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Tortura, alla Camera proposta di legge targata Fdi per abrogare il reato

Appello della senatrice Ilaria Cucchi al capo dello Stato: «Giù le mani dal reato di tortura». Intanto il Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, nel rapporto basato sulla visita condotta un anno fa, denuncia violenze e sovraffollamento nelle carceri italiane

di Andrea Gagliardi

3' di lettura

Una proposta di legge per abrogare il reato di tortura introdotto nell’ordinamento italiano nel 2017 dopo un tormentato iter parlamentare. A presentarla sono alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, prima firmataria Imma Vietri. Con il provvedimento, assegnato in Commissione Giustizia della Camera, si intendono di fatto abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale che introducevano il reato e si lascia in piedi solo una sorta di aggravante all’articolo 61 del codice penale.

Tortura: alla Camera pdl FdI per abrogare il reato

«L’incertezza applicativa in cui è lasciato l’interprete» con le norme introdotte nel 2017, «potrebbe comportare la pericolosa attrazione nella nuova fattispecie penale di tutte le condotte dei soggetti preposti all’ applicazione della legge, in particolare del personale delle Forze di polizia che per l’esercizio delle proprie funzioni - spiegano i firmatari nella relazione delle Pdl - è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica». Se non si abrogassero gli articoli 613-bis e 613-ter, si legge ancora «potrebbero finire nelle maglie del reato in esame comportamenti chiaramente estranei al suo ambito d’applicazione classico, tra cui un rigoroso uso della forza da parte della polizia durante un arresto o in operazioni di ordine pubblico particolarmente delicate o la collocazione di un detenuto in una cella sovraffollata». «Il rischio di subire denunce e processi strumentali - osservano i deputati di FdI - potrebbe, inoltre, disincentivare e demotivare l’azione delle Forze dell’ordine»

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Cucchi: appello a Capo Stato, giù le mani da reato tortura

Immediata la reazione della senatrice di Sinistra Italiana-Alleanza Verde Ilaria Cucchi, che si appella al capo dello Stato affinché non si cancelli dall'ordinamento l'aggaravante del reato di tortura. «È notizia di queste ore la sospensione di 23 agenti del carcere di Biella accusati dalla magistratura di tortura di Stato nei confronti di 3 detenuti e nelle stesse ore veniamo a conoscenza dell'assegnazione in Commissione Giustizia della Camera di una proposta di legge di Fdi che vuole abrogare la tortura. Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che la tortura in Italia non esista è una bugia. Più di un giudice, prima dell'introduzione di questa legge si è trovato a non poter procedere perché la legge non esisteva. Abbiamo lottato per la sua introduzione e ora rivolgo un appello a tutte le forze politiche soprattutto al presidente della Repubblica: giù le mani dalla legge che punisce la tortura», dichiara la senatrice che aggiunge: «Chi ha paura del reato di tortura legittima la tortura»

Carceri italiane violente e sovraffollate, dice Strasburgo

Intanto il Cpt, l'organo anti tortura del Consiglio d'Europa, nel rapporto basato sulla visita condotta un anno fa, denuncia violenze e intimidazioni tra detenuti, in particolare nelle carceri di Lorusso e Cutugno a Torino e quello di Regina Coeli a Roma, e un sovraffollamento in tutti gli istituti di pena che arriva al 152% nel carcere di Monza. Il Cpt torna a domandare anche «l'abolizione dell'isolamento diurno e il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime “41-bis». Strasburgo chiede inoltre di migliorare le condizioni di vita dei detenuti, e misure specifiche per le donne e i transessuali in prigione. Per quanto riguarda invece il sovraffollamento, il Cpt evidenzia che un carcere in cui il 90% dei posti è occupato indica già l'insorgenza del problema. Strasburgo non è convinto che la soluzione sia aumentare i posti negli istituti di pena ma piuttosto invita le autorità ad adottare una strategia coerente più ampia, che copra sia l'ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza.


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