ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIL NUOVO MINISTERO IN ARRIVO

Transizione ecologica, all’estero industria e ambiente viaggiano separati

Gli esempi stranieri citati da M5S non prevedono l’accorpamento di sviluppo economico e ambiente. Varie le opzioni in campo per l’Italia

di Carmine Fotina

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3' di lettura

Spagna, Francia, Svizzera, Costarica. Sono i modelli citati da Beppe Grillo, garante del Movimento Cinque Stelle, nelle esternazioni sui social (prima un post su Facebook il 6 febbraio, poi mercoledì 10 un tweet) con le quali ha lanciato la proposta di un “super ministero” per la Transizione ecologica. Proposta, che secondo quanto riferito dalle associazioni ambientaliste dopo l’incontro con Mario Draghi, il premier incaricato avrebbe intenzione di accogliere e di realizzare.

Le varie opzioni
Ma, al di là degli slogan e delle formule che potrebbero essere utili per ammiccare ai votanti M5S della piattaforma Rousseau, l’operazione andrà chiarita nei dettagli. Un conto sarebbe unificare il ministero dello Sviluppo economico (Mise) con il ministero dell’Ambiente, prima opzione nelle ambizioni di Grillo. Un altro discorso sarebbe limitarsi ad assegnare al ministero dell’Ambiente le competenze dello Sviluppo economico in campo energetico (seconda opzione) o al contrario allargare il raggio d’azione del Mise in senso più “green”. Strada ancora diversa sarebbe unire invece le competenze del Mit (Infrastruture e trasporti) con quelle dell’Ambiente. Insomma, è necessario attendere le scelte finali del premier incaricato per capire la reale portata di questa novità nella composizione del governo.

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I rischi
Tenendo conto dei rischi di strappare l’energia, materia fortemente correlata alle politiche industriali nel secondo paese manifatturiero d’Europa, al ministero che è proprio il punto di riferimento dell’industria. E considerando che già oggi in realtà i due ministeri dialogano e interagiscono su tematiche energetiche comuni, come testimonia l’organizzazione del ministero dell’Ambiente che già include, guarda caso, un “Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi” competente tra l’altro su efficienza energetica, energie rinnovabili e mobilità sostenibile.

Ad ogni modo, per fare chiarezza, anche rispetto alle esternazioni che giungono dal Movimento Cinque Stelle, è utile sintetizzare l’organizzazione dei paesi citati come esempio.

Spagna
In Spagna esiste in effetti un “ministero per la Transizione ecologica e la sfida demografica”che si occupa oltre che delle tematiche ambientali e climatiche anche dell’energia. È nato assumendo competenze precedenti dei ministeri dell’Energia e dell’Agricoltura. Ma è totalmente distinto dal “ministero per l’Industria, il commercio e il turismo” che tra l’altro si occupa anche delle ricadute industriali dei dossier energetici.

Francia
In Francia poi c’è un “ministero per la Transizione ecologica” cresciuto semmai su una base di competenze relative alle infrastrutture e ai trasporti cui somma l’energia. Ma non entra in competenze relative alle politiche industriali, che sono appannaggio del superministero dell’Economia, delle Finanze e della Ripresa (attualmente retto da Bruno Le Maire), perno del Recovery Plan francese. Il ministero dell’Economia, delle Finanze e della Ripresa francese ha competenze su industria, Pmi, concorrenza, comunicazioni elettroniche e interviene anche sugli impatti industriali della politica energetica attraverso il Consiglio generale dell’economia, dell’industria, dell’energia e delle tecnologie.

Svizzera
Beppe Grillo ha citato anche Svizzera e Costarica. Nel primo caso la piccola struttura governativa è limitata a sette Dipartimenti e le caratteristiche economiche del paese non rendono significativo il confronto con un paese ad alta vocazione manifatturiera come l’Italia. Ad ogni modo il Dipartimento che si occupa di ambiente, come in Francia, accorpa energia e trasporti, oltre alle comunicazioni. Distinto il Dipartimento dell’economia, della formazione e della ricerca che si occupa anche di innovazione e politica commerciale.

Costarica
Paragone abbastanza singolare anche quello con il Costarica. Sia, ancora una volta, per le caratteristiche dell’economia del Paese sia per l’effettiva composizione del governo. Esiste infatti un ministero dell’Ambiente e dell’Energia, separato dal ministero dell’Economia, dell’industria e del commercio.

Germania
Infine, anche se non citata da Beppe Grillo, la Germania può rappresentare un utile riferimento. Parliamo infatti del primo paese manifatturiero d’Europa, l’unico che ci precede nella classifica del contributo dell’industria al Pil. La Germania ha un “ministero dell’Ambiente, della conservazione naturale e della sicurezza nucleare” ma l’energia nel suo complesso è una materia su cui è competente il potente “ministero per gli Affari economici e l’Energia”, attualmente guidato da Peter Altmaier, che si occupa di tutti gli aspetti di politica industriale.

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