Trasporto aereo, il boom della domanda a un bivio: per i vettori difficile coprire i costi
Meno potere d’acquisto: i risparmi accumulati durante la pandemia si sono in via di esaurimento
di Mara Monti
3' di lettura
Il boom della domanda di viaggi potrebbe essere alle battute finali. E’ quello che temono analisti e le compagnie aeree americane che una dopo l’altra stanno rivedendo al ribasso le previsioni per il prossimo trimestre. L’ultima ad avere annunciato tale revisione è stata American Airlines dopo avere riportato una perdita netta di 545 milioni di dollari nel terzo trimestre rispetto a un utile di 483 milioni di dollari nello stesso periodo dello scorso anno. Al netto delle poste straordinarie, la compagnia aerea avrebbe chiuso il periodo con un utile netto di 263 milioni di dollari, pari a un eps di 38 centesimi, superiore alle stime di un eps di 25 centesimi.
AA peggio dei competitor
Secondo il vettore, a peggiorare i conti è stato l’aumento del 26% del prezzo del carburante nel trimestre e la crescita degli stipendi per 983 milioni di dollari dovuto al nuovo contratto dei piloti. La compagnia texana ha fatto peggio delle concorrenti United e Delta Air Lines che pur dovendo affrontare le stesse difficoltà, sono riuscite a chiudere il trimestre ciascuna in utile per un miliardo di dollari. Anche sul fronte dei ricavi, il vettore americano non sembra essere andato meglio, chiudendo il periodo con risultati in linea con quelli dello scorso anno a 13,48 miliardi di dollari, rispetto agli aumenti del 12% e dell’11% di United e Delta.
Dollaro forte come alleato
Lo scenario è di estrema cautela alla luce dell’aumento del prezzo del carburante, del personale e con i timori della guerra sempre più evidenti dopo la cancellazione dei voli verso Israele. Unico alleato, in questa ultima parte dell’anno, il dollaro che resta forte nei confronti soprattutto dell’euro, quanto basta ad incoraggiare gli americani a pianificare ancora viaggi all’estero per le prossime vacanze. L’interrogativo è per quanto tempo durerà la forza della valuta. «La domanda, soprattutto avvicinandoci alle vacanze, resta molto forte - ha commentato l’amministratore delegato del vettore Robert Isom -. Nel complesso riscontriamo che le persone vogliono continuare a viaggiare».
Settore volatile a Wall Street
Le azioni del titolo della compagnia americana hanno aperto le contrattazioni a Wall Street in rialzo del 3% dopo giorni di ribassi. Dall’inizio dell’anno il titolo è sceso del 10,7%, rispetto a un calo dell’11,6% dell’indice S&P 500 delle cinque maggiori compagnie aeree statunitensi. Il mercato è molto volatile, in questa fase, se si pensa che in Borsa, United è crollata del 10% dopo la pubblicazione dei risultati trascinando al ribasso tutto il settore. I dubbi degli analisti si concentrano sulla durata della crescita della domanda.
Finora, la forte richiesta di viaggi ha consentito ai vettori di mitigare la pressione inflazionistica aumentando le tariffe, ma il calo a due cifre dei prezzi dei biglietti aerei rispetto allo scorso anno suggerisce che il potere dei prezzi ha raggiunto il picco, sollevando il dubbio su come le compagnie aeree si proteggeranno in futuro dagli aumenti dei costi. Il ceo di Delta Ed Bastian, ha suggerito che l’industria è ancora in grado di trasferire l’aumento dei costi operativi ai consumatori. Ma questo è più facile a dirsi che a farsi: gli analisti, al contrario, ritengono che i risparmi legati alla pandemia si stiano esaurendo e che gli alti tassi di interesse stiano riducendo la capacità di spesa. Ecco perché le compagnie aeree potrebbero avere un brusco risveglio quando la domanda comincerà a scendere e si accorgeranno che il costo del loro business è privo di coperture.
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