Torino investe sulla sostenibilità
Fino al 2024 in cantiere investimenti per 46 milioni di euro destinati a ridurre le emissioni inquinanti
di Filomena Greco
3' di lettura
Un piano investimenti da 46 milioni di euro nei prossimi quattro anni. L’aeroporto di Torino rilancia sulla sostenibilità e prova a tenere i volumi puntando sul traffico domestico. L’amministratore delegato Andrea Andorno è arrivato alla guida di Sagat – società controllata da 2i Aeroporti Spa per oltre il 90% delle quote – poco più di un anno fa. Una vita professionale trascorsa prima da manager di compagnie aeree e poi passato alla guida dello scalo Sandro Pertini di Caselle Torinese. «Il nostro sforzo è concentrato in due direzioni – racconta – intercettare quella quota di viaggiatori domestici “in fuga” su Milano e rafforzare le rotte internazionali».
Ogni valutazione sul 2020 diventa difficile, alla luce della variabile coronavirus che minaccia di pesare sul conto finale di tutti gli aeroporti italiani, non solo quello di Torino, e che sta già intaccando i risultati delle ultime settimane. Sullo sfondo però ci sono due anni , il 2018 e il 2019, con un numero di passeggeri in calo rispetto al picco del 2017, a quota 3,95 milioni l’anno scorso (-3,3%), sotto la soglia dei 4 milioni considerata fisiologica. Il risultato del 2019 ha risentito della crisi del vettore Blue Air, che ha dimezzato la sua presenza a Torino, base principale per l’Italia. La priorità dunque è mantenere i volumi e dare un chiaro indirizzo al piano investimenti. «Abbiamo aderito ad un Protocollo internazionale che ci impegna all’obiettivo emissioni zero nel 2050, buona parte degli investimenti serviranno a ridurre le emissioni di CO2 dell’aeroporto» spiega Andorno.
Circa il 60% dei passeggeri dello scalo sono residenti nella regione, dunque l’aeroporto ha un traffico in prevalenza in uscita. Questa la principale differenza rispetto ai principali scali italiani – Torino è al quattordicesimo posto nella classifica per volumi – e, allo stesso tempo, alla base di uno svantaggio competitivo, soprattutto si considera il traffico internazionale. Sul 40% di passeggeri che arrivano da fuori regione incide, e non poco, la stagione sciistica tra fine dicembre e marzo. «Si tratta di una caratteristica positiva – spiega Andorno – che garantisce all’aeroporto un traffico destagionalizzato a differenza dei trend in Italia che vedono i mesi invernali con volumi più bassi rispetto alle stagioni estive». E quando si parla di “estate” nel mondo degli aeroporti ci si riferisce ad un periodo lungo sette mesi e decisivo per il buon andamento della stagione. Lo svantaggio competitivo di Torino sta un po’ nel fatto che non è una destinazione “mare” né una vera e propria città d’arte. Se si aggiunge la vicinanza a Malpensa il quadro è completo.
Questo vuol dire che i 4 milioni di passeggeri sono un dato fisiologico e che i margini di miglioramento sono limitati? «Se avessimo il doppio delle destinazioni non riusciremmo a raddoppiare i passeggeri», ragiona Andorno. Ma i margini di miglioramento ci sono e vanno in due direzioni. La prima riguarda i flussi verso sud che spesso, per mancanza di voli o disponibilità, perdono una quota di passeggeri che vola da Malpensa. Su dieci viaggiatori, due – è la stima dell’ad – scelgono un altro aeroporto. Soltanto su Bari, ad esempio, Torino perde circa 50mila passeggeri all’anno. «Qui il lavoro che stiamo facendo, soprattutto con Ryanair, è finalizzato a rafforzare la flotta a Torino» aggiunge l’ad. E va in questa direzione l’accordo con Easy jet per raddoppiare, a partire dal 29 marzo, l’offerta su Napoli. In seconda battuta, il tema delle tratte internazionali. In questo caso la difficoltà è superare un approccio limitato alla stagionalità – è il caso del nuovo volo su Mykonos in estate – e puntare ad avere compagnie disposte a mantenere un volo tutto l’anno. «Stiamo lavorando su questo tipo di offerta per rendere più appetibile l’aeroporto di Torino» aggiunge l’amministratore delegato. Senza dimenticare che a condizionare le scelte dei vettori in questi mesi, ricorda Andorno, c’è stato anche il blocco delle forniture di 737 max 8, in attesa della ricertificazione dell’aeromobile.
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