Torino inaugura social e student housing all’ex Villaggio Olimpico
Tagliato il nastro del nuovo complesso residenziale da circa 400 posti letto destinato a studenti, giovani lavoratori e universitari inseriti nelle graduatorie del Diritto allo studio
di Laura Cavestri
3' di lettura
Nelle sette palazzine dell’ex Villaggio Olimpico MOI (Mercato Ortofrutticolo al’Ingrosso) di Torino taglia il nastro il nuovo complesso residenziale di social housing con una dotazione di circa 400 posti letto, dedicato principalmente alla residenzialità temporanea a tariffe convenzionate per studenti e giovani lavoratori e per studenti bisognosi e meritevoli provenienti dalle graduatorie del Diritto allo studio.
L’iniziativa – che scommette di essere un volàno di rigenerazione urbana per il quartiere torinese Borgo Filadelfia – è promossa dal Fondo Abitare Sostenibile Piemonte (Fasp), gestito da Investire Sgr (Gruppo Banca Finnat) con la partecipazione del Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da Cdp Real Asset Sgr (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), della Fondazione Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT Sviluppo e Crescita, del Fondo Social & Human Purpose, Comparto A, gestito da Ream Sgr e delle maggiori fondazioni di origine bancaria piemontesi.
Il complesso viene gestito da Camplus, primo provider italiano di co-living e di housing per studenti universitari, con 11mila posti letto, di cui 2.100 a Torino.
L’inaugurazione avviene a seguito della conclusione del “Progetto MOI - Migranti un'Opportunità di Inclusione”, promosso da Comune di Torino, Regione Piemonte, Prefettura di Torino, Diocesi di Torino, Città Metropolitana di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha offerto opportunità di autonomia abitativa e lavorativa a oltre 800 persone che precedentemente occupavano quegli spazi, consentendo l’avvio del processo di riqualificazione.
La riqualificazione urbana e sociale delle palazzine dell’ex Villaggio MOI mette a disposizione dei futuri residenti un‘offerta abitativa moderna ed accessibile, ricca di servizi alla persona. Molte di queste iniziative nell'area torinese – Orbassano, Ivrea 24, Campus Sanpaolo, Cascina Fossata, Luoghi Comuni Porta Palazzo, San Salvario, Mari.house e altre – sono nate nell’ambito del sistema dell’housing sociale promosso dalle fondazioni torinesi di origine bancaria – Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT – e dal FIA (Fondo Investimenti per l’Abitare) di cui il Gruppo Cdp è gestore e principale investitore, insieme al MIT e alle principali istituzioni del mondo bancario, assicurativo e previdenziale.
I progettisti dell’iniziativa sono lo studio di architettura Picco Architetti, la direzione dei lavori è stata curata dallo Studio Pession Associato mentre l’impresa realizzatrice è la Cogefa Spa.
«Celebriamo oggi un nuovo esempio virtuoso di collaborazione istituzionale pubblico/privata, grazie al quale è stato possibile trasformare una situazione di emergenza sociale, in un'opportunità di rigenerazione urbana di un'area simbolica per Torino, creando infrastrutture sociali a fronte delle esigenze abitative delle nuove generazioni, stimolando nel contempo un processo di integrazione sociale per gli ex occupanti, grazie all'iniziativa delle istituzioni e degli operatori del territorio – commenta Giancarlo Scotti, amministratore delegato di Cdp Real Asset Sgr e direttore immobiliare di Cdp Spa –. Le infrastrutture per l'abitare sono uno degli obiettivi prioritari del Gruppo Cdp, che in Piemonte ha già investito in tre piattaforme dedicate all’housing sociale per la realizzazione di 1.400 alloggi sociali e 1.800 posti letto in residenze universitarie e temporanee. Il Sistema dei Fondi per l’Abitare Sociale, gestiti da Cdp Real Asset, intende promuovere interventi caratterizzati da un elevato impatto sociale sul territorio e focalizzati sulle “3 S” dell'abitare sostenibile: social, student e senior housing»
«Questa offerta di residenzialità flessibile – ha affermato Paolo Boleso, head of Residential and Social Infrastructure di Investire Sgr – permette di svincolarsi dal rigido modello basato sull’acquisto della casa dove si risiede e permette una corretta mobilità che consente di cogliere occasioni di crescita personale e professionale. Questi elementi positivi sono ulteriormente amplificati nel caso del progetto MOI dove l’iniziativa di student housing viene realizzata nell’ambito di una operazione di rigenerazione urbana che ha comportato la riqualificazione di una porzione di quartiere in stato di abbandono e occupazione abusiva».
«Oggi dopo 10 anni – ha concluso Maurizio Carvelli, ceo di Camplus – le palazzine vedono la luce in fondo al tunnel e completano il loro percorso di riqualificazione. Con la stesa filosofia di sempre sapremo concretamente mettere in campo tutte le risorse per promuovere uno sviluppo sostenibile di questa area. Tutelando gli spazi, gli ambienti e le persone. Promuovendo una sostenibilità ambientale che diventa inclusiva e che impatta sulla società grazie alla struttura che torna a vivere, allo staff e agli studenti che generano un’influenza positiva su tutta la comunità che si sviluppa intorno».
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