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Transizione ecologica e sostenibilità protagoniste al Salone del Mobile

Prodotti e allestimenti realizzati con materiali riciclati o riducendo emissioni di CO2. La sostenibilità diventa fattore strategico di crescita per le aziende

di Giovanna Mancini

(LAPRESSE)

4' di lettura

«Siamo molto contenti di essere a Milano, mancavamo da tre anni. Ci sono alcune cose cambiate molto velocemente, che ci hanno sorpresi». Melania Cioata-Burduja è un’interior designer che lavora a Dubai, per Maison Lamassu, uno dei principali rivenditori di arredo di alta gamma nella città emiratina (rappresentano brand come Living Divani e Fendi Casa). A colpire lei e la ceo dell’azienda per cui lavora è stato soprattutto l’utilizzo dei nuovi materiali, in chiave eco-sostenibile, che si vede tra gli stand dei 2.200 espositori presenti alla 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano.

«Per esempio l’uso delle pelli per i mobili di lusso. Eravamo abituati a pelli molto sofisticate, poco o per nulla trattate, con grande effetto di naturalità, mentre ora si sta passando a un modo più “vegan” di trattarle, mescolandole a fibre di origine riciclata, e questo crea creano uno choc visivo rispetto a quello che conoscevamo. E anche l’effetto tattile cambia: per noi che abbiamo un clima molto caldo, credo non sarà facilissimo portare questi materiali nelle case».

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Non chiamatelo «green washing»

Non è solo «green washing», non è solo un’operazione di marketing. Il design italiano vira verso la sostenibilità in maniera profonda e i due anni di pandemia hanno accelerato questo processo che era già in atto da anni. Tanto che salta agli occhi immediatamente per chi, come Melania Cioata-Burduja, torna a percorrere gli stand della fiera a distanza di tre anni. Lo stesso è successo a Israel Ruiz, designer messicano dello studio Pair Arquitectura: «Quello della sostenibilità è un tema fondamentale anche in Messico e dovrebbe esserlo in tutto il mondo perché siamo a un punto di non ritorno. È interessante vedere che il modo con cui le aziende affrontano questo problema. Ci sono molte strategie differenti e noto che non solo i prodotti sono ecosostenibili, ma anche gli stand stessi sono progettati in modo da ridurre l’impatto ambientale e questo approccio riguarda anche la comunicazione, la distribuzione, il trasporto e la presentazione dei prodotti».

Fattore strategico di crescita

La sostenibilità (ambientale e sociale) e la transizione ecologica sono dunque al centro delle strategie delle aziende dell’arredamento, considerate ormai vero e proprio fattore di crescita e non solo una scelta etica o di marketing, come dimostrano non soltanto i prodotti e gli stand degli espositori al Salone del Mobile, ma anche le scelte del Salone stesso, che ha fatto richiesta alle Nazioni Unite di adesione al Global Compact (adesione peraltro già riconosciuta a FederlegnoArredo per la filiera del legno-arredo, prima al mondo tra le industrie del legno a ricevere la qualifica) e ha chiamato l’architetto Mario Cucinella a realizzare una grande installazione di 1.400 mq (Design with Nature) che racchiude in sé gli elementi cardine della circolarità e sostenibilità.

Installazione che è anche sede per ospitare talk e dibattiti su questi temi, come il convegno organizzato mercoledì da Intesa Sanpaolo per presentare il nuovo studio sugli scenari del settore arredo e le sfide per il futuro. Tra cui, appunto, la transizione ecologica: «Secondo i dati della nostra direzione Studi e ricerche, le aziende del mobile che hanno ottenuto certificazioni ambientali tra il 2008 e il 2019 hanno creato maggiore occupazione e ottenuto risultati migliori in termini di crescita del fatturato e redditività, rispetto a quelle senza certificazioni – spiega Anna Roscio, executive director sales&marketing Imprese dell’istituto –. Le imprese riconoscono che essere green conviene, non solo per un più agile accesso al credito, ma soprattutto per accelerare progetti virtuosi di sostenibilità sociale oltre che ambientale».

Sostenibilità al Salone del Mobile

Tra le tante imprese che possono confermarlo, c’è la padovana Lago, che ha avviato un percorso di sostenibilità a 360 gradi ormai 15 anni fa e in questo periodo, spiega il ceo Daniele Lago, «l’Ebitda è volato». La visione di Lago prende forma quest’anno al Salone già nello stand, progettato e realizzato con una struttura totalmente riciclabile, che permette di ridurre dell’87% le emissioni di CO2. In ottica di open innovation, il progetto nasce in collaborazione con Spinlife, spin-off dell’Università di Padova, esperto in percorsi di sostenibilità ambientale per le aziende, e Henoto, società di BolognaFiere specializzata in allestimenti fieristici. Lago si è inoltre impegnata nella custodia di 80 ettari di bosco a San Gimignano. Infine, presenta tra le novità 2022, la collezione XGlass, una speciale tecnologia che permette di lavorare il vetro riproducendo le fattezze del marmo o delle pelli animali, preservando però la disponibilità del primo e la vita degli altri, applicata su una serie di prodotti (cucine, comodini, tavoli, schienali ecc).

Il tema della circolarità è protagonista anche nello stand di Arper, dove la nuova collezione The Project of Living richiama già nei colori la scelta di attenzione verso l’ambiente e la terra. Interprete delle nuove esigenze dell’abitare, in cui il confine tra spazi per il lavoro e ambiente domestico si sono fatti più sfumati, la nuova collezione si compone di materiali completamente o in larga parte riciclati, oltre che di prodotti facilmente disassemblabili e perciò più facili da conferire alle riciclerie per dare loro una seconda vita.

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