Ue, Commissione e Consiglio chiedono ai dipendenti di disinstallare TikTok
La richiesta di disinstallare TikTok dai cellulari dei dipendenti è legata alla necessità di proteggere i dati e aumentare la sua sicurezza informatica
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Dopo la Commissione europea anche il Consiglio ha deciso che i dipendenti dovranno disinstallare la app di TikTok dai cellulari. Il segretariato, si apprende da un portavoce, disinstallerà l’applicazione sui dispositivi aziendali e chiederà al personale di disinstallarla dai dispositivi mobili personali che hanno accesso ai servizi aziendali. “Il segretariato tiene costantemente sotto controllo le proprie misure di sicurezza informatica in stretta collaborazione con le altre istituzioni dell’Ue”, aggiunge.
La Commissione europea ha infatti chiesto a tutti i dipendenti con la app di TikTok installata sui dispositivi aziendali e su dispositivi personali con accesso al servizio di telefonia mobile della Commissione di disinstallarla al più presto. Lo conferma l’esecutivo europeo, citato dall’Ansa, dopo indiscrezioni di stampa al riguardo.
Il divieto fa seguito a quello imposto negli Stati Uniti, dove l'applicazione cinese è stata proibita su smartphone, tablet e altri dispositivi di proprietà dei governi statali e federale, compresi quelli della Camera. Le restrizioni negli Usa erano scattate a seguito di una fuga di notizie, che avrebbe confermato come i dipendenti di ByteDance, la società madre di TikTok, possano accedere ai dati personali degli utenti statunitensi ed europei e dopo la scoperta di come diversi giornalisti statunitensi siano stati spiati attraverso l'applicazione.
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L’incontro a Bruxelles con l’ad Shou Zi Chew
La vicepresidente della Commissione europea per la Trasparenza Vera Jourova, la commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager, la commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson e il commissario alla Giustizia Didier Reynders, avevano incontrato a Bruxelles il 10 gennaio scorso Shou Zi Chew, amministratore delegato della società cinese, per discutere della sicurezza dei dati degli utenti europei, il rispetto del Gdpr e delle nuove direttive europee per il mercato digitale, così come della lotta alla disinformazione, problema rilevato e ammesso anche da parte del ceo di TiKTok e originato da attori statali non europei.
Inoltre, il commissario Reynders aveva sottolineato come qualunque dato proveniente dall'Unione europea debba essere trattato in conformità al Gdpr, soprattutto data l'altissima componente di utenti minori sull'applicazione. C’è da ricordare che su TikTok gravano già due indagini da parte del Garante per la protezione dei dati personali dell’Irlanda, dove l'azienda ha la sua sede legale europea.
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