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Tra Emilia e Toscana, in bici (o a piedi) sull’Appennino lungo la Via degli Dei

Da Bologna a Firenze un percorso decisamente impegnativo che ha ridato vita a zone storiche di passaggio tra Nord e Sud ora aggirate dall’autostrada

di Manlio Pisu

5' di lettura

Per la stragrande maggioranza degli italiani Sasso Marconi è soltanto un cartello sul tratto appenninico dell'Autostrada del Sole. È il tratto di montagna tra Firenze e Bologna, quello pieno di gallerie, di Tir, dove spesso si formano le code.

Per l'Italia degli automobilisti quei 70 chilometri di A1 - oggi accorciati grazie alla variante di valico, aperta recentemente dopo decenni di lavori e di polemiche – non sono altro che un fastidioso ostacolo naturale da superare nel più breve tempo possibile, pigiando sull'acceleratore per raggiungere le dolci colline della Toscana in direzione Sud verso le vacanze o le grandi distese della Pianura Padana verso Nord.

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Per gli appassionati del movimento lento, invece, quello stesso tratto appenninico è un mondo meraviglioso in cui calarsi per un'immersione profonda in un territorio ricco di natura, di storia, di tradizioni e di cultura.

Sono luoghi rimasti in parte ai margini della modernità proprio grazie all'Autostrada del Sole, che ha catalizzato su di sé i grandi flussi di traffico, facendo perdere alle zone di montagna dell'Appenino tosco-emiliano quella centralità che invece hanno avuto per secoli.

In questi boschi e su questi crinali si sono mossi gli etruschi, i galli, i romani, eserciti di ogni epoca, i pellegrini che nel Medio Evo si recavano a Roma, i mercanti che percorrevano la Penisola da Nord a Sud e viceversa.

Da Bologna a Firenze, l’Appennino in bici con la Via degli Dei

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Ai margini della modernità

La Via degli Dei ci porta proprio qui a ripercorrere le strade e i sentieri battuti dall'uomo nel corso dei millenni per spostarsi sull'Appennino tosco-emiliano attraverso il Passo della Futa da Bologna a Firenze tra il Reno e l'Arno.

Luoghi cari a Francesco Guccini, che li ha cantati nelle sue canzoni. «Queste montagne – sostiene il cantautore, che ha le sue radici nel borgo di Pavana – arricchiscono chi le attraversa».

La riscoperta di questo itinerario risale agli anni Ottanta del secolo scorso, quando un gruppo di escursionisti e buongustai bolognesi (Du pas e ‘na gran magnè) iniziò ad organizzare da queste parti trekking che finivano con i piedi sotto al tavolo in qualche trattoria locale.

Da allora tante cose sono cambiate. La Via degli Dei è diventato oggi un cammino tra i più frequentati d'Italia anche grazie al contributo determinante del Club Alpino Italiano, del Gruppo Azione Locale dell'Appennino Bolognese e degli enti locali interessati, con il Comune di Sasso Marconi a fare da capofila insieme ad altri dieci municipi sui due versanti della montagna.

Avventura, fatica e silenzio nei boschi

A piedi o in bicicletta la Via degli Dei offre avventura, fatica, paesaggi, silenzio, boschi ombreggiati, ma anche storia, cibo e cultura. Si chiama così in omaggio ai rilievi toccati da questo percorso, i cui nomi evocano le divinità della mitologia greca, tra cui il monte Monte Adone, il Monte Venere, il Monte di Giunone (Mons Junonis).

Il punto di partenza è Bologna. Dalla Fontana del Nettuno, in pieno centro, ci si avvia verso il Colle della Guardia, dove attraverso un portico di ben 3,8 chilometri (il più lungo del mondo) si raggiunge il Santuario della Madonna di San Luca, luogo di fede carissimo ai bolognesi.

Da lì il sentiero entra nei boschi, scende a Casalecchio sul Reno, sale a Sasso Marconi e prosegue fino a sfiorare i 1.200 metri sul livello del mare per poi raggiungere il Passo della Futa a 900 metri di altitudine.

L'antica Via Flaminia militare

Poco prima della Futa la Via degli Dei regala l'emozione di poggiare i piedi e le ruote della bici sul basolato romano dell'antica Via Flaminia militare, una strada fatta costruire nel 187 a.C. dal console Caio Flaminio per consolidare la conquista e la romanizzazione della Gallia cisalpina.

