Torna la stagione dei viaggi botanici: guida a giardini, vivai, festival e collezioni di rarità
di Chiara Beghelli
4' di lettura
Cercarono di dissuaderla, anche facendole mancare i finanziamenti per il suo viaggio: ma Maria Sybilla Merian, nel 1699 e a 52 anni, si imbarcò lo stesso verso il Suriname, partendo da Amsterdam con la sola compagnia della figlia, spinta dalla passione di scoprire, studiare e poi dipingere insetti, fiori e piante. Pochi decenni più tardi avrebbe raggiunto il culmine del suo successo quel Grand Tour che portava viaggiatori di tutta Europa in Italia per ammirarne la storia, l'arte ma anche i paesaggi e i giardini. Anche oggi si viaggia solo per poter vedere le sfumature di colore di un fiore raro, un bosco nella gloria della primavera o i giochi di luce di un panorama, spinti non tanto da desideri scientifici, ma per ritrovare un contatto, una rinnovata immersione nella natura, soprattutto nella stagione in cui appare più generosa.
«La natura dell'Italia è un unicum, grazie alla varietà dei suoi climi: per questo è oggi una delle mete principali per i “viaggi botanici” », dice Margherita Lombardi, agronoma, giornalista e fondatrice del portale Italian Botanical Heritage, che censisce il patrimonio botanico del nostro Paese. Del progetto fa parte anche la sezione Italian Botanical Trips, una guida di viaggio «lungo tutto ciò che fiorisce: giardini e parchi, ma anche passeggiate a piedi e in bicicletta, vigneti, vivai speciali che offrono anche ristoranti e b&b - prosegue. - A questi appassionati, in aumento, le agenzie tendono a proporre le mete tradizionali, come le ville del Lago di Como, le Ville Medicee di Firenze o i giardini di Ischia e Capri. Tutti luoghi magnifici, ma ce ne sono molti altri da scoprire. Per esempio, la Riserva naturale dell'Antola, alle spalle di Genova, dove in questo periodo c'è una imperdibile fioritura di narcisi. Oppure la via dei Ciliegi a Vignola, vicino Modena, un itinerario di circa 10 km che parte dal centro storico e attraversa la Valle dei Ciliegi, e il Giardino delle Camelie di Villa Anelli a Oggebbio, sul Lago Maggiore, con una delle più importanti collezioni europee».
Collezioni fiorite
Le varietà noisette e chinensis saranno le prime a sbocciare e anche le ultime, regalando i loro fiori fino a novembre: accade nel vivaio Vacunae Rosae, due ettari con 5mila piante di rose sotto il piccolo borgo medievale di Roccantica nella Sabina laziale. Secondo al mondo per varietà (il primo è l'Europa-Rosarium di Sangerhausen, in Germania), è un parco dove la botanica diventa quasi esoterica nell'orientamento delle aiuole e nei flussi di acque, peraltro intitolato alla dea dei boschi degli antichi Sabini. Alle rose è dedicato anche il Museo Giardino della Rosa Antica, a Montagnana di Serramazzoni, sull'Appennino modenese: aprirà il 15 aprile e fino alla fine di giugno offrirà agli appassionati varietà rare e antiche, che hanno il nome di generali, politici, signorine e duchesse. Nel museo multisensoriale i diversi fiori si possono ammirare con la lente d'ingradimento mentre in sottofondo vengono diffuse composizioni musicali dedicati alla rosa (come “Les Roses d'Ispahan” di Gabriel Fauré). Si termina degustando tè aromatizzati e gelatine.
Anche nel Centro botanico Moutan, un'enciclopedia a cielo aperto di peonie cinesi a Vitorchiano, nel viterbese, ci si può ristorare nel Colour cafè, il “garden restaurant”: prima però, soprattutto in aprile e maggio, bisogna attraversare almeno una parte dei suoi 15 ettari dove fra ulivi secolari, lecci e querce fioriscono 250mila peonie di 600 varietà, fra cui le rarissime Rocki. Un sogno per chi ama le peonie, nato dalla passione dell'imprenditore Carlo Confidati, che a partire dagli 80, quando era proprietario di Unopiù e viaggiava spesso in Cina, ha iniziato ad alimentare la sua collezione, oggi la più grande al mondo.
A caccia di profumi
Oltre confine c'è la Provenza con Grasse, capitale delle essenze, dove Lvmh ha aperto tre anni fa “Les Fontaines Parfumées”, centro dove nascono le fragranze Louis Vuitton e Dior immerso in un giardino che ospita ben venti varietà di menta. Per immergersi in campi ricchi di profumi e colori non è però necessario andare all'estero: corridoi viola disseminati di api si estendono nel Lavandeto di Arquà Petrarca, sui Colli Euganei padovani, dove in luglio si potrà ammirare la piena fioritura delle numerose varietà. La tradizione profumiera della Toscana si ritrova nel lavandeto della tenuta di Casalvento, nelle campagne di Castellina del Chianti, dove si coltivano 17 varietà e si estraggono anche oli essenziali in una distilleria all'avanguardia. Oli essenziali come quelli prodotti nel Kräuterhof Hauser, il Maso delle erbe, a Montevila in Val Pusteria, dove fioriscono 50 erbe officinali alpine sui resti di un insedimento preistorico.
Spettacoli (gratis) multicolor
«I viaggi botanici possono essere anche delle alternative low budget - aggiunge Lombardi -, soprattutto se si decide di andare ad ammirare le fioriture di altipiani e pascoli». In questo periodo il viola dei crochi inonda Campo Imperatore, l'altopiano più celebre dell'Appennino abruzzese, tonalità alla quale si avvicenderà il giallo dei ranuncoli e il bianco dei narcisi. Lo spettacolo diventa multicolore nella piana di Castelluccio di Norcia, dove già da maggio i fiori di lenticchia, papaveri, violette, trifogli e narcisi sbocciano sulla terra ferita dal sisma del 2016.
Giardini di signora
È grazie a donne come Ada Wilbraham, prima giardiniera del lussureggiante e romantico Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina, o Lavinia Taverna, fondatrice dei Giardini della Landriana di Ardea, che terreni un tempo abbandonati sono diventati meta ogni anno di migliaia di viaggiatori botanici. Ma è a San Remo che visse e lavorò a lungo la prima donna italiana docente di botanica, Eva Calvino, madre dello scrittore Italo, che nacque a Cuba negli anni in cui i suoi genitori vi si erano trasferiti per studiare le loro amate piante. L'ennesimo caso di piante che fanno viaggiare i desideri e solcare gli Oceani.
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