unione europea

Trasporti, Bruxelles cambia le regole per combattere il dumping sociale dell’Est

di Giuseppe Chiellino e Maurizio Caprino

(Afp)

4' di lettura

Bruxelles - La Commissione europea ha approvato oggi un pacchetto di riforme che con ben otto iniziative legislative si pone l’obiettivo di modernizzare il trasporto su strada nell’Unione nei prossimi anni, combattendo il dumping sociale e il lavoro nero, cresciuti in modo esponenziale dopo l’allargamento della Ue ai 13 paesi dell’Est. Il “mobility package”, che oggi stesso è stato presentato al Parlamento e l’8 giugno sarà all’esame degli Stati membri nel Consiglio Trasporti, viene presentato come una strategia a lungo termine che punta anche a ridurre l’inquinamento atmosferico e la congestione del traffico e a modificare profondamente, uniformandolo, il sistema di pedaggio con due obiettivi: muoversi in Europa senza interruzioni e con costi più equi per imprese e cittadini, commisurati alla quantità di emissioni prodotte. L’obiettivo è di concludere l’iter legistativo entro giugno del 2019, prima dell’elezione del nuovo Parlamento.

La novità più rilevante riguarda la lotta al dumping sociale e alle cosiddette “letter box company”, le società che hanno sedi fittizie nei paesi con basso costo del lavoro ma operano prevalentemente altrove, con «forte distorsione della concorrenza e a spese dei lavoratori». Le società dovranno avere asset e staff adeguati alla dimensione delle attività nello Stato membro che ha rilasciato la licenza. Inoltre, nei viaggi internazionali i camionisti sono considerati “distaccati” se si trovano in un altro Stato almeno tre giorni in un mese. Ciò comporta l’acquisizione dei diritti sociali dello previsti dallo Stato ospitante, a cominciare dal salario e dai contributi previdenziali. La proposta potrebbe aprire un duro scontro soprattutto con gli Stati dell’Est. «Nell’Unione europea non c’è spazio per fare dumping sociale così come non c’è spazio per pratiche illegali nel mercato interno» ha avvertito la commissaria ai Trasporti , Violeta Bulc. Il principio è “paga uguale per lavoro uguale”. Verrebbe superato l’attuale “mosaico” di regole, con alcuni paesi che hanno introdotto il salario minimo, ma ovviamente diverso uno dall’altro; inoltre verrebbero ridotti i costi amministrativi che oggi ammontano a 1,4 miliardi all’anno. Gli Stati sono obbligati reciprocamente a rispondere entro 25 giorni alle richieste di controllo.

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A questa novità si collega la modifica delle regole sul cabotaggio: da un massimo di tre operazioni in sette giorni si passa ad un numero illimitato ma da effettuare in un massimo di cinque giorni. L’autotrasportatore verrà considerato
lavoratore distaccato sin dal primo giorno di cabotaggio, con le condizioni di trattamento del Paese della consegna. Per i trasporti internazionali, invece, vale la regola dei 3 giorni. Ciascuno Stato membro dovrà controllare almeno il 3% degli autotrasportatori.

Le nuove regole proposte dalla Commissione intevengono anche sui riposi settimanali obbligatori, con l’obiettivo di superare l’attuale rigidità e rendere i tempi più flessibili, e anche con la speranza di migliorare le condizioni di riposo dei lavoratori e l’organizzazione delle imprese. I riposi obbligatori dovranno essere fruiti a casa o in “luogo adeguato” a spese del datore di lavoro. Sarà vietato quindi trascorrerli in cabina (oggi il divieto esiste solo in alcuni Stati). Nell’arco di 4 settimane è possibile fare due riposi “lunghi”, di 45 ore e due “ridotti” di 24 ore. Il totale resterebbe invariato ma può essere distribuito con maggiore flessibilità.

Per ridurre gli oneri amministrativi ma anche per migliorare la capacità di controllo dal parte delle autorità nazionali, è prevista una forte spinta alla digitalizzazione di un settore rimasto ancora fortemente legato ai documenti cartacei. Tutti i documenti di viaggio, dunque, dovranno essere disponibili su tablet o portatile.

Novità anche per i veicoli di trasporto leggero, la cui diffusione cresce con l’aumentare delle vendite online. Oggi il settore è molto poco professionalizzato, basta avere un camioncino e offrire il servizio. La Commissione propone l’introduzione di una “capacità finanziaria” di almeno 1800 euro, più 900 euro per ogni veicolo aggiuntivo. Per i veicoli a noleggio Bruxelles propone di rimuovere tutte le regole esistenti (un vero e proprio patchwork) per imporre la richiesta di una licenza se il veicolo è utilizzato per più di 4 mesi ino uno Stato membro.

C’è poi tutto il capitolo che riguarda pedaggi ed euro-vignette. Oggi riguardano soprattutto i veicoli per il trasporto merci e, ritiene la Commissione, esiste una sproporzione tra il breve e il lungo termine. Premesso che ogni Stato membro resta libero di imporre un pagamento o meno, Bruxelles propone innanzitutto di estendere il pagamento anche ai mezzi di trasporto passeggeri, bus, van e via dicendo. Inoltre, dopo una fase di transizione in cui le vignette temporane avranno limiti di prezzo rispetto a quelle annuali, la Commissione propone la transizione (dal 2023 per i veicoli pesanti e dal 2025 per quelli leggeri) al sistema a pedaggio, sulla base del principio che paga di più chi percorre più chilometri, quindi chi inquina di più. I veicoli a zero emissioni potranno avere uno sconto fino al 75%.

Sulla digitalizzazione, occorre aggiungere che la proposta di uno standard per i sistemi di pagamento elettronico dei pedaggi che tutti gli operatori dovrebbero adottare in modo da semplificare i passaggi frontalieri. Inoltre, dal 2024 è prevista l’introduzione dei “tachigrafi intelligenti” collegati al Gps, anche per rendere più facili controlli mirati e colpire le infrazioni.

Il pacchetto è frutto di due anni di lavoro, di consultazioni e di compromessi della Commissione. Ora si apre la fase più difficile, quella in cui gli Stati membri e gli stakeholder faranno sentire in tutti i modi la propria voce per cambiare ciò che della proposta non piace. Secondo i sindacati riuniti nell’Etf (la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti) la nuova combinazione tra il cabotaggio possibile per un maggior numero di giorni senza un tetto ai viaggi e i tempi di riposo flessibili può creare problemi. In particolare, secondo Maurizio Diamante (responsabile di settore per la Fit-Cisl), nei giorni di cabotaggio ammessi si potrebbero concentrare molti viaggi che, con i riposi aumentati nei week end a scapito di quelli infrasettimanali, non farebbero nemmeno sforare i limiti di impiego complessivo dell’autista.

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