Mobilità

Tramtreno di Varese, fondo internazionale interessato al progetto

La proposta di trasformare il collegamento con Laveno Mombello da ferrovia a tranvia crea interesse anche all'estero: ora tocca alla Regione

di Marco Morino

Il rendering di un convoglio del tramtreno di Varese

3' di lettura

C’è un fondo internazionale di matrice franco-americana (il cui nome, per il momento, non viene svelato), specializzato in infrastrutture, che si è fatto avanti per investire nel progetto tramtreno di Varese. Il cuore del progetto consiste nella trasformazione dell’attuale tratto ferroviario Varese-Laveno Mombello in tranvia, con intensificazione dei convogli a 4/6 l’ora e con un numero di fermate incrementato rispetto a quello delle stazioni attuali. In pratica nascerebbe una sorta di metropolitana di superficie con 16 fermate sull’attuale linea ferroviaria di Fnm (Ferrovie Nord Milano), conservando l’infastruttura di base che è del tutto compatibile con il nuovo servizio.

Un’opera che potrebbe, nel giro dei prossimi anni, non solo favorire un ridisegno della mobilità urbana e suburbana, superando le cesure rappresentate dai tracciati delle due linee ferroviarie di Fs e Ferrovie Nord, ma incoraggiare anche un’altra idea di città. I promotori del progetto hanno già reso possibile un primo contatto tra i rappresentanti del fondo estero e i dirigenti di Ferrovie Nord Milano.

Loading...

L’investimento industriale richiesto dal progetto, sotto forma di acquisto convogli, modifiche alla linea ferroviaria, costruzione delle banchine per l’attesa dei passeggeri e così via, è stimato in circa 100 milioni di euro. A questi si aggiungono ulteriori 100 milioni per i lavori di risistemazione della viabilità intorno alle nuove fermate del tramtreno. Di conseguenza, parliamo di un’operazione infrastrutturale da oltre 200 milioni di euro.

I sostenitori del progetto parlano di «opportunità storica di rigenerazione del tessuto economico e sociale cittadino» e auspicano l’intervento della Regione Lombardia, chiamata a convocare un tavolo di lavoro con tutti i soggetti coinvolti: enti locali, Ferrovie Nord, investitori privati. Senza l’intervento della Regione, qualunque tentativo di passare dalla carta millimetrata al cantiere risulterebbe vano. Anche perché l’azionista di maggioranza di Fnm, il gruppo guidato da Andrea Gibelli, è proprio Regione Lombardia, con il 57,57% delle quote. I primi segnali che arrivano dalla Regione lasciano ben sperare per l’avvio di un percorso istituzionale, che superi la fase 1 (il comitato promotore privato) e sfoci in un’azione concreta.

Spiega Giovanni Arioli, portavoce del gruppo promotore privato: «Alla base del progetto tramtreno c’è una congettura ben precisa: così come nella seconda metà dell’Ottocento la costruzione delle due linee, Ferrovie dello Stato e Nord, promosse la crescita economica e sociale del nostro territorio, un nuovo assetto dell’infrastruttura ferroviaria consentirà di ridefinire i caratteri della città contemporanea in cui siamo già immersi, rilanciando Varese nell’area insubrica e nel più ampio contesto geografico di riferimento». Varese, insomma, come molte città europee che, in anni recenti, si sono ripensate proprio a partire dai modelli di trasporto pubblico sostenibile. Il tramtreno rappresenterebbe anche un’occasione di riscatto per quei territori un tempo sede di importanti insedimenti industriali e oggi alla ricerca di una nuova vocazione. Per esempio Comerio (dove è prevista una fermata del tramtreno), sede per lunghi anni della direzione generale di Whirlpool Emea e precedentemente dello stabilimento Ignis (elettrodomestici).

In attesa di sviluppi sul fronte tramtreno, il Comune di Varese prosegue la lotta alle emissioni inquinanti. Nelle scorse settimane sono entrati in servizio in città sulla linea urbana 11 autobus ibridi (Mercedes-Benz Citaro Hybrid), mezzi che sfrutteranno, in modo combinato, la tecnologia della trazione elettrica. Questi nuovi bus verranno affiancati ai nuovi Euro6 già in circolazione, consentendo la dismissione dei vecchi autobus inquinanti. Grazie a questa iniziativa, Varese possiede oggi la flotta di trasporto pubblico tra le più giovani in Italia, con un’età media di soli 6,6 anni, circa la metà dell’età media del parco autobus nazionale (12 anni). Dice il sindaco di Varese, Davide Galimberti: «Varese compie un enorme passo avanti, non solo in termini di trasporto pubblico, ma anche ambientale. Un grande cambiamento in fatto di mobilità sostenibile, possibile grazie ai finanziamenti che abbiamo ottenuto e che ci hanno consentito l’acquisto di questi 11 autobus ecologici. A Varese potremo circolare a bordo di bus moderni, efficienti e attenti all’ambiente».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti