trasporti

Trieste punta sull’Alta velocità con Venezia

Con il progetto di Rfi, sostenuto dal Friuli Venezia Giulia, i tempi di percorrenza saranno ridotti a poco più di un'ora. Tre le fermate

di Marco Morino

Un Frecciarossa in transito sul Ponte della Libertà diretto alla stazione di Venezia Santa Lucia

4' di lettura

Il Friuli Venezia Giulia punta a rendere sempre più rapido il collegamento ferroviario tra Trieste e Venezia Mestre, che potrebbe nel tempo trasformarsi anche in una linea ad Alta velocità. Lo spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Graziano Pizzimenti: «Con i primi 200 milioni a disposizione utilizzati per l’aggiornamento tecnologico della linea viene assicurato un primo significativo miglioramento della tratta ferroviaria tra Venezia e Trieste. Ciò non preclude il successivo intervento per la velocizzazione della linea prevista dal progetto né la possibilità di realizzare l’Alta velocità». Poi l’assessore aggiunge: «I lavori si concluderanno nel 2025. Dire oggi quali saranno le fermate utili per l’Alta velocità non è possibile anche se, a mio parere, potranno essere al massimo tre fra Trieste e Venezia Mestre. L’importante comunque è partire con i lavori perché il progetto ha una sua logica».

LA LINEA

Collegamento ferroviario Trieste-Mestre. Fonte: Rfi

LA LINEA

Il progetto di Rfi

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Il progetto di potenziamento e velocizzazione della linea Venezia Mestre-Trieste di Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs) permetterà di far viaggiare i treni a una velocità massima di 200 chilometri orari e ridurre i tempi di viaggio a opera completa a poco più di un’ora, circa 25 minuti in meno rispetto all’attuale percorrenza.

L’investimento economico complessivo è pari a 1,8 miliardi di euro, a fronte di una project review rispetto al progetto originario che prevedeva la realizzazione di una nuova linea AV/AC con un costo di circa 7 miliardi di euro. Il nuovo progetto porterà benefici graduali per