Traffico dei rifiuti, la procura sequestra cantieri sulla tangenziale di Novara
Per gli inquirenti è a rischio l’incolumità pubblica. Sotto accusa il raggruppamento di imprese Novar Scarl. Sequestrati beni per 12 milioni
di Sara Monaci
2' di lettura
Un’inchiesta sui rifiuti coordinata dalla procura di Milano - insieme ai carabinieri di Milano e Lodi e al nucleo tributario della Gdf di Milano - ha portato allo scoperto un’attività di profitto illecito aggravato, con il conseguente sequestro di un pezzo della tangenziale di Novara, in quanto «quei tratti stradali (lotto 0 e 1) dove sono stati impiegati i rifiuti» sono rischiosi per «l’incolumità pubblica qualora l’opera, collaudata sulla base di dati non veri e/o di materiale non conforme venisse aperta alla circolazione veicolare anche pesante». Lo scrive il sostituto procuratore di Milano, Silvia Bonardi.
Complessivamente nell’operazione sono stati sequestrati beni per un valore stimato in 12 milioni di euro. Sotto accusa il raggruppamento di imprese Novara Scar l, con sede in provincia di Torino, che si è aggiudicato l’appalto, e la Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano. Oltre alle due società, sono indagati a vario titolo t re top manager di Novara Scarl e il titolare, Marco Lavatelli, e tre dipendenti dell’immobiliare. Nei due decreti emerge come l’amministratore e legale rappresentante dell’immobiliare, insieme a un suo dipendente, avrebbe conferito nel cantiere Anas di Novara materiale edile con una marcatura Ce ritenuta falsa dagli inquirenti, procurandosi un «ingiusto profitto pari a 2.162.230 euro ovvero al totale delle vendite dei prodotti forniti alla Novara Scarl con conseguente danno per la stazione appaltante Anas, in relazione al cantiere Anas concernente i lavori di completamento e ottimizzazione della Torino-Milano, con la viabilità locale mediante l’interconnessione tra la Ss 32 Ticinese e la Sp 299 tangenziale di Novara».
Secondo gli inquirenti i tre facevano parte di un sodalizio criminale il cui promotore, il titolare di un’impresa di gestione rifiuti con sede legale in provincia di Asti, avrebbe prodotto, attraverso un consulente ambientale della stessa società, relazioni tecniche concordate, finalizzate all’ottenimento di autorizzazioni amministrative illegittime funzionali alla gestione dei rifiuti in maniera illecita.
Il gruppo, attraverso il titolare di una società di intermediazione, si sarebbe procurato, tra il 2014 e il 2021, seicentomila tonnellate di rifiuti speciali e, dopo aver documentato falsamente di averli sottoposti ad operazioni di recupero per far perdere la qualifica di rifiuto, li avrebbe rivenduti come materiale da utilizzare per la copertura di discariche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. Secondo l’accusa, il sodalizio avrebbe consentito alle diverse discariche destinatarie del prodotto di copertura di beneficiare dell’omesso versamento nelle casse comunali dell’ecotassa, previsti in caso di ricezione di rifiuti.
Inoltre lo stesso amministratore unico dell’Immobiliare avrebbe avuto rapporto professionali con Pietro Paolo Portolesi, già arrestato nel maggio 2022 nell’indagine Minotauro, e ritenuto vicino alla locale di ’ndrangheta di Volpiano.
Il sequestro probatorio del cantiere del nuovo tratto della tangenziale di Novara (lotto 0 e lotto 1) «va vista anche in relazione al profilo dell’incolumità pubblica qualora l’opera, collaudata sulla base di dati non veri o di materiale non conforme alle prescrizioni normative».
La stazione appaltante, Anas, ritiene di essere «parte offesa dalle condotte oggetto del presente procedimento penale, venendo a conoscenza di tutte le informazioni scoperte con le indagini di polizia giudiziaria e riportate nel presente provvedimento».
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