La scoperta si deve a due archeologi dilettanti, Cesare Agostini e Franco Santi, che con intuito e tenacia hanno riportato alla luce questo tesoro.

In tempi più recenti qui passava la Linea Gotica, luogo di aspri combattimenti durante la Seconda Guerra Mondiale. A ricordare questi tragici eventi il grande cimitero militare germanico sulla Futa.

Superato il Passo, il cammino si lascia alle spalle l'Emilia, entra in Toscana attraverso le colline del Mugello e scende a San Piero a Sieve. Da lì l'ultima fatica sulla salita al santuario di Monte Senario; poi in rapida discesa Fiesole e Firenze.

È il premio finale: il traguardo ambito nel miglio quadrato tra il Duomo del Brunelleschi, Piazza della Signoria, Ponte Vecchio e Santa Maria Novella.

Solo per ciclisti esperti

Chi volesse mettersi in cammino può trovare tutte le informazioni utili sul sito dedicato alla Via degli Dei. L'Ufficio Turistico di Sasso Marconi (tel 051 6758409 – info@infosasso.it) fornisce a richiesta le tracce Gps. In libreria sono disponibili anche guide e mappe cartacee.

In tutto sono, a piedi, circa 130 chilometri per un dislivello in salita di quasi 4mila metri da percorrere in cinque o sei giorni.

L'itinerario per i camminatori è fattibile anche in bici. Ma attenzione: non è per tutti. È indispensabile disporre di eccellenti capacità di guida e di un'ottima attrezzatura (solo mountain bike di qualità, meglio se biammortizzate). Anche i ciclisti più esperti devono mettere in conto lunghi tratti non pedalabili, in cui bisogna scendere e spingere.

Tempo richiesto: almeno tre giorni. Dall'estate 2022 è stata predisposta una seconda traccia, dedicata alle mountain bike, che accorcia la distanza (123 chilometri) e riduce il dislivello in salita (3.300 metri) con l'obiettivo di rendere l'itinerario quanto più possibile pedalabile.

Chi scrive ha percorso in mountain bike la traccia per i camminatori e non ha avuto modo di collaudare di persona quella per mtb. Per informazioni di maggior dettaglio si raccomanda, quindi, di prendere contatto con l'Ufficio Turistico di Sasso Marconi.

Una storia di successo

La Via degli Dei è indubbiamente una storia di successo. Dimostra come la mobilità lenta dei cammini da percorrere a piedi o in bicicletta possa ridare vita a zone marginali, se non addirittura depresse.

Per rendersene conto, basta fare tappa a Madonna dei Fornelli, un minuscolo borgo dell'Appennino bolognese, frazione di San Benedetto Val di Sambro, in passato zona di carbonai che bruciavano legna per ricavarne carbone. Oggi pullula di vita. Ristoranti e alberghi sono strapieni e lavorano quasi tutto l'anno.

È il richiamo della Via degli Dei, che passa attraverso questo paesino e contribuisce con ciò ad assicurare un reddito ai locali e di conseguenza anche a contrastare la tendenza allo spopolamento della montagna.

«Nel 2021, secondo le nostre stime, abbiamo avuto almeno 18mila passaggi tra camminatori e ciclisti», commenta Stefano Lorenzi, coordinatore di Appennino Slow, la Srl che per conto del Comune di Sasso Marconi e dei Comuni affiliati gestisce la Via degli Dei, curando tra l'altro il il sito web e i canali social.

«Nel 2022 – osserva – saranno certamente di più. Saremo sopra quota 20mila. Erano 6mila pochi anni fa. La pandemia ha dato una forte spinta alla domanda di outdoor. È un flusso che l'anno scorso, in base ai nostri calcoli, ha lasciato sul territorio quasi sette milioni di euro. Abbiamo per il 93%-94% camminatori e per il rimanente 6%-7% ciclisti».

La nuova traccia per mountain bike, pensata proprio per rendere il percorso più pedalabile, dovrebbe incrementare la quota dei ciclisti.

L'esperienza ha fatto scuola. Per questo stanno nascendo in zona altri due cammini: la Via della Lana e della Seta da Bologna a Prato e la Via Medicea, che attraverso quattro splendide ville medicee va da Prato a Fucecchio, dove incrocia la Via Francigena verso Roma.

Buona pedalata!

Riproduzione riservata ©

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