Tra Casaleggio e M5S è divorzio. Rousseau: «Cambiamo strada, scelta dolorosa ma inevitabile»
L’annuncio in un post sul Blog delle Stelle: «Stare insieme deve essere una scelta reciproca» e «questo, purtroppo, non si è verificato». Poi la stoccata: «La nostra missione non si fermerà. Oggi siamo a terra, ma ci rialzeremo perchè noi siamo Movimento»
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La rottura è definitiva. Il giorno dopo la scadenza dell'ultimatum imposta da Rousseau per il pagamento del debito arretrato di circa 450mila euro accumulato dal M5S, tra il Movimento e Davide Casaleggio le strade si separano definitivamente.
Lo annuncia la stessa Associazione Rousseau in un post sul Blog delle Stelle: «Associazione Rousseau cambia strada. La scelta è dolorosa, ma inevitabile. In questi 15 mesi abbiamo sollecitato costantemente la risoluzione delle criticità. Per otto lunghi mesi abbiamo richiesto più volte di condividere un progetto comune con responsabilità e perimetri ben definiti dei ruoli reciproci e abbiamo proposto concretamente un accordo di partnership per rafforzare e chiarire il legame tra Rousseau e il Movimento». Ma «stare insieme deve essere una scelta reciproca» e «questo, purtroppo, non si è verificato»
. «Il movimento è dove sono le persone che ne rispettano i principi e ne portano avanti le idee. Rousseau sarà sempre la casa di queste persone» ha scritto su facebook Davide Casaleggio dopo il divorzio.
«Uno spazio aperto, laico e trasversale di cittadini attivi»
Di qui l’intenzione di partire «con un nuovo progetto e con nuovi attori protagonisti», anche se non sarà facile, perché «dovremo risolvere tutti i pesanti problemi economico-finanziari che ci sono stati addossati e trovare strategie di sostenibilità per il futuro».
L’obiettivo è trasformare Rousseau in «uno spazio aperto, laico e trasversale. Uno spazio per dare voce a tutti coloro che vorranno aggregare persone attorno a battaglie, temi o proposte. Uno spazio che ha l'ambizione di realizzare la più grande “lobby” dei cittadini attivi». E ancora: «Lavoreremo per costruire un potente media civico che sia in grado di attivare, da una parte, concrete azioni di partecipazione attiva e di cittadinanza digitale e dall'altra, di incubare quelle nascenti composizioni civiche che diventeranno protagoniste dello scenario politico del futuro».
«La situazione è difficile e ci lascia ingiustamente sulle spalle un peso enorme, ma la nostra missione non si fermerà», assicura l'associazione. E conclude: «Oggi siamo a terra, ma ci rialzeremo perchè noi siamo Movimento».
M5s: Rousseau non neutrale, democrazia diretta resterà
La risposta del M5S è affidata a un comunicato su Facebook: «La democrazia diretta - si legge - la partecipazione, il coinvolgimento degli iscritti nelle decisioni non dipendono dal singolo strumento utilizzato ma dalla volontà del M5S di affidarsi alla democrazia diretta avvalendosi prioritariamente di strumenti digitali. Questa volontà rimane invariata, il nostro cuore pulsante è la democrazia diretta, qualunque sia lo strumento utilizzato». E ancora: «Le scelte dell'associazione Rousseau evidenziano la volontà di quest'ultima di svolgere una parte attiva e diretta nell'attività politica. Questa volontà è incompatibile con una gestione “neutrale” degli strumenti».
Cig per tutto personale ma piattaforma resta attiva
Nel post di Rousseau sul blog delle Stelle si comunica anche il ricorso alla cassa integrazione per il personale della piattaforma. «A fronte dell'enorme mole di debiti cumulati dal MoVimento 5 Stelle nei confronti dell'Associazione Rousseau e della decisione di chi ritiene di essere il gruppo dirigente del MoVimento di impartire ai portavoce un invito diretto a violare espressamente lo Statuto stesso del MoVimento, omettendo di versare, già dal mese di aprile, il contributo stabilito per i servizi erogati, questa mattina abbiamo dovuto comunicare a tutto il personale di Rousseau che siamo costretti ad avviare le procedure per la cassa integrazione».
Gli scenari aperti
La scissione consumata potrebbe essere molto insidiosa per il leader in pectore del M5s Giuseppe Conte, vista la vicinanza di Alessandro Di Battista a Casaleggio. La novità importante è che Casaleggio avrebbe finalmente fornito ai vertici pentastellati l'elenco e i dati degli iscritti ma avrebbe comunque negato l'utilizzo del software per fare la votazione necessaria e cambiare lo statuto e incoronare Conte. L'alternativa più gettonata resta quella dell'uso di un'altra piattaforma.
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