ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’allarme energia

Tlc, allarme blackout sulle reti: «Infrastrutture a rischio»

Timori tra le compagnie per i possibili razionamenti. Reti fisse e mobili in pericolo. Asstel: il Governo escluda ogni forma di interruzione programmata o riduzione delle forniture

di Andrea Biondi

(ezioman - stock.adobe.com)

3' di lettura

Nell’associazione che rappresenta la filiera delle Tlc, Assotelecomunicazioni-Asstel, la questione è considerata della massima importanza. E il presidente Massimo Sarmi ha già fatto sapere che intende portare, come prioritario, il tema all’attenzione del prossimo Governo.

L’eventualità di razionamenti per l’energia elettrica fa letteralmente tremare il mondo delle Tlc. Fra le compagnie il livello di allarme è molto alto anche perché, da quello che si è capito a valle di una ricognizione fra le stesse aziende, l’Associazione ha capito che l’infrastruttuta non può reggere a un meccanismo di «in e out». Un approfondimento della Reuters dei giorni scorsi, e condotto su scala europea prendendo a esame anche altri Paesi oltre all’Italia, non ha fatto altro che rialzare il livello di allarme fra le compagnie.

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Dalle simulazioni messe a punto dall’Associazione sulla base dei dati in possesso e forniti dalle telco, lo scenario che si prefigurerebbe in caso di interruzione di energia ha differenti sfaccettature, anche se il risultato finale sarebbe il medesimo: interruzione del servizio ma soprattutto rischio dell’infrastruttura se sottoposta a meccanismi di erogazione e distacco di energia. Per le reti Fttc, quelle miste in fibra e rame, il servizio sarebbe subito a rischio collasso, con tempo di resilienza inesistente. Per quelle Ftth (totalmente in fibra) si va da tempi di resilienza minimi di 2 ore a un massimo di 12 ore. Per la rete mobile d’accesso si va da zero a 4 ore.

Numeri, insomma, sui quali Asstel intende far valere la sua posizione con il nuovo Governo su un tema che ha registrato nelle scorse settimane anche l’allarme di Aiip, l’associazione dei provider. «Non possiamo rischiare – dicono da Asstel al Sole 24 Ore – di interrompere un servizio, con ripercussioni anche su ogni necessità a tutela delle persone. Le reti di telecomunicazione hanno dei sistemi di autoprotezione nel caso manchi l’elettricità. Ovviamente gli apparati sono equipaggiati in maniera diversa a seconda della strategicità. Ma sono sistemi che sono in grado di assicurare la continuità del servizio solo per un periodo congruo e in caso di eventi avversi localizzati».

L’interruzione generalizzata insomma no. Del resto l’appello a evitare un simile scenario per le Tlc, unito alla richiesta di sostegni economici, era già arrivato all’attenzione del Governo uscente a inizio settembre quando Asstel (si veda Il Sole 24 Ore del 7 settembre) ha inviato una lettera al ministro uscente della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e per conoscenza ai ministri Giorgetti, Colao e Franco. «La profonda integrazione fra transizione digitale e transizione ecologica fa sì che l’una non possa verificarsi senza l’altra». E quindi, avendo le telecomunicazioni un ruolo «strategico per entrambi i due ambiti prioritari e centrali anche nel Pnrr», occorre dare la massima attenzione alle problematiche che possono arrivare dall’esplosione dei costi dell’energia anche per le Tlc scriveva l’associazione.

L’evidenza era stata messa anche sugli «investimenti messi in campo dagli operatori delle comunicazioni elettroniche per l’efficienza energetica» pari a «circa 230 milioni di euro nel 2021 con una previsione di crescita a doppia cifra per gli anni a venire». Dato l’incrocio di vari parametri il settore non è considerato energivoro. Ma è un grande consumatore di energia: oltre 4,3 TWh i consumi registrati dagli operatori (pari al 13% del totale nazionale nell’ambito dei servizi privati) nel 2021 e quasi il 30% degli operatori individualmente ha consumi superiori ai 500 GWh annui.

Quali misure, dunque, servirebbero ora al settore Tlc grande consumatore di energia, ma non considerato energivoro? Un primo intervento di brevissimo periodo, sottolineavano nella lettera da Asstel, dovrebbe prevedere una norma primaria per rendaere strutturale per il settore l’esenzione dagli oneri di sistema. Altra richiesta sta nell'avere quantitativi di energia elettrica da fonti rinnovabili a prezzo calmierato. Infine crediti di imposta e riduzione Iva fino a che non si registrerà una flessione dei prezzi. Tutto, evidentemente, partendo dal niet ai distacchi.

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