Tribunale Unitario Brevetti come spinta all’innovazione e all’internazionalizzazione, a fianco del Pnrr
Il Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) non è esclusivamente un nuovo organo deputato alla gestione degli altrettanto nuovi brevetti unificati.
di Avv Andrea Tuninetti Ferrari *
3' di lettura
Il Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) non è esclusivamente un nuovo organo deputato alla gestione degli altrettanto nuovi brevetti unificati. Ad un'analisi più ampia e di prospettiva, infatti, possiamo individuare nel TUB una spinta all'innovazione e all'internazionalizzazione, che può lavorare in sinergia con il PNRR attraverso strumenti diversi e complementari.
Pur nelle incertezze per un sistema radicalmente nuovo e nei chiaroscuri derivanti da inevitabili compromessi (per l'Italia, su tutti, quello riguardante le competenze da assegnare alla sede distaccata di Milano), il TUB costituisce una grande opportunità per il sistema economico e produttivo italiano a complemento degli investimenti del PNRR.
Prendiamo in considerazione l'innovazione: entrano in vigore diversi meccanismi che possono favorire indirettamente il titolare del brevetto, con il risultato che, sul medio periodo, le imprese saranno indotte a brevettare con maggiore intensità, ed è di conseguenza lecito attendersi un fiorire di invenzioni e di proprietà intellettuali brevettate. Uno di questi meccanismi, ad esempio, è la cosiddetta biforcazione: chi è convenuto in un'azione di contraffazione può svolgere la ‘domanda riconvenzionale di nullità' per contestare il brevetto in questione; in questa eventualità, la divisione locale, a sua discrezione, potrà decidere di mantenere entrambe le domande davanti a sé o di trasferirle entrambe alla divisione centrale o, ancora, trattenere solo la domanda sulla contraffazione e trasferire la domanda sulla nullità alla divisione centrale - e appunto quest'ultimo è il caso della biforcazione. Si tratta quindi di un meccanismo che scoraggia le contestazioni di nullità più pretestuose e, indirettamente, rafforza la posizione del titolare del brevetto, incoraggiando pertanto le imprese a registrare i brevetti stessi in prima istanza.
L'altra direzione in cui il TUB, con i suoi strumenti, può spingere l'Italia a fianco del PNRR è l'internazionalizzazione: tutto il sistema Italia - le imprese, il mercato, ma anche i professionisti e gli stessi giudici - sarà chiamato a confrontarsi ed integrarsi con le realtà degli altri paesi aderenti al nuovo apparato. In questo inedito continuo e confronto sia con le novità in sé sia con aspetti relativi a nazioni differenti, i meccanismi procedurali relativi al brevetto unitario e ai procedimenti davanti al TUB porteranno maggiore visibilità e accessibilità ad investitori stranieri e a filiere regionali e internazionali finora poco permeabili. Data questa nuova ampiezza di respiro nella gestione delle proprie innovazioni, le imprese e i consulenti dovranno rimodulare le proprie strategie: già il fatto di avere una corte di prima istanza articolata in divisione locale (competente nel ricevere le azioni di contraffazione) e divisione centrale (competente per le azioni di nullità in via principale) comporta, fin dall’inizio del contenzioso brevettuale, di fare considerazioni specifiche; anche tenuto conto che, mentre le divisioni locali sono presenti in ogni paese membro del TUB, la divisione centrale ha sede a Parigi con sede distaccata a Monaco e - con ogni probabilità - a Milano.
Per quanto riguarda il settore sanitario e farmaceutico che dovrebbe rientrare tra le competenze della sezione distaccata di Milano, infine, è utile osservare che la ventilata “perdita” delle controversie relative ai brevetti muniti di certificato complementare di protezione non comporta una forte diminuzione della rilevanza delle competenze della sede e, quindi, dell'Italia. In primo luogo, già il fatto di ospitare una sezione distaccata a Milano è un risultato indice e propulsore di internazionalizzazione, dato che a seguito di Brexit l’orientamento era riassorbire le competenze tra le due sezioni di Parigi e Monaco; in secondo luogo, anche a prescindere dai brevetti con certificati complementari, le competenze residue coprono aree di grande rilievo per l’economia italiana, quelle che interessano i contenziosi brevettuali più interessanti e sofisticati perché relativi a tecniche più innovative e che si affacciano per la prima volta sul mercato.
*Clifford Chance
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