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Treasure House, debutto positivo per la nuova fiera estiva londinese

Focus sull'arte locale e sulle arti decorative per la fiera erede di Masterpiece. Buone vendite permettono di confermare l'appuntamento nel 2024

di Giovanni Gasparini

JOAN MIRÒ “Paysage” da GALERIE GMURZYNSKA

5' di lettura

A meno di sei mesi dall'annuncio della cancellazione della fiera Masterpiece da parte del gruppo svizzero MCH che l'aveva da poco comperata, dal 22 al 26 giugno l'area del Royal Hospital Chelsea nel centro di Londra ha comunque visto la presenza di una fiera di arte e lusso, sotto la nuova denominazione ‘Treasure House'.
I due fondatori Harry Van der Horn e Thomas Woodham-Smith, già co-fondatori di Masterpiece, sono riusciti a conservare la continuità di quella esperienza fortemente penalizzata dalla chiusura pandemica e dalla crescita di costi ed ostacoli dovuti alla Brexit, organizzando a tempo record una fiera dalle dimensioni più contenute, soprattutto, per il numero limitato di espositori da oltre Manica, circa un quinto del totale delle 52 gallerie ospitate sotto la piacevole tensostruttura eretta per l'occasione.

La fiera ha conservato il carattere multidisciplinare, grazie al coinvolgimento di operatori nel settore delle arti decorative, antichità e oggetti di lusso, oltre ovviamente alle tradizionali pittura e scultura, accomunati da una elevata qualità degli oggetti, spinta anche dal processo di ‘vetting', il controllo preventivo degli oggetti proposti eseguito da specialisti indipendenti, secondo il modello che ha reso celebre Tefaf Maastricht.
Dal punto di vista del mercato, salvo qualche notabile eccezione milionaria, i prezzi erano largamente contenuti nelle decine di migliaia di sterline, scelta indirizzata al pubblico inglese e internazionale che risiede a Londra, dal collezionista sofisticato di antichità ed arti non occidentali, all'acquirente di beni di lusso interessato all'arredo della propria casa.

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”Blue Nude #3 N125” di Tom Wesselmann da Galerie Gmurzynska

Pittura e scultura

Il lavoro più caro della fiera troneggiava allo stand della Galerie Gmurzynska, realtà internazionale basata in Svizzera: un grande dipinto di Mirò ‘Paysage' del 1974 valutato oltre dieci milioni di dollari, grazie anche all'associazione con il celebre film ‘Wall Street' del 1987 in cui fa da sfondo ad un istruttivo dialogo fra Michael Douglas e Charlie Sheen sulla costruzione del valore nel mercato dell'arte. Nello stesso film fanno capolino diverse opere d'arte fra cui lavori di Julian Schnabel e Mimmo Paladino: probabilmente solo il Mirò ha moltiplicato il valore nei 35 anni successivi, mentre gli altri lavori ‘di moda' in quegli anni avrebbero fatto subire perdite agli acquirenti di allora. Oltre al dipinto hollywoodiano, la galleria proponeva diversi lavori erotici Pop di Mel Ramos e Tom Wesselmann, diametralmente opposti all'ideologia femminista che pervade diversi ambiti contemporanei, oltre ad una parete di fotografie di autoritratti e celebrità ospiti della piscina del noto collezionista Jean Pigozzi.
Sempre in ambito Pop storicizzato, la Long-Sharp Gallery di Indianapolis ha venduto una dozzina di disegni del periodo pre-Pop di Andy Warhol per prezzi nelle decine di migliaia di dollari. La ridotta presenza di gallerie contemporanee non ha impedito alla galleria giapponese ‘A Lighthouse Called Kanata' di vendere diversi lavori degli artisti contemporanei giapponesi Mayu Nakata e Kiyo Hasegawa nella fascia di prezzo 25-65mila £. Sempre in ambito asiatico, la galleria londinese di Michael Goedhuis ha riportato la vendita di diversi lavori di artisti cinesi contemporanei con prezzi fra 9 e 45mila £.
Fra le gallerie inglesi che proponevano arte non locale, Whitford Fine Art ha venduto lavori dell'artista polacco storicizzato Caziel nella forchetta 16-30mila £.

