Transizione, Bonomi: «Servono obiettivi di politica industriale»
«Non è accettabile andare al lavoro e morire», ha detto il presidente degli industriali
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«Non è accettabile andare al lavoro e morire», «dobbiamo intervenire prima» degli eventi tragici. Lo ha detto nel corso dell’assemblea di Federchimica il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. «Voglio intervenire prima che accadano questi incidenti», ha proseguito.
Transizione: servono obiettivi di politica industriale
«Le imprese italiane sono avanti rispetto alla manifattura europea e quindi dobbiamo anche comunicarlo. Sul fronte ambientale e energetico le nostre imprese sono molto più avanti rispetto a tanti altri», ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, nel corso dell’assemblea di Federchimica. «Nell’installazione delle centrali termiche nelle imprese - ha aggiunto - siamo i più avanti in Europa. Nel trattamento dei rifiuti chimici industriali siamo secondo al mondo. E su questo una riflessione di sistema lo dobbiamo fare e dobbiamo imparare anche a comunicarlo. La trasformazione e la transizione energetica, ambientale e digitale comporteranno degli impatti sulle filiere industriali. E questo significa anche impatti su centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ma non sento nessuno dire la verità, sul fatto che avrà dei costi economici e sociali. E quindi c’è da chiedersi quali sono gli obiettivi di politica industriale legati alle transizioni che stiamo percorrendo».
La politica pensi al futuro
La politica italiana, anche a causa dei passaggi elettorali, «è sempre più concentrata sul mettere le bandierine e poco su cosa fare per il futuro, in un momento in cui il Paese è davanti a scelte epocali», ha detto il presidente di Confindustria Bonomi. E ha ricordato che l’Italia ha contratto «un debito emergenziale importante. Fino a 24 mesi fa un rapporto deficit/Pil al 3% era una soglia inimmaginabile, ma abbiamo sfondato il 10% e non ce ne rendiamo conto, pensando che l'Unione europea andrà avanti così».
Rivedere il percorso del debito pubblico
Il numero uno di Confindustria ha ricordato che «nel 2022 si ridiscuteranno i patti di stabilità, si ridiscuteranno gli aiuti di Stato e gli interventi della Bce, che non saranno all'infinito. Molto probabilmente saranno diversi da quelli che abbiamo sempre osservato prima del periodo pandemico, ma dovremo rivedere il nostro percorso di debito pubblico». Per questo, «se non possiamo più fare debito e non riceveremo aiuti, possiamo lavorare solo su una cosa, sulla crescita, cambiare il denominatore», ha detto Bonomi. In Italia, ha spiegato, «abbiamo un dato positivo sulla ripresa, non la chiamo crescita, perché dopo un -9,6% fare un +6% non è crescita, è ripresa, e tutti dicono che torneremo a livelli di economia prepandemica a fine 2022, ma questo vuol dire essere 4 punti di Pil meno del 2008. Il divario da recuperare è molto alto, quindi le relazioni industriali sono fondamentali».
Relazioni industriali fondamentali per ripartire
Sull’importanza delle relazioni industriali, «il richiamo è arrivato anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha detto che il Patto per la crescita è ciò di cui ha bisogno il Paese. Ci fa piacere, non solo perché lo avevamo detto noi, ma anche perché Draghi ha capito lo spirito con cui avevamo proposto il Patto», ha detto il presidente di Confindustria. E ha sottolineato che «in un momento come quello attuale, in cui il Paese viene fuori da un periodo tragico, quello che bisogna evidenziare è che le relazioni industriali sono fondamentali per il Paese». Secondo Bonomi, i corpi intermedi «possono fare molto, in un momento in cui bisogna fare delle scelte epocali».
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