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Tre anni di buio per l’auto, immatricolazioni ferme a un milione e mezzo

Centro Studi Promotor, Quagliano: «Serve un piano triennale di incentivi e sostegni alle infrastrutture per l’e-mobility» - Italia sotto la media europea per la quota di full electric

di Filomena Greco

(Adobe Stock)

2' di lettura

La crisi dei volumi del mercato auto durerà fino al 2022 mettendo a dura prova l’intero settore. È la stima del Centro Studi Promotor presieduto da Gian Primo Quagliano. Quest’anno e l’anno prossimo le immatricolazioni resteranno intorno alla la soglia del milione e mezzo, con una perdita di quasi un quarto del mercato sul 2019, fase pre-covid, e con un forte impatto negativo sull’anzianità del parco circolante.

Nel dettaglio le immatricolazioni nel 2021 toccheranno quota 1.460.000 con un calo del 23,8% sul 2019 e una modesta crescita, del 5,7%, sul 2020, l’anno del lockdown e dello scoppio della pandemia.

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Promotor: serve piano di incentivi statali

«Serve che Governo e Parlamento varino un piano di incentivi almeno triennale ed è necessario che venga messo a punto un piano per la transizione all’elettrico che definisca con chiarezza chi ad esempio dovrà sostenerne i costi e come compensare il previsto impatto negativo su occupazione e produzione industriale», sottolinea Quagliano. Un intervento ancora più urgente alla luce della presa di posizione del Governo, attraverso il Cite, sui motori endotermici, al bando sulle auto nuove a partire dal 2035.

Secondo le previsioni del Centro Studi Promotor dunque anche il 2022 sarà un “anno di passione”, con immatricolazioni stimate in un milione e mezzo, un livello che Promotor definisce «assolutamente depresso» per il terzo anno di fila. Si tratta di volumi inadeguati a soddisfare la normale domanda di sostituzione del parco circolante e a garantire sicurezza all’intero indotto automotive italiano.

Le cause del basso volume di vendite di auto, secondo il Centro Studi, sono la pandemia, la debolezza del quadro economico, sebbene in recupero – l’Italia resta sotto la soglia del 2007 per quanto riguarda il Pil –, la crisi dei semiconduttori, che ha costretto la produzione a procedere a singhiozzo ed ha allungato i tempi di consegna delle autovetture, e infine l’insufficiente sostegno alla domanda degli incentivi statali.

Volumi del settore ancora inferiori alla crisi del 2008

«Il Governo dovrebbe spingere sull’acquisto di auto euro 6, con rottamazione di un'auto di oltre 10 anni d'età, oltre che sull’acquisto di auto elettriche o a basso impatto. Serve inoltre un impegno chiaro a favore di sostegni per lo sviluppo della rete di ricarica, per l'adeguamento della normativa vigente alle esigenze dello sviluppo della rete di ricarica e per la corretta informazione degli utenti», conclude Quagliano.

Secondo una elaborazione del Centro Studi l’Italia, come la Spagna, di fatto non ha recuperato i volumi del settore auto rispetto al 2007, attestandosi tra il 20 e il 25% sotto la soglia precedente alla crisi del 2008. Molto meglio hanno fatto Germania e Francia, che hanno non solo recuperato i volumi ma hanno registrato una crescita delle immatricolazioni rispettivamente del 14 e del 5% (dato 2019), mentre resta leggermente sotto soglia il mercato Uk.

L’Italia inoltre registra una quota di auto full electric sul totale delle immatricolazioni che risulta la metà rispetto ai dati dei principali mercati europei: 3,7% nel periodo gennaio-ottobre 2021 contro il 10,8% della Germania, il 7,8 della Francia, l’8,8 del Regno Unito.

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