ciclismo

Tour, Froome fora e trema. Aru attacca ma non ne approfitta

di Dario Ceccarelli

(Reuters)

3' di lettura

Che paura per Chris Froome. Al Tour de France, nel tappone del Massiccio Centrale, il britannico si è tenuto la maglia gialla ma si è preso una bella strizza. Di quelle che lasciano il segno e ti fanno capire come alla Grande Bouclé tutto sia sempre appeso al filo della fatalità. E che per arrivare sul gradino più alto del podio a Parigi ci vuole, oltre al talento e alla fortuna, una grande squadra, come appunto Sky, che ti faccia da supporto nei momenti più difficili.
Ai piedi della salita più dura, a circa 37 chilometri dal traguardo di Lepuy En Velay, il leader ha forato nel momento meno favorevole, quando la squadra di Romain Bardet, terzo in classifica a 23 secondi da Froome, stava facendo il diavolo a quattro per tenere alto il ritmo della corsa.
Una mazzata per il britannico che però ha potuto subito contare all'assistenza di Kwiatkowski, l'ex campione mondiale che qui al Tour gli fa da scudiero e guardia del corpo. Il polacco senza pensarci un secondo gli ha dato la sua ruota per non far perdere altro tempo prezioso al suo capitano.
Qui però si è visto di quale pasta sia fatto Fromme. Senza farsi prendere dal panico, con l'aiuto di altri due compagni, ha risalito la corrente mentre gli altri big cercavano (moderatamente) di approfittarne.
Niente da fare, in meno di cinque chilometri, la maglia gialla ha recuperato distacco. Decisivo, a dire il vero, l'intervento del basco Mikel Landa, l'altro uomo in più del Team Sky. Il basco, nonostante fosse in fuga, si è fermato ad aspettare il suo capitano per rimorchiarlo fino al gruppo dei big. Un gesto di altruismo che ha definitivamente chiarito chi comanda in casa Sky. Da notare che poi Landa, in questa quindicesima tappa vinta dalla olandese Bauke Mollema, è sceso di un gradino in classifica generale. Da quinto è passato a sesto, preceduto dall'irlandese Daniel Martin fuggito nel finale dal gruppetto dei migliori. L'altro novità di giornata è il naufragio di Quintana, staccato dagli altri big. Ma non è una sorpresa. Il Colombiano, reduce dal Giro, finora era sempre andato con un cilindro in meno.
Insomma, dopo due settimane di corsa, con il lunedì di riposo che precede la rumba delle Alpi, tutti i pretendenti al Tour, a parte Quintana, sono in un fazzoletto di pochi secondi. Un po' come era capitato al Giro d'Italia. Una curiosa coincidenza che forse sta diventando una tendenza nelle grandi corse a tappe
Froome, sorridente per lo scampato pericolo, è sempre in testa con 18 secondi su Fabio Aru che questa volta non è fatto sorprendere. Diciamo che, dopo la mazzata di sabato, quando si visto strappare la maglia gialla nel finale di Rodez, il tamburino sardo ha cercato di evitare altri guai. Attento, ma ben coperto con l'obiettivo di arrivare sano e salvo al giorno di riposo. Poi si sa: arrivano le Alpi dove tutto può succedere.
Martedì infatti si riprende con una tappa per velocisti, ma poi mercoledì e giovedì si va sul Galibier e sulI'Izoard. Nomi mitici che hanno fatto la storia del ciclismo e del Tour de France. Il problema per Fabio Aru è la sua squadra: non ci può contare perché l'Astana è ridotta ai minimi termini come si è visto quando il sardo ha perso la maglia gialla.
Quindi il suo sforzo, rispetto a Froome, sarà doppio. E' vero che quando la strada s'impenna nessuno ti può più aiutare, però a volte, come insegna la foratura della maglia gialla, basta un piccolo incidente per mandare tutto a carte e quarantotto. Ultime note. Bella l'impresa dell'olandese Mollema, fuggito a una trentina di km dall'arrivo. Per lui è la prima vittoria alla Gran Boucle. Secondo Diego Ulissi che ha preceduto il francese Gallopin. Un'occasione perduta per l'italiano, rimasto sorpreso dall'attacco dell'olandese. Il Tour è così: basta distrarsi un secondo per perdere l'ottimo fuggente.

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