Trasparenza e sostenibilità: il rating virtuoso di Pierre Fabre
Con il nuovo Green Impact Index il gruppo farmaceutico francese punta a fornire più informazioni ai consumatori e migliorare i propri prodotti: entro il 2023 la metà del portafoglio sarà progettato in modo sostenibile
di Marika Gervasio
2' di lettura
Si chiama Green Impact Index ed è uno strumento studiato per misurare e comunicare ai consumatori l’impatto ambientale e sociale dei prodotti cosmetici e per la salute attraverso una classificazione alfabetica (A, B, C o D). Lo ha presentato il gruppo Pierre Fabre - il secondo laboratorio di dermocosmesi al mondo e il secondo gruppo farmaceutico privato in Francia - confermando il proprio impegno verso trasparenza e sostenibilità. Oltre a fornire informazioni ai consumatori, infatti, l’indice consentirà al gruppo di migliorare il profilo dei propri prodotti con l’obiettivo di avere, entro il 2023, metà del portafoglio progettato in maniera eco-socio sostenibile. I punteggi delle prime referenze dei marchi Avène, A-Derma, Ducray, Klorane, René Furterer e Naturactive sono già disponibili sul sito corporate del gruppo. Altre saranno valutate e pubblicate su base mensile e i punteggi saranno visibili direttamente sui siti web dei brand entro la fine dell’anno.
«Innovazione, trasparenza e sostenibilità sono la chiave dello sviluppo - commenta Eric Ducournau, direttore generale del gruppo Pierre Fabre -. Il Green Impact Index è una risposta alla crescente sfiducia dei consumatori e dei pazienti nei confronti della capacità dei marchi di rispettare l’ambiente, di impegnarsi a livello sociale e di comunicare in maniera trasparente e verificabile. Abbiamo sempre prestato grande attenzione a queste tematiche e questo indice ne è oggi la prova tangibile».
Nel 2020, Pierre Fabre ha generato 2,3 miliardi di euro di ricavi, di cui il 65% a livello internazionale. Fondato nel 1962 nella regione dell’Occitania, producendo oltre il 95% dei suoi prodotti in Francia, il gruppo impiega quasi 10mila persone in tutto il mondo e distribuisce i suoi prodotti in circa 130 Paesi. È controllato principalmente da una fondazione riconosciuta di pubblica utilità, la Fondazione Pierre Fabre, che ne detiene l’86% del capitale.
L’azienda ha lanciato un Piano di trasformazione per il quadriennio 2020-2023 basato sul principio che prendersi cura di una singola persona significa migliorare tutto il mondo. «Il nostro modello di business si concentra su un approccio integrato alla salute che include prevenzione, trattamento e supporto - spiega Ducournau -. L’anno in cui abbiamo lanciato il Transformation Plan è coinciso con una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, ma questo non ci ha fermato: abbiamo continuato a lavorare garantendo la sicurezza dei nostri dipendenti e assicurando la continuità di servizio a pazienti - principalmente oncologici - e consumatori. Abbiamo avviato il nostro nuovo sistema informatico e un cambiamento organizzativo. E per quest’anno abbiamo obiettivi ambiziosi: triplicare il nostro utile, arrivare al 70% di business fuori dalla Francia, crescere nella dermocosmesi e puntare su farmaci oncologici oltre a portare avanti il nostro impegno verso la sostenibilità riducendo l’intensità di carbonio delle nostre attività e implementando la responsabilità eco e sociale del design dei nostri prodotti. Infine ci focalizzeremo su una trasformazione culturale della nostra azienda adottando nuovi modi di lavorare per raggiungere un livello più alto di semplificazione e trasversalità».
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