Traffico illecito d’arte: asse Ue-Francia-Louvre e mercato. L’Italia perde il primato?
Il museo in collaborazoine con Sotheby’s estende il programma di provenance research alle opere acquistate dal 1933. Il 15 febbraio l’Assemblea Nazionale francese restituirà agli eredi delle famiglie ebree 15 capolavori
di Giuditta Giardini
I punti chiave
3' di lettura
Il 1° febbraio scorso, la presidenza francese del Consiglio dell'Unione Europea ha ospitato una conferenza sulle misure per contenere il traffico illecito dei beni culturali. La conferenza virtuale si è tenuta al Museo del Louvre e l'obiettivo è stato quello di lanciare nuove proposte per contrastare il traffico illecito di opere d'arte e antichità da sottoporre alla Commissione Europea nei prossimi sei mesi. Ad annunciare l'intento del meeting è stato proprio l'ex direttore del museo Jean-Luc Martinez, che oggi ricopre il ruolo di ambasciatore francese per la cooperazione internazionale sui beni culturali.
La conferenza con il mercato dell'arte
Ha contraddistinto l'incontro la ricerca di metodi innovativi e nuove tecnologie per educare il pubblico alla lotta contro il saccheggio di beni archeologici e il traffico di beni d'arte. Martinez, autore del rapporto del 2015 sul commercio illecito di beni culturali dopo la distruzione dei siti archeologici da parte dell’Isis per l'Eliseo, aveva già in più occasioni insistito sul coinvolgimento dei market players, decisivi per contrastare i reati culturali, ma oggi ostili alla Commissione Europea dopo l'entrata in vigore del Regolamento 2019 sull'importazione di beni culturali creati o scoperti al di fuori dell’UE. E così è stato. Un altro importante aspetto della conferenza è parso proprio il coinvolgimento del mercato dell'arte, seppure ancora timido, sfuggente e non proprio a suo agio, nella sezione dedicata all'importanza di regole ad hoc e alla necessità di un dialogo con i professionisti per contribuire alla lotta al traffico all'interno dei confini dell'Unione Europea. A questa sezione, oltre ai rappresentanti della Commissione europea, hanno partecipato Guillaume Cerutti, amministratore delegato di Christie's, Alexandre Giquello, presidente di Drouot, Vincent Geerling, il presidente dell’Associazione Internazionale dei Commercianti d’Arte Antica e Henrik Hanstein, portavoce della European Art Market Coalition.
Partnership Louvre-Sotheby’s sulle provenance
Il giorno seguente, il 2 febbraio, all'evento “La recherche de provenance : enjeux et méthodes” organizzato dal Louvre, il primo museo francese ha annunciato la volontà di estendere il programma di provenance research, che inizialmente comprendeva soltanto le opere marcate con l'acronimo MNR “Musées Nationaux Récupération” e soggette ad un vetting perpetuo, alle opere acquistate dal museo dal 1933. La provenance verrà esaminata alla luce delle ordinanze emanate dal regime nazista e delle leggi antiebraiche di Vichy. L’obiettivo è certamente quello di fugare ogni dubbio che si tratti di opere proventi da spoliazioni antisemite a danno di famiglie ebree. I responsabili dei dipartimenti di opere d'arte antiche e antichità egizie hanno presentato lo stato di avanzamento dei lavori. Nell'aprile 2022, sarà coinvolto anche il Museo della musica con la ricerca della provenienza degli strumenti saccheggiati durante la Seconda Guerra Mondiali. La conferenza ha visto il coinvolgimento della casa d'aste Sotheby’s che ha presentato la metodologia applicata del neonato dipartimento di ricerca della provenienza. Sotheby's e il Louvre hanno reso pubblica la collaborazione nella ricerca della provenienza dei beni acquistati dal museo tra il 1933 e il 1945.
Quindici capolavori restituiti alle famiglie proprietarie
A riprova che la Francia fa sul serio, è stata ratificata dalla Assemblea Nazionale Francese la decisione (presa a marzo 2021) di restituire agli eredi delle famiglie ebree 15 incredibili capolavori che erano stati oggetto di spoliazioni o contratti di vendita viziati durante l'occupazione nazista. Ora manca il via libera del Senato francese, previsto per il 15 febbraio prossimo. Tra i 15 lavori c’è un opera di Marc Chagall e «Roses Under the Trees» (1905), l'unica opera nota di Gustav Klimt battente tricolore francese, situata al Musée d'Orsay. Il quadro era stato acquistato nel 1911 dal collezionista ebreo austriaco Viktor Zuckerkandl, poi ereditato dalla nipote Eleonore “ Nora” Stiasny che fu costretta a venderlo a Philipp Häusler, membro del partito nazisto, per una somma irrisoria a mezzo di un contratto chiaramente viziato per violenza psicologica. Qualche anno dopo Stiasny è stata deportata e uccisa con la sua famiglia. Gli altri pezzi sono opere provenienti dalla collezione Armand Dorville al Louvre e dal museo del Castello di Compiègne nel nord del paese. Dopo anni di grandi conferenze internazionali, incontri organizzati dalle missioni permanenti Italiane, G7 e G20, grandi restituzioni (per lo più) unilaterali, l'Italia osserva il governo francese destreggiarsi verticalmente tra musei, case d'aste, Unione Europea e paesi esteri, come quelli africani. Che la Francia stia piano piano conquistando la leadership in un campo che fino ad oggi è stato appannaggio italiano?
loading...