Ferrovie

Treni, cura da 4 miliardi di Regione e Gruppo Fs per spegnere le proteste

Pendolari infuriati: «La pandemia ha aggravato la crisi già in atto»
Annunciati forti investimenti in nuovi convogli e potenziamento della rete

di Marco Morino

il nuovo treno per il trasporto regionale fabbricato da Alstom (è stato chiamato Donizetti)

3' di lettura

Il trasporto ferroviario lombardo è di nuovo nell’occhio del ciclone. L’esplosione dei contagi provocata dalla variante Omicron anche tra il personale di Trenord ha avuto pesanti ripercussioni, con cancellazioni di treni e tagli alle corse giornaliere. Immediate le proteste dei pendolari, che denunciano da tempo la scarsa qualità del servizio ferroviario regionale. In una lettera indirizzata al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, i rappresentanti dei viaggiatori spiegano che la pandemia, benché contribuisca all’ulteriore peggioramento del servizio, non costituisce affatto la causa esclusiva, e nemmeno la principale, del degrado. La pandemia è solo una causa di accelerazione. Le ragioni della crisi vanno ricercate altrove: nel materiale rotabile vetusto in servizio da almeno 30 anni; nella riduzione, anno dopo anno, delle corse giornaliere, passate dalle 2.347 del 2018 a poco meno di 1.800 (orario in vigore dal 10 gennaio 2022), «senza contare la riduzione della lunghezza del percorso di molte altre» scrivono i comitati dei pendolari lombardi, che chiedono le dimissioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Claudia Maria Terzi. Secondo i pendolari lombardi, «in queste condizioni è impossibile usare il treno».

Chiamata in causa, l’assessore Terzi replica: «Posto che il servizio ferroviario lombardo, per come è strutturato, per volumi, quantità e frequenza, non ha paragoni nel resto d’Italia, ogni giorno tale servizio garantisce 800mila posti, a fronte di un’utenza attuale che si aggira sui 350mila viaggiatori. Le corse sono state riorganizzate con l’obiettivo di tutelare gli orari più frequentati da studenti e lavoratori, cercando di privilegiare il più possibile le fasce di punta. La Regione sta investendo due miliardi di euro per l’acquisto dei nuovi treni, che stanno gradualmente entrando in attività, e un miliardo di euro per efficientare l’infrastruttura di Ferrovie Nord, nella speranza che lo Stato centrale attui in proporzione investimenti analoghi sulla rete statale». Ecco dunque chiamato in causa il terzo soggetto: il Gruppo Fs. Ferrovie Italiane è socio al 50% di Trenord, la compagnia che gestisce il servizio ferroviario regionale (l’altro 50% fa capo al gruppo Ferrovie Nord Milano, controllato da Regione Lombardia e di cui Fs è azionista di minoranza con il 14,7% delle quote). Sempre in Lombardia, il Gruppo Fs è protagonista anche con la controllata Rete ferroviaria italiana (Rfi), il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Più volte, negli ultimi mesi, Rfi è stata richiamata dall’assessore Terzi per guasti e malfunzionamenti lungo la rete, che hanno causato forti disagi agli utenti.

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Anche Rfi, attraverso l’amministratrice delegata Vera Fiorani, promette il massimo impegno verso la rete ferroviaria lombarda: entro agosto, Rfi lancerà in Lombardia gare per oltre un miliardo di euro. Tra gli interventi in Lombardia, Fiorani ricorda il collegamento tra la stazione Fs di Bergamo e l’aeroporto di Orio, che permetterà di raggiungere lo scalo orobico dalla stazione Centrale di Milano in meno di un’ora; l’elettrificazione della Como-Lecco; il raddoppio della Cremona-Mantova ma soprattutto i lavori che interesseranno la stazione di Milano Centrale. Dice Fiorani: «Sarà uno di quegli interventi straordinari di digitalizzazione molto complessi, ma fondamentali per garantire ai servizi ferroviari prestazioni di migliore regolarità e qualità». Se ai tre miliardi garantiti dalla Regione sommiamo il miliardo annunciato da Rfi, vediamo che per le ferrovie lombarde è in arrivo una cura del ferro da quattro miliardi, tra l’acquisto di nuovi treni e il potenziamento della rete. Basterà questa cura per placare l’ira dei pendolari?

Intanto, dei 222 nuovi treni regionali che entreranno progressivamente in servizio entro i prossimi 4 anni, al momento ne risultano in circolazione 39: 29 Caravaggio (fabbricati da Hitachi Rail Italy, la ex Ansaldobreda) e 10 Donizetti (Alstom). Nel 2022 è prevista la consegna di ulteriori 57 convogli: 32 nuovi treni Caravaggio, 11 convogli Donizetti e - novità - 14 treni Colleoni (fabbricati da Stadler) dotati di motori diesel-elettrici. Questi ultimi saranno destinati alle linee non elettrificate lombarde. A fine anno, se il piano di Trenord non subirà ritardi, i nuovi treni in circolazione in Lombardia risulteranno pertanto 96. Da segnalare infine che, dallo scorso 1° febbraio, i treni Caravaggio hanno fatto il loro ingresso sulla linea Milano Porta Garibaldi-Gallarate-Varese-Porto Ceresio. Conclude l’assessore Terzi: «Nessuna Regione sta investendo tanto per rinnovare la flotta».

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