Toyota fa funding attraverso il «retail» italiano delle banche
di Mara Monti
2' di lettura
I giapponesi della Toyota puntano sull’Italia per fare funding tra i risparmiatori. Attraverso le reti bancarie di un consorzio di istituti il gruppo automobilistico ha raccolto 640 milioni di dollari per il suo primo bond retail con scadenza 7 anni. Non succedeva da 2014 che un corporate estero venisse in Italia a cercare funding tra i retail italiani: l’ultimo bond è stato quello di General Electric del 2014.
Il titolo Toyota in dollari era stato inizialmente emesso per 500 milioni di dollari, poi alla luce della forte richiesta l’ammontare è stato innalzato a 640 milioni di dollari. Un interesse dovuto principalmente al rendimento più elevato rispetto ai titoli in euro: il tasso fisso predefinito parte dal 2,3% il primo anno per salire negli anni successivi fino a portarsi al 4,05 per cento. Il rischio è, dunque, legato alla valuta estera, in particolare al dollaro che al momento è una valuta forte.
«L’operazione dimostra che il mercato italiano resta interessante per gli emittenti esteri nonostante la fase di incertezza del momento», commenta Pantaleo Cucinotta responsabile debt capital markets di Banca Imi. Del consorzio di collocamento fanno parte Intesa Sanpaolo, Fideuram, Banca Generali, Deutsche Bank e Intermobiliare. Banca IMI ha agito come sole lead manager. Il taglio minimo è stato fissato a 2mila dollari, con una media investita dai 31mila sottoscrittori che hanno partecipato al collocamento di circa 20mila euro.
Per Toyota che ha un rating investment grade AA3 di Moody’s e AA- di Standard & Poor’s, l’emissione italiana rappresenta un debutto in quanto il gruppo automobilista non ha mai collocato in Italia. L’emittente è Toyota Motor Credit Corporation, la divisione finanziaria del gruppo automobilistico e il bond sarà collocato sul mercato secondario EuroTlx.
Toyota Motor Credit Corporation non è nuova ad esplorare nuovi strumenti finanziari. Recentemente ha collocato il suo primo bond da 500 milioni di dollari sul mercato americano indicizzando l’obbligazione al tasso (SOFR) Secured overnight financing rate, il nuovo benchmarck che ha sostituito il Libor dopo lo scandalo scoppiato tra Londra e New York, definito «un importante step nello sviluppo di strumenti alternativi di rifinaziamento», si legge in un comunicato.
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