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Torino, a luglio l’asta per l’ex scalo Lingotto

Come spiegato da FS Sistemi Urbani, è il primo tassello. In tutto la rigenerazione riguarderà sette siti strategici (due, fra i nove scali dell’accordo di programma Fs-Comune che risale al 2009, sono già stati venduti) per un totale di 500mila mq di territorio e 320mila di superficie. Secondo lo studio di Scenari Immobiliari, a Torino è stato recuperato il 5% del territorio. Il recupero strategico delle aree dismesse potrà generare una leva di investimenti per 5,3 miliardi. Fra 780 e 890 milioni l’impatto economico stimato per la trasformazione degli scali

di Maria Chiara Voci

3' di lettura

Re-start a Torino per la valorizzazione degli scali ferroviari di proprietà di FS Sistemi Urbani, a partire dall’area di Torino Lingotto, che sarà messa in vendita nel mese di luglio e che rappresenta il primo tassello di successive e attese trasformazioni a cascata. In tutto sette siti strategici (due, fra i nove scali dell’accordo di programma Fs-Comune che risale al 2009, sono già stati venduti) per un totale di 500mila mq di territorio e 320mila di superficie, ubicati in quartieri centrali della città e in prossimità di infrastrutture di collegamento.

Un patrimonio che fa parte di quei 4,2 km quadrati di aree dismesse ancora da recuperare a Torino, dopo il periodo delle grandi trasformazioni della Spina, da destinare con estrema attenzione. Perché dalla politica che l’amministrazione sabauda saprà (o meno) mettere in campo proprio nella riconversione delle ex metrature ferroviarie o industriali dipende lo sviluppo della città in quel “capoluogo della sapienza” vocato ad attrarre giovani e innovazione che gli analisti immobiliari (in primis, Scenari Immobiliari) prefigurano.

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Lo studio di Scenari

Per evidenziare le opportunità sul piatto, FS Sistemi Urbani ha affidato a Scenari Immobiliari il compito di realizzare uno studio di proiezione, per capire la competitività di Torino rispetto ad altre città europee di dimensioni e con posizioni comparabili (come Valencia, Marsiglia, Lione, Monaco e Francoforte). I risultati del rapporto sono stati presentati a stakeholder e investitori ieri mattina. Ciò che emerge è lo spaccato di una metropoli attrattiva e con grandi prospettive e che, nonostante una stagnazione del mercato dovuta a un disallineamento fra offerta e domanda di immobili, può scommettere su una vocazione di formazione ad alto valore aggiunto.

«Torino – ha spiegato Mario Breglia, presidente Scenari Immobiliari – è stata fra le prime città d’Europa a porsi l’obiettivo di riqualificare le aree dismesse, laboratorio in italia di trasformazione urbana, a partire dai siti della Ferrovia e delle Spine. Così come Milano, dagli anni ’90 ha recuperato e rimesso in gioco il 5% del proprio territorio. Questo è il patrimonio su cui occorre investire oggi per il futuro».

Secondo le proiezioni di Scenari Immobiliari, il recupero strategico delle aree dismesse a Torino potrà generare una leva di investimenti per 5,3 miliardi. Fra 780 e 890 milioni l’impatto economico stimato per la trasformazione degli scali.
L’area di Lingotto – 77mila mq fondiaria e circa 62mila mq di superficie lorda – rappresenta la prima, grande opportunità di investimento. «A partire da questo primo bando di vendita – spiega Umberto Lebruto, amministratore delegato di FS Sistemi Urbani, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS Italiane – procederemo con la dismissione di altri siti, fra cui spicca come secondo impegno l’area vicino a Porta Susa e al grattacielo di banca Intesa, su cui è prevista una torre gemella».

Le linee di intervento

L’ambito di intervento di rigenerazione urbana di Lingotto, definito come “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione”, presenta già diversi poli di attrazione: oltre alla stazione ferroviaria e alla metropolitana, il grattacielo della nuova sede della Regione Piemonte (appena inaugurato e finalmente in funzione), il Politecnico di Torino e il centro sportivo Oval Lingotto. Qui atterrerà nel futuro anche il nuovo centro della Città della Salute (per cui è stato nominato il commissario Corsini), con tutti i servizi connessi. Il lotto di proprietà di FS Sistemi Urbani “Torino Lingotto” – a differenza di altri scali cittadini, per cui è stata chiesta una revisione delle destinazioni d'uso da Prg rispetto all’accordo di programma del 2009, essendo mutati di molto i tempi – presenta già un mix di funzioni in linea con gli interessi del mercato, cioè una quota del 30% di residenza (fra studentato e social housing, su cui attivare anche ospitalità riservate al polo ospedaliero); un 50% per servizi di interesse generale, come attività cura della salute e della persone e un 20%di aspi, fra servizi innovativi e piccolo direzionale.

Sull’area, è stato aperto un sottopasso per collegare stazione ferroviaria e metro: le Ferrovie si sono assunte l'impegno di studiare la riqualificazione della stazione, per trasformarla in uno scalo lineare, un land bridge attraversabile come un ponte da pedoni e biciclette. Il valore della base d’asta dell'area sarà noto solo nel mese di luglio, il bando sarà un lotto unico da vendere con modalità “visto e piaciuto”. Valore aggiuntivo per gli investitori sarà il fatto che FS ha certificato l’assenza di bonifiche da effettuare.

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