Treni, priorità per la grande Milano
Le opere ferroviarie sono tra quelle che hanno registrato i maggiori avanzamenti nel 2022, ma restano inadeguate per rispondere all’esigenza dei territori produttivi circostanti, come Bergamo e Mantova, degli studenti e dei residenti della provincia
di Giovanna Mancini
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Quello che salta agli occhi, scorrendo l’ultimo Rapporto Oti Nord, è che nonostante le lentezze e i ritardi, nel 2022 la Lombardia è riuscita a completare, o comunque a far avanzare in maniera significativa molte infrastrutture ferroviarie, strategiche sia per connettere l’area più produttiva del nostro Paese al resto d’Italia e all’Europa in maniera veloce e più sostenibile rispetto ai percorsi su gomma, sia perché proprio sulle ferrovie si concentra la maggioranza dei fondi stanziati per le infrastrutture dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): quasi 40 miliardi su 62.
Purtroppo, come spesso accade, le facce della medaglia sono due e se è vero che gli interventi sugli assi ferroviari sono quelli che hanno registrato il miglior avanzamento (il 64% dei cantieri), è vero anche che tra le opere più in ritardo troviamo soprattutto quelle che riguardano il trasporto su rotaia, di persone e merci.
«Non approfittare di questa opportunità sarebbe incomprensibile – osserva Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano –. Eppure ancora troppi collegamenti prioritari per la nostra regione, come per il Paese, sono pianificati su gomma». Certo, sviluppare arterie ferroviarie è più complesso, sia dal punto di vista ingegneristico, sia per le imprese che necessitano dei collegamenti per far viaggiare le merci, che dovrebbero investire per ristrutturare i processi logistici, differenti ovviamente a seconda che il trasporto avvenga su camion o su treno. «Ma non è impossibile – aggiunge Frosi –. E se c’è una visione, un progetto di lungo termine, c’è anche il tempo per adeguarsi e farsi trovare pronti quando avverrà lo spostamento su rotaia». Peraltro, osserva Frosi, le nuove modalità di trasporto, più sostenibili ed efficienti, interessano anche il traffico su gomma: basti pensare alle autostrade elettrificate, ai biocarburanti o all’idrogeno.
È una questione di visione, più che di risorse, come osserva il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, una delle aree della regione storicamente più trascurata dagli investimenti infrastrutturali regionali e statali, nonostante si tratti di un territorio ricco ed estremamente produttivo. Ne è prova l’autostrada Cremona-Mantova, un progetto che attende da quasi 18 anni di essere realizzato, per decongestionare la strada statale oggi esistente e migliorare le connessioni anche con Milano. «Mantova ha un problema di opere viarie esterne e interne, penso alle tangenziali che collegano le diverse parti della città, ma poi ha un problema anche di collegamenti ferroviari con Milano non all’altezza delle potenzialità del nostro territorio», osserva il sindaco. Oggi, grazie al lavoro della commissaria Chiara De Gregorio nominata dal governo Draghi, i cantieri per il raddoppio della ferrovia e la sua elettrificazione stanno procedendo speditamente, dopo decenni di stallo: «Avremo finalmente il doppio binario – dice il sindaco Palazzi –. Ora bisognerà capire se riusciremo ad avere anche un treno ad alta velocità». Mantova sta vivendo del resto un momento di importante sviluppo anche come hub logistico strategico: è qui che Adidas aprirà il suo nuovo hub per il sud Europa, ad esempio, ed è qui che, some spiega Damiano Frosi, molti player della logistica stanno spostando i propri magazzini, da Verona e Piacenza, in cerca di nuovi bacini di manodopera. Questo fermento ha indubbiamente accelerato gli investimenti anche sui collegamenti infrastrutturali, tra cui risultano strategici anche la costruzione della terza corsia della Verona-Modena, lungo l’autostrada del Brennero, di cui si parla da decenni. «Il tema dei collegamenti ha a che fare con il tessuto produttivo, ma anche con l’università e i residenti – aggiunge il sindaco –. Se le connessioni con Milano fossero più rapide ed efficienti, molte persone potrebbero avere la sede di lavoro nel capoluogo, ma vivere a Mantova. Occorre ragionare in termini di una grande Milano, per fornire una soluzione sia al problema del caro prezzi di quella città, sia al tema dello spopolamento delle province, che riguarda tutti i territori».
Il tema di una «grande Milano» è condiviso anche dagli industriali di Bergamo, territorio che ha beneficiato molto degli investimenti infrastrutturali degli ultimi anni, ma che ha comunque bisogno di maggiori connessioni con il capoluogo lombardo, da una parte, e con l’Europa dall’altra, per valorizzare una produzione manifatturiera tra le più importanti del Paese, in gran parte destinata alle esportazioni. «C’è un grande fermento in termini di infrastrutture – conferma Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo –. Ad esempio il collegamento tra la nostra stazione e l’aeroporto di Orio al Serio, terzo scalo italiano, è fondamentale. Tuttavia, in questo disegno sarebbe necessario anche agire per rendere più efficiente e continua la connessione ferroviaria con Milano: quello che dovrebbe essere un tragitto quasi metropolitano è ancora oggi un vero e proprio viaggio». Un altro obiettivo importante per le imprese è la realizzazione dell’autostrada Bergamo-Treviglio, per collegare al capoluogo le aree fortemente produttive della bassa bergamasca. E infine, lo scalo merci di Cortenuova, un progetto intermodale decisivo per trasferire le merci prodotte dall’industria a Genova – e dunque al mare – da una parte e all’Europa dall’altra.
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