Appello dei sindacati: liberare il porto

No Green pass continuano il presidio a Trieste. Si è dimesso Puzzer, leader dei portuali

Nella serata di sabato Puzzer aveva concordato un comunicato con cui dichiarava finita la protesta. Poi il dietrofront su pressione dei no vax venuti anche da fuori città

(ANSA)

3' di lettura

«Proseguiremo ad oltranza». Le parole sono le stesse ma a pronunciarle stavolta non sono i portuali del Coordinamento lavoratori di Trieste ma la portavoce di un altro ’gruppo’, quello dei No Green pass di Trieste. L’annuncio sancisce il passaggio di mano della piazza dai lavoratori all’eterogenea galassia dei contrari ai vaccini e al Green pass. Tra la fine della seconda giornata di manifestazioni e la terza, si consuma il passaggio del testimone.

Come sarà la convivenza tra le tute gialle e il variopinto mondo no green pass? I portuali resteranno a presidiare fino al 20 Ottobre con uno sparuto gruppetto e non ci pensano nemmeno a ostacolare l’attività del Porto, ma le centinaia di persone che probabilmente assieperanno il Varco 4 del Molo VII chissà se consentiranno ai camion di passare.

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Appello dei sindacati: liberare il porto

Intanto è arrivato l’appello di Cgil, Cisl e Uil a liberare il porto. «Le legittime manifestazioni di dissenso devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro. Quelle persone che hanno dimostrato solidarietà a quei lavoratori portuali in presidio facciano un passo in avanti e liberino il porto e quei lavoratori da un peso e una responsabilità che non hanno. Non si esasperi questa situazione perché, nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza».

Le dimissioni di Puzzer dal coordinamento dei portuali

In mattinata Stefano Puzzer si è dimesso da portavoce del Coordinamento dei portuali di Trieste. Lo ha scritto sul proprio profilo Facebook. «Mi sono dimesso sia dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro» ha spiegato. E ha aggiunto: «Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il green pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il green pass».

Il comunicato sulla fine del presidio

Che fosse arrivato il momento di tornare a casa, o al lavoro, era apparso chiaro ai portuali di Trieste che avevano lanciato la protesta minacciando di bloccare lo scalo, il primo in Italia per movimentazione di merci, se il governo non si fosse rimangiato l'obbligatorietà del Green Pass suoi luoghi di lavoro, cosa che non ha fatto. Il comunicato che annunciava la fine del presidio era stato preparato sabato pomeriggio nei dettagli. «Questa prima battaglia l'abbiamo vinta» recitava il testo, ma occorre «fare un passo in avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni», dunque «da domani torniamo al lavoro»

Il dietrofront non concordato

Passa poco più di mezz'ora, e Puzzer chiama di persona le agenzie di stampa e i giornali per dire con voce febbrile che non è vero niente, che quel comunicato, uscito su carta intestata del suo sindacato, è una bozza, che la protesta va avanti «più dura di prima» e che «il presidio continua e non si molla». Come mai il dietrofront? Quando hanno visto i portuali che si avviavano verso la strada, i cinquanta militanti No Vax che si erano accampati per la notte, alcuni giunti da fuori regione, come ad esempio una delegazione da Cesena, non l'hanno presa bene. Ma come, hanno detto a Puzzer, fai fuoco e fiamme alla televisione, dichiari guerra allo Stato, ci vai venire fin qui, e poi ci saluti in questo modo?

Di qui il dietrofront di Puzzer. Non concordato con i membri del Comitato esecutivo del Coordinamento, con i quali aveva concordato parole per parola il comunicato che chiudeva la questione. E in mattinata le dimissioni. «È giusto che io mi assuma le mie responsabilità», ha scritto. «Una di queste è quella di continuare il presidio fino al 20. La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno anzi non volevano accettarle ma io l’ho preteso».

Chi è Stefano Puzzer

Puzzer ha fatto il vaccino e ha il green pass, ma non lo esibisce per lavorare bensì solo per accompagnare il figlio all’asilo. E così continuerà, ha annunciato, fino a quando «il governo non ritirerà il green pass». La sua battaglia è iniziata per i tamponi gratuiti per i colleghi portuali, poi, quando le aziende hanno accolto la richiesta, per tutti i lavoratori. Dopo esperienze pregresse deludenti in altri sindacati (Uil e Cisl) e anche nell’Usb - sindacati di base - sei anni fa con alcuni colleghi portuali ha fondato il Coordinamento (Clpt).

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