Toqua, la start-up che fa verdi le petroliere con l’intelligenza artificiale
Una piccolissima azienda belga nata a pochi chilometri dal Mar del Nord sta usando l’intelligenza artificiale per contribuire alla riduzione del consumo di carburante di petroliere e porta-container
di Beda Romano
3' di lettura
DAL NOSTRO INVIATO
GAND - I nuovi impegni ambientali presentati negli scorsi mesi dalla Commissione europea riguardano molti settori industriali. Non solo quelli più noti, come l’edilizia o l’automobile, ma anche il trasporto marittimo. Mentre a Bruxelles prosegue il difficile negoziato legislativo tra Parlamento e Consiglio, una piccolissima azienda belga nata a pochi chilometri dal Mar del Nord sta usando l’intelligenza artificiale per contribuire alla riduzione del consumo di carburante di petroliere e porta-container.
Il trasporto per mare è tra le filiere più inquinanti. Secondo la Commissione europea rappresenta il 3% delle emissioni di Co2 nel mondo. Le proposte legislative “Fit for 55” prevedono che il settore debba sottostare anch’esso alle regole del mercato ETS di scambio delle emissioni nocive. Inoltre, Bruxelles propone di ridurre l’intensità di gas a effetto serra del carburante usato dalle navi del 2% nel 2025, del 6% nel 2030 e del 75% nel 2050, rispetto ai livelli del 2020.
Casimir Morobé ha 24 anni. Appena diplomato in ingegneria gestionale all’Università di Gand, ha fondato poco più di 14 mesi fa Toqua, una start-up finanziata dall’IMEC, un importante centro di ricerca interuniversitario specializzato nella microtecnologia che ha sede a Lovanio, nel Belgio fiammingo. Originario di Bruges, il nostro interlocutore è un appassionato di vela. Oggi collabora con alcuni dei più importanti armatori mondiali: tra gli altri, Euronav e Berge Bulk.
«Ci sono tre modi per migliorare l’efficienza energetica delle navi – spiega il giovane imprenditore nei suoi uffici, in un elegante Hôtel de Maître sulle sponde di un canale di Gand -. Il primo è quello che ottimizza le rotte e la manutenzione. Il secondo prevede cambiamenti di struttura, a cominciare dalla lubrificazione ad aria. Il terzo punta a un cambio del carburante, puntando per esempio sull’idrogeno. Quest’ultimo filone è ancora di là da venire. Noi ci focalizziamo sul primo fronte».
Il consumo in carburante dipende da una moltitudine di fattori: la velocità dell’imbarcazione, la direzione e la forza del vento, l’altezza e la direzione delle onde, la salinità e la temperatura dell’acqua, le correnti, e naturalmente il carico e la sua disposizione nella nave. «In passato, i comandanti raccoglievano manualmente ogni 24 ore informazioni sulla velocità, sui consumi e sulle condizioni Beaufort. Poi sono apparsi sensori particolarmente minuziosi capaci di registrare dati minuto per minuto».
«I margini di errore sulle previsioni di consumo restano elevati, tra il 10 e il 20% - spiega Casimir Morobé -. Noi associamo ai dati storici raccolti dagli armatori, quelli satellitari molto più completi ed estesi. Grazie ad algoritmi informatici possiamo ridurre il margine di errore nella stima dei consumi all’1%». C’è di più. Con l’intelligenza artificiale Toqua può anche stabilire con precisione quando è necessario ripulire lo scafo dalle alghe. Una nave non curata può consumare fino al 40% in più di carburante.
Grazie ai dati storici sulla navigazione delle diverse navi e alle informazioni meteorologiche e satellitari, Toqua punta ad ottimizzare la scelta delle rotte così come altre decisioni operative in modo da portare i risparmi di carburante al 10-20% rispetto ai consumi attuali. Questo ridurrebbe le emissioni di oltre tre volte l’impronta-carbonio della Svizzera. «Vogliamo che le scelte di navigazione non si basino più solo sull’esperienza del comandante, ma anche e soprattutto su dati scientifici».
Il nome Toqua significa in vietnamita nido di corvo, l’antico punto di osservazione in cima all’albero maestro: «Suonava bene!», sorride Casimir Morobé. La società ha appena raccolto sul mercato 500mila euro per rafforzare una squadra oggi di 4 persone, composta da ingegneri matematici, fisici nucleari ed ex comandanti di nave. L’azienda di Gand vuole da qui al 2026 conquistare clienti con un totale di 6.000 navi, vale a dire circa il 10% dell’intera flotta mondiale.
Nel frattempo, il settore guarda con prudenza agli ambiziosi obiettivi comunitari: l’Organizzazione marittima internazionale si è impegnata a ridurre le emissioni del 70% entro il 2050. Mentre tra Parlamento e Consiglio il negoziato sui testi europei prosegue, l’associazione europea di categoria (la ECSA) ha accolto «con favore» la recente proposta di Peter Liese, il relatore popolare tedesco, di creare con le entrate del mercato ETS un fondo per finanziare la ricerca & sviluppo in questo campo.
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