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Fisco e contribuenti in lite per 36,7 miliardi. Torna a crescere il contenzioso

Nel 2022 in primo grado le controversie sono l’88,2% in più rispetto al 2021. Si litiga soprattutto per bollo, registro e Imu, ma le più onerose riguardano Irpef, Ires e Iva

di Marco Mobili

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4' di lettura

Contribuenti e Fisco continuano a litigare e nel 2022 si sono rincorsi, anche via on line, nelle aule delle Corti di giustizia tributaria mettendo sul tavolo del contenzioso 36,7 miliardi di euro. L'equivalente di una manovra finanziaria e che dimostra quanto sia necessaria una riforma dell'intero sistema tributario senza escludere il processo tributario. Un altro numero significativo registrato dal Dipartimento delle Finanze con la relazione sul monitoraggio dello stato del contenzioso e sull'attività delle Corti provinciali e regionali, è quello che certifica la ripresa della corsa alle cause tra fisco e contribuenti che arriva a sfiorare il 90% di liti in più.

Crescono le liti dell’88,2%

Dopo la pausa legata al Covid, nel 2022 le cause presentate in primo grado hanno fatto registrare un aumento dell'88,2% rispetto al 2021 per un totale di 145.972 cause. Mentre crescono dello 0,7% le cause definite, pari a 135,302. Restano pendenti davanti ai giudici tributari oltre 158mila ricorsi, con un aumento del 7,2% rispetto al 2021. La partita tra fisco e cittadini non si chiude facilmente anche se va registrato un calo delle cause in appello. I ricorsi presentati alle Corti di giustizia tributaria regionali sono stati 41.051 in calo del 4,4%, mentre quelli definiti non vanno oltre i 55.139 facendo registrare una contrazione delle cause decise pari al 5,8%.

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Il valore delle cause

Come detto il valore delle liti tra cittadini e amministrazione finanziaria vale una manovra di bilancio. Dai dati statistici delle Finanze pubblicati sul sito del Mef emerge che il valore delle liti pendenti tra primo e secondo grado ammonta a 36,7 miliardi di cui 18,8 miliardi sono in primo grado e i restanti 17,9 in secondo. Le cause più onerose sono nel Lazio con liti che valgono complessivamente quasi 8 miliardi mentre in Lombardia tra primo e secondo grado il contenzioso supera di poco i 7,5 miliardi complessivi. Cresce intanto dell'11% il valore delle controversie definite pari a 23,6 miliardi complessivi.

Liti per piccoli importi

Fisco e contribuenti in quasi il 50% litigano per piccoli importi. Nel 2022 il 49,7% delle cause ha per oggetto ricorsi con valore uguale o inferiore a 3.000 euro per un totale di 63 milioni di euro. Nel 32,4% dei casi il valore è ricompreso tra 3.000 e 50mila euro per un totale di 735 milioni mentre solo nell'1,2% dei casi le liti vanno oltre il milione di euro. Ma nonostante la percentuale delle cause sia minima il valore complessivo di queste controversie rappresenta il 67,6% dei casi per un contenzioso complessivo da oltre 10 miliardi.

Valori differenti tra Nord e Sud

Il valore medio del singolo ricorso a livello nazionale si attesta in primo grado a 101mila euro e risulta tre volte più alto in Lombardia con un valore medio di 309.894 euro, a Trento si arriva 203mila euro mentre in Piemonte siamo a una media di 174.250 euro a lite. In Campania, invece si arriva a cause dal valore medio di 50mila euro, poco di più in Molise con valori medi di 53.220 euro. Il divario evidente tra le due aree del Paese è giustificato dalle Finanze dal fatto che al Nord le cause riguardano soprattutto società e professionisti e l'oggetto della controversia sono l'Ires e l'Iva mentre al Sud prevalgono cause e liti per altri tributi erariali o per quelli sugli immobili. In secondo grado il valore medio nazionale delle cause tributarie cresce a oltre 195mial euro e la Lombardia stacca tutti con contenziosi medi da oltre 658mila euro.

I tempi delle cause

Dai dati statistici del Dipartimento delle Finanze e in particolare dal rapporto tra controversie pendenti a fine anno e controversie definite nell'anno, moltiplicato per i 365 giorni dell'anno, il tempo di smaltimento delle cause pendenti nel 2022 è pari 428 giorni (un anno e 2 mesi) in primo grado e di ben 734 giorni (2 anni) per chiudere la causa in secondo grado. Se si guarda poi il tempo trascorso dalla data di deposito del ricorso e la data di spedizione del dispositivo alle controparti, nel 2022 quello che le Finanze definiscono il tempo medio del procedimento giurisdizionale tributario è stato di 571 giorni in primo grado, con un miglioramento del 12,4% rispetto al 2021, e di 973 giorni nel secondo grado con una riduzione del tempo medio del 9,9% rispetto sempre all'anno precedente.

Dove si aspetta di più…

I tempi più lunghi di attesa per chiudere un contenzioso tributario nel 2022 li hanno vissuti i contribuenti di Foggia dove per definire una causa in primo grado ci vogliono ben 1.993 giorni. Non va mica tanto meglio a Trento dove di giorni ne devono passare 1.572, a Lodi ne occorrono 1.264 o ancora a Pescara ci si attesta su 1.039 giorni. Si corre invece a Enna dove in 90 giorni si può definire una lite, a Rieti dove di giorni di attesa ne servono 114 e Verbania che si attesta in una media di 122 giorni. …

...e dove si litiga di più

In primo grado il più alto di ricorsi pervenuti nel 2022 si è registrato presso la Corte di giustizia tributaria di Napoli (13%), seguono Roma con quasi il 12% delle cause depositate e chiude Catania con il 3,7%. In 4 regioni si concentra comunque il 65% del contenzioso tributario italiano: il 22,7% è in Campania, il 14,7% in Sicilia, il 14,1% nel Lazio e il 14% arriva in Calabria. Nel 2022 Fisco e contribuenti litigano soprattutto al Sud.

Vince di più il Fisco

Più di una causa su due la vince il fisco. Nel 2022 le controversie in cui l'amministrazione finanziaria ha avuto ragione sia in primo sia in secondo grado sono state pari al 51,7% con una crescita dell'1,3%. Il contribuente ha vinto nel 28,1% dei casi con una crescita delle liti a favore di cittadini e imprese dello 0,8% rispetto al 2021. Nel dettaglio il Fisco vince di più in secondo grado, portando a casa il 52,8% delle controversie mentre in primo grado le pretese di rettifica dell'amministrazione trovano conferma nel 51,2% dei casi.

Dal bollo all'Imu l'oggetto delle liti

Al centro del contenzioso tributario nel 2022 non ci sono le regine delle imposte come l'Irpef, l'Ires o l'Iva. Gli italiani litigano con il fisco soprattutto per tributi tecnicamente definiti “altri tributi erariali” ma che nella pratica sono il bollo o il registro per fare solo due esempi. Queste cause assorbono il 18,6% delle liti in Italia, subito dopo però ci sono i tributi locali sui beni immobiliari come ad esempio l'Imu che riguardano il 18,3 delle cause. I rifiuti si attestano sul 10,7% delle liti mentre la regina delle imposte, ossia l'Irpef assorbe il 17,2% delle cause.

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