ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùInfrastruttura green

Trentino, la montagna custodirà le informazioni a temperatura costante

.

di Valeria Zanetti

 Il data center sarà costruito nel ventre della miniera Tassullo in Val di Non

2' di lettura

È un data center unico nel suo genere in Italia e tra i pochissimi esistenti al mondo quello che nascerà in Trentino, unendo la ricchezza del territorio alle sue potenzialità anche in ambito di innovazione digitale.

Nel ventre della miniera Tassullo in Val di Non troverà spazio un data center “green”, che sfrutterà tutte le condizioni ottimali offerte dall’ambiente sotterraneo per sviluppare i più moderni servizi legati all’Ict, tra cui intelligenza artificiale, High Performance Computing, Edge Computing, Cybersecurity e crittografia quantistica. Una iniziativa che si colloca nell’ambito del Pnrr e nasce dall’accordo tra l’Università di Trento e le aziende trentine Covi Costruzioni, Dedagroup, GPI e Isa. Questo partenariato pubblico - privato ha dato vita alla Srl Trentino Data Mine, che rappresenta il primo passo verso la realizzazione del data center green. L’ampio spazio ipogeo della miniera Tassullo garantirà al data center temperatura costante, protezione dall’inquinamento elettromagnetico, sicurezza dei dati, protezione da eventi naturali, risparmio energetico, risparmio di suolo e riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Loading...

Un progetto da 50 milioni di euro, per una durata di 36 mesi e un costo di 50,2 milioni di euro, che saranno finanziati per 18,4 milioni da risorse pubbliche e per circa 31,8 milioni da risorse private. La voce più consistente dell’investimento (circa 18 milioni) sarà riservata alla realizzazione degli impianti tecnici nella miniera. Il ritorno dell’investimento è atteso nell’arco di 15 anni dall’avvio del progetto (2023-2037). Ricerca e impresa sono i due elementi che contraddistinguono il progetto di Trentino Data Mine.

La forte propensione alla ricerca scientifica è data innanzitutto dal ruolo dell’Università di Trento ma anche dalle partnership che sono state messe in campo. Un’importante ruolo di ricerca è stato affidato a Fondazione Bruno Kessler e EIT Digital, enti pubblici ad elevata competenza nel settore ICT. Inoltre, sono stati coinvolti la Fondazione HIT - Hub Innovazione Trentino e Trentino Sviluppo, enti vocati all’innovazione tecnologica.

La connotazione imprenditoriale sta invece nell’interesse delle aziende socie e nell’obiettivo del progetto di diventare “ecosistema di innovazione” insieme ad altri enti pubblici e privati. Il data center vuole, infatti, porsi come punto di riferimento per tutti i soggetti che hanno la necessità di gestire e conservare i propri dati e di ricevere supporto nelle varie fasi del ciclo di innovazione in una logica di open source.

Nelle intenzioni dell’operazione vi è anche quella di attrarre investimenti internazionali, visto il promettente mercato dei servizi in cloud, di gestione dei big data e della cybersicurezza. I campi di applicazione del progetto includono salute, intelligenza artificiale, sicurezza informatica e finanziaria, gestione di grandi quantità di dati saranno i campi di applicazione del data center.

Tra quelli maggiormente strategici scienze della vita (e-health, prestazioni sanitarie, diagnostica e medicina di precisione); intelligenza artificiale (industria 4.0, manifattura smart, agricoltura digitale e smart, finanza digitale); transizione energetica (città smart, mobilità smart, 5G e servizi pubblici). Queste stesse aree di interesse si intrecciano con quelle di iNEST, un altro progetto finanziato con fondi Pnrr in cui è coinvolta l’Università di Trento, che prevede la creazione di un ecosistema del Triveneto dedicato all’innovazione.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti