Torinodanza inaugura con le creature misteriose di Jalet
Suggestivo e visionario l'altro mondo immaginato dall'autore francobelga
di Silvia Poletti
2' di lettura
Sarà così l'aldilà? Acquitrini e avelli fumanti, dove materie indefinibili (in realtà fecola di patata) sobbollono eternamente, per poi imprigionare nelle loro volute e far sprofondare chi si avvicina? Oppure ci troviamo in una dimensione astrale, anzi ancor prima della nascita dell'universo, quando le primordiali forme di vita si assemblavano in nozze cellulari per sviluppare nuovi organismi? In Vessel, raffinata apertura di Torinodanza 2022 alle Fonderie Limone, l'autore Damien Jalet resta elusivo, citando solo il fatto che l'ispirazione, ormai qualche anno fa, gli è venuta dall'incontro con l'artista visivo giapponese Kohei Nawa.
Da qui si comprende la messa in scena, accuratamente essenziale, calata nell' oscurità tra una natura cangiante – l'acqua, il magma vivente- e suoni iperuranici, traduzione fisica di quella impermanenza così amata in oriente: al centro un cratere biancastro in azione, intorno delle creature acefale ( e sarà così per tutto lo spettacolo grazie ad accorte posizioni di braccia e a piegamenti estremi delle schiene), nate da sapienti avviluppamenti di braccia e gambe, torsioni busti e flessioni di spalle. Lentamente queste masse fisiche si allungano per trovare nuove forme nello spazio: i nodi si sciolgono per poi riaffermarsi in diverse combinazioni che evidenziano la tensione muscolare, i dettagli anatomici delle schiene e degli arti.
Alwin Nikolais e Michelangelo
Dal punto di vista squisitamente coreografico il lavoro di Jalet discende dagli storici maestri americani dei sound e vision pieces – Alwin Nikolais soprattutto e poi i suoi epigoni pop, i Momix- ma l'intento dichiarato dal nuovo autore è più sofisticato: rapportare l'energia dinamica della danza all'energia statica della scultura. E allora quelle masse fisiche, che insieme risultano dettagliate e insieme incompiute, fanno pensare ai Prigioni di Michelangelo, che del resto, come diceva Vasari: “Cercava di far emergere la figura dalla pietra come se la si vedesse affiorare da uno specchio d'acqua”.
Teatro fisico immaginifico e evocativo
Qualunque sia la ratio della pièce, di fatto Vessel si può collocare in quella corrente, ormai molto fiorente, di teatro fisico immaginifico e evocativo che ha radici ben diverse dal Tanztheater bauschiano, ma di fatto lo sta lentamente sostituendo, facendo subentrare l'estetismo all'espressionismo, l'illusion comique al realismo poetico. A proposito di Bausch: Damien Jalet ha coreografato le danze di Suspiria nel remake di Guadagnino con Tilda Swinton clone di Pina. È il destino di questa generazione di autori, del resto,confrontarsi in un modo o nell'altro con l'ombra dei grandi.
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