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Tour de France al traguardo con un «giro» d’affari da 150 milioni

Ricavi televisivi in testa, seguiti da sponsorizzazioni e merchandising. Chi vince porta a casa 500mila euro

di Benedetto Giardina

Tour de France, oggi passerella finale per Tadej Pogacar

3' di lettura

L’arrivo agli Champs-Elysées è l’atto finale del Tour de France 2021, quello della ripartenza dopo l’edizione anomala dello scorso anno, iniziata a settembre e vissuta all’interno di una bolla per ridurre al minimo i rischi legati alla pandemia di Covid-19. Una situazione di emergenza, resasi necessaria per salvaguardare i circa 150 milioni di ricavi stimati dall’organizzazione della Grande Boucle. A tanto ammonta, infatti, il volume d'affari complessivo della corsa, organizzata da Amaury Sport Organization, principalmente legato a diritti televisivi e sponsorizzazioni. L’epilogo odierno a Parigi incoronerà lo sloveno Pogacar per il secondo anno consecutivo, dopo il trionfo del 2020: un bis storico, a 22 anni, per il ciclista della Uae Team Emirates. Il più giovane di sempre a vincere due Tour di fila nelle 108 edizioni disputate finora.

Anche al Tour comanda la Tv

È un Tour che si regge, principalmente, sui proventi televisivi. I broadcaster ufficiali sono France Tv Sport e Eurovision, ma in totale sono 36 le emittenti che trasmettono la competizione in diretta in tutto il mondo. Amaury Sport Organization ha un accordo con France Tv per la cessione dei diritti domestici del Tour fino al 2025 (dal valore stimato di circa 25 milioni annui), mentre all’estero ha siglato accordi a lungo termine, come quello con gli australiani di Sbs, fino al 2030 (le cifre non sono state rese note, ma l’intesa dovrebbe fruttare circa 2 milioni annui). In Italia, la Rai ha i diritti free-to-air fino al 2025, grazie all’accordo siglato dall’organizzatore con l’Ebu, l’Unione europea di radiodiffusione. In totale, i proventi televisivi da soli pesano più della metà dell’intero monte ricavi della principale corsa ciclistica mondiale. Almeno 80 milioni, inclusi i diritti locali ceduti alla tv di stato francese. La voce più importante, quella delle tv, seguita dalle sponsorizzazioni.

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Dagli sponsor 30 milioni

I main partners sono cinque: Lcl, Leclerc, Skoda, Continental e Krys. L’accordo più remunerativo, tra questi, è quello con la banca Lcl, il cui logo campeggia sulla maglia gialla: un legame stimato in 10 milioni di euro annui, rinnovato tre anni fa fino al 2021. In totale, l’apporto degli sponsor dovrebbe aggirarsi sui 30 milioni di euro. Il resto, arriva dal merchandising e dalle comunità locali che ospitano le tappe del Tour. La fetta di ricavi destinata ai corridori come premio si aggira sui 2,3 milioni di euro complessivi. Si tratta del montepremi più alto tra i cosiddetti grandi Giri europei. Al vincitore del Tour vanno 500mila euro (200 mila al secondo e 100 mila al terzo), ma sono previsti altri premi per i posizionamenti nelle tappe e per le altre classifiche della competizione. Ai vincitori di ogni tappa vanno 11mila euro, per la maglia verde (ovvero il vincitore della classifica a punti) e per la maglia a pois (vincitore della classifica scalatori) sono previsti 25mila euro a testa, con altri premi in palio per chi si piazza dietro in graduatoria. Al miglior giovane vanno 20mila euro e il massimo previsto per la classifica a squadre è 50mila euro.

Il Tour delle «bolle»

Per organizzare questo secondo Tour in piena pandemia, sono state riproposte le norme relative alla creazione delle cosiddette bolle. Tutti gli atleti hanno dovuto scaricare l’app per il tracciamento (TousAntiCovid) e si sono sottoposti ai tamponi Pcr. Tamponi da ripetere, in caso di uscita dalla bolla per almeno 24 ore. Per le squadre, qualora fossero stati riscontrati due ciclisti positivi nell’arco di sette giorni, è stata prevista l’esclusione dalla corsa. Rischio scongiurato, dato che anche quest’anno, come nel 2020, nessun atleta è risultato positivo. A scuotere le ultime giornate del Tour, semmai, è stata la perquisizione da parte della polizia nell’hotel dove alloggiava il gruppo della Bahrain Victorious. Per il caposquadra Milan Erzen, intervistato dal portale Cyclingnews, non è stato «nulla di speciale», in quanto i gendarmi «hanno chiesto i file di allenamento dei corridori e hanno controllato il pullman. Dopo un’ora se ne sono andati e ci hanno persino ringraziato per la collaborazione».


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