”Rising And Falling Curve With Turquoise, Cerise, Olive And Black” di Bridget Riley da OsbornE Samuel ltd

I costi aggiuntivi e le complicazioni dovute alla Brexit, oltre alla prossimità con la settimana di fiere di arte moderna e contemporanea a Basel conclusasi il 18 giugno, hanno impattato significativamente sul numero di gallerie internazionali del settore. Una nicchia specifica della produzione artistica moderna, quella della scultura e, in particolare, quella figurativa che ha per soggetto gli animali, ha trovato sbocchi milionari dallo specialista inglese Sladmore, che riporta di aver venduto per 2 milioni di dollari un bronzo di Rembrandt Bugatti, forse il più efficace ‘animalier' di sempre per la sua capacità di infondere una personalità agli animali ritratti. Scelta simile per la galleria parigina Univers du Bronze, che proponeva diverse sculture di animali fra la fine dell'800 ad oggi firmate dall’artista autodidatta Umberto, con prezzi nelle decina di migliaia di sterline e fino a diverse centinaia di migliaia per grandi nomi come il solito Bugatti, Pompon e i Lalanne.

Il tempo limitato per l'organizzazione e l'accresciuta insularità dovuta alla Brexit hanno determinato la prevalenza di gallerie basate nel Regno Unito, e l'offerta di arte inglese ben oltre le proporzioni usuali. Largamente focalizzate sull’arte inglese la galleria Osborne Samuel, che ha riportato fra le vendite alcuni lavori di Chadwick e la galleria Richard Green che ha offerto nomi noti come Henry Moore, Bridget Riley, Lowry e Barbara Hepworth a prezzi normalmente entro il milione di sterline. Macconal Mason proponeva opere di WInston Churchill, particolarmente popolari nel pubblico locale conservatore e avanti con gli anni, mentre Offer Waterman si affidava alle sculture di Henry Moore e William Turnbull.

Arti decorative, non europee e archeologia

Uno dei punti di forza della fiera rimane l'attenzione particolare alle arti decorative, fra cui spicca lo specialista Adrian Sassoon che ha venduto oltre una ventina di oggetti di design internazionale nella fascia di prezzo fra 5 e 36mila £.
Non poteva mancare la proposta di arte non europea, ben rappresentata dalla partnership brussellese Patrick & Ondine Mestdagh con lavori tradizionali da ogni parte del mondo: Asia, MesoAmerica e Oceania con prezzi prevalentemente fra le migliaia e 10mila sterline, e comunque sotto la soglia di 100mila £. Sydney L. Moss é focalizzata, invece, sull'arte tradizionale giapponese ha riportato la vendita di un decorato elmetto samurai per 36mila £, presentando opere fino a 1,2 milioni di £ per un dipinto tradizionale cinese di Lin Du, nonché uno stupendo paravento pieghevole di grandi dimensioni del XVII secolo da una richiesta di 225mila £. Non sono mancati esemplari di arte antica e da scavo: la galleria Cahn di Basel ha proposto statue dall'arte Cicladica al tardi periodo romano.
La nicchia dei libri e stampe ha visto la partecipazione di due giganti del settore basati a Londra, ospiti regolari anche delle fiere Frieze Master e Tefaf: Peter Harrington con diverse ‘prime edizioni' in parte già presentate anche alle prestigiose fiere internazionali, fra cui ‘The Wealth of Nation' di Adam Smith a 275mila £, e Daniel Crouch con una grande mappa di Londra del 1746 per 300mila £ e uno dei primi e più accurati Atlanti del 1482 dal prezzo milionario.

Spazio al lusso

In linea con l'esperienza di Masterpiece, la fiera continua ad offrire molti spunti nell'ambito della gioielleria, con lo specialista di gioielli d'epoca Wartski e quello di gioielli d’artista Didier. Ma la vendita più cara in fiera è riferita da uno specialista di orologi, Carter Marsh&co, con 4,5 milioni di £ per un Silver Tompion clock commissionato da Carlo II. Sempre nella sfera degli orologi, vi sono state diverse vendite nella fascia di prezzo fra 50 e 100mila £ per il dealer di Mayfair Somlo, specialista di orologi da polso e da taschino storici, in particolare i classici Patek Philippe e gli orologi-gioiello di Cartier.
Infine, fra gli oggetti inusuali di grande impatto non poteva mancare un motoscafo di lusso legato alla grande tradizione italiana: il cantiere Riva ha portato il nuovo Aquariva in cooperazione con Gucci, offerto al prezzo di 695mila euro e pronto per fuggire all'insolito calore dell”estate inglese. Forte dei risultati positivi di vendite e pubblico, Treasure House ha già annunciato le date per la seconda edizione dal 26 giugno al 2 luglio 2024.

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