafforzamento del dollaro. E ne fanno le spese le azioni delle compagnie quotate
di Chiara Di Cristofaro
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2' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Sotto pressione i titoli energetici, con il petrolio che scivola sui minimi da maggio tra i timori di un rallentamento della domanda a causa dell'aumento dei casi di Covid-19 e con il rafforzamento del dollaro. A Milano sono pesanti Tenaris, Eni e Saipem, ma le vendite sul comparto delle materie prime sono diffuse in tutta Europa, con i metalli industriali che soffrono i timori legati al rallentamento cinese. Londra sta registrando una seduta difficile con il peso dei minerari, oltre che dei petroliferi: crolla Anglo American, giù Antofagasta, Bp, Rio Tinto e Royal Dutch Shell. A Parigi Arcelor Mittal è tra i titoli peggiori del listino principale, insieme a Technip e Total mentre a Madrid Repsol zavorra l'Ibex.
Per quanto riguarda il greggio, i cali sono pesanti sia sui contratti sul Brent che su quelli sul Wti, tornati sui livelli del maggio scorso. L'aumento dei casi di Covid-19 dovuto alle varianti preoccupa il mercato sul fronte della domanda e della ripresa economica. In più, il rafforzamento del dollaro, che pesa sulle commodities trattate nella valuta Usa, dopo che la Fed ha aperto la porta al tapering entro la fine dell'anno, non aiuta i corsi del greggio, così come il caos geopolitico in Afghanistan, che alimenta la cautela. Un ulteriore elemento di incertezza è arrivato dalle scorte di greggio negli Usa: il calo delle riserve non basta a rassicurare gli investitori, che si sono concentrati piuttosto sull'inatteso aumento registrato dalle riserve di benzina. Infine, un ulteriore elemento di preoccupazione, segnalano gli analisti di Mps Capital Services, arriva dall'India, che a sorpresa ha iniziato a vendere parte delle riserve statali alle proprie raffinerie.
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