INVESTIMENTI

Trading online, impennata dei broker: in un anno cresciuti dell’83%

Nel 2019 il numero dei broker online autorizzati Consob e attivi in Italia è cresciuto dell'83% in un anno passando da 132 del 2018 a 242

di Andrea Gennai

(AP)

3' di lettura

In Italia torna a esplodere la passione per il trading online e soprattutto per il mercato delle valute (forex). C'è un dato che salta all'occhio leggendo le anticipazioni dell'Annuario del trading online italiano 2018-2019 a cura dell'editrice Mediosfera. Nel 2019 il numero dei broker online autorizzati Consob e attivi in Italia è cresciuto dell'83% in un anno passando da 132 del 2018 a 242, cioè 110 in più. Praticamente un raddoppio: un fenomeno che non si registrava da quasi dieci anni.

Proprio il 27 novembre a Milano si svolge per tutti gli appassionati trader l’Itforum a Milano al palazzo delle Stelline. Una giornata dedicata ai mercati con 30 conferenze e 34 stand per i visitatori. Si tratta della edizione autunnale dell'appuntamento riminese che si svolgerà a giugno 2020.

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Chi sono i broker specializzati
Gli italiani popolo di santi, navigatori e trader? I 242 broker online sono intermediari “specializzati”, con caratteristiche peculiari tra i 700 intermediari che consentono la negoziazione online: disponibilità di mercati italiani, europei e USA azionari e di derivati; piattaforme client professionali; quotazioni in tempo reale; marginazione e leva; book a 5 livelli; attività didattica per i clienti.

Il boom dei contratti differenziali
La quasi totalità dei broker autorizzati (220) sono soggetti esteri che offrono quasi esclusivamente CFD (contratti differenziali) su indici e anche sul forex (negoziazione in cambi), e di questi solo quattro o cinque hanno una succursale italiana (cioè una società di diritto italiano con sede legale nel nostro Paese). È proprio questa la categoria che ha subito l'incremento più eclatante.

Il 70% perde soldi
I CFD, cioè contratti differenziali o contract for difference, sono strumenti finanziari derivati il cui valore “deriva” da quello di un sottostante, come azioni, obbligazioni, cambi o altri asset. Non sono però derivati emessi e poi collocati in un mercato regolamentato, ma creati e gestiti direttamente dal broker sui propri sistemi.
Secondo i dati raccolti da Mediosfera è Ruizean Markets il broker online in CFD che dichiara la percentuale più bassa di conti di clienti in perdita: solo il 31,92%, rispetto a una media di circa il 70 per cento.

I paletti dell’Esma
ESMA, l'ente europeo di vigilanza sui mercati, ha imposto ai broker online che offrono la negoziazione di CFD agli “investitori al dettaglio” (cioè ai trader privati) una serie di vincoli sia sulla leva ad essi applicabile sia sulla pubblicità e sulle comunicazioni ad essi relativa. In sostanza, per l'ESMA e per la Consob, i CFD sono rischiosi e difficili da comprendere senza un'adeguata preparazione, per cui prima di utilizzarli bisogna essere ben consapevoli dei rischi che il loro utilizzo comporta. Questo non ha frenato la diffusione di questi strumenti.

L’80% del mercato in mano a 5 big
Tra i restanti 22 intermediari specializzati 14 sono broker italiani (cioè nati in Italia e con sede in Italia), 8 sono SIM, 14 offrono anche fondi d'investimento online. Alla fine sono 5 i broker online che rappresentano circa l'80% del mercato: Fineco, IW Bank, Webank, Sella (cioè quattro banche) e Directa (che è una Sim). Si tratta dei soggetti storici che da anni guidano il mercato italiano nei segmenti più tradizionali (indici, azioni, etc).

Quanto vale il trading online in Italia
Difficile stimare quanto pesi e quanto valga il trading online. L'universo degli utenti di conti correnti bancari con accesso online è composto da circa 20 milioni di unità. Di questi, 3,6 milioni posseggono un conto titoli, ma solo 2,2 milioni di essi «gestiscono direttamente il proprio portafoglio titoli on-line», ovvero l'11% dei correntisti online.

«Integrando questi dati con altri – spiega Andrea Fiorini, Business Development manager di Mediosfera - e rielaborandoli in modo del tutto soggettivo, possiamo quindi ipotizzare uno scenario di base del trading online italiano con circa 200mila trader attivi con almeno un eseguito a settimana e circa 15mila heavy trader con più eseguiti a settimana e attività intraday».

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