Tre morti sul lavoro. Da inizio anno ci sono state 677 denunce di infortuni mortali
Secondo i dati Inail relativi ai primi 7 mesi dell’anno gli incidenti sono aumentati dell’8,3% ma sono in calo i casi mortali. Per industria e servizi -10%, mentre si registra un aumento in agricoltura e nel conto Stato
di Cristina Casadei
3' di lettura
Da Nord a Sud il bilancio degli infortuni sul lavoro fa registrare tre morti. L’ennesima giornata difficile sul lavoro si è aperta con un incidente mortale nel cantiere della metropolitana di Napoli dove un uomo di 59 anni, dipendente della società che si sta occupando dei lavori è morto nel nuovo tratto fra Capodichino e il Centro direzionale. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato trovato dai colleghi nel fossato della banchina dei treni, ma sarebbe morto poco dopo in ospedale. A darne notizia i sindacati della città. Lascia una moglie e due figli. A poche ore di distanza un uomo di 73 anni è morto per le ferite riportate cadendo da un albero, da un’altezza di circa 6 metri, mentre stava lavorando all’interno di un’azienda agricola a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, mentre a Pietrasanta un operaio è morto e un altro è rimasto leggermente ferito. La vittima aveva 44 anni. Da una prima ricostruzione, i due operai stavano pulendo delle lastre di marmo appena tagliate quando i fermi hanno ceduto. Il 44enne è stato travolto ed è morto sul colpo, l’altro operaio invece è riuscito a spostarsi ed è rimasto ferito in modo lieve.
L’andamento dei primi sette mesi
Sui dati che raccontano gli infortuni e le malattie professionali raccolti dall’Inail, pesa ancora l’emergenza Coronavirus che impedisce di avere un quadro mensile stabile delle morti da Covid, per via del carattere tardivo delle denunce. Fatta questa premessa, i primi sette mesi di quest’anno, sul fronte delle morti bianche, restituiscono un quadro meno drammatico rispetto al 2020: si registra infatti un aumento complessivo delle denunce di infortunio, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali. Prendendo i numeri, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e luglio sono state 312.762, in crescita dell’+8,3%, rispetto allo stesso periodo del 2020. Quelle con esito mortale sono state 677, in calo del 5,4%: a determinare questo risultato sono state Industria e servizi, l’unica gestione in calo che ha segnato oltre meno 10%. In aumento risultano invece le morti bianche in agricoltura e nello Stato. Salgono, infine, le patologie di origine professionale: sono state 33.865, in crescita del 34,4%. Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sette mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.
I casi mortali
Gli infortuni con esito mortale dei primi sette mesi dell’anno sono stati 677, 39 in meno rispetto ai 716 del 2020. Il confronto tra i due anni però richiede molta cautela, come detto. L’aumento delle morti bianche ha riguardato gli infortuni in itinere, passati da 113 a 134, con una aumento del 18,6%. Le morti sul lavoro sono invece state 60 in meno e sono passate da da 630 a 543, con un calo del 10%. In particolare, l’unica gestione in calo si è registrata per industria e servizi, dove le morti bianche sono passate da 630 a 565, in calo del 10,3%. C’è invece stato un aumento per l’agricoltura, passata da 55 a 76 denunce, e per gli statali, passati da 31 a 36.
Le denunce di infortunio
Nel complesso, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro luglio sono state quasi 24mila in più rispetto alle 288.873 dei primi sette mesi del 2020. I dati evidenziano un aumento degli infortuni in itinere che sono aumentati del 18,9%. Sono aumentati del 6,9% quelli avvenuti durante il lavoro. Su questi dati pesano sia le chiusure, sia lo smart working. Prendendo i numeri, gli infortuni sul lavoro denunciati sono aumentati del 6,4% nella gestione Industria e servizi, passati dai 249.499 casi del 2020 ai 265.499 del 2021, del 4,4% in agricoltura (da 14.797 a 15.450) e del 29,4% fra gli statali (da 24.577 a 31.813).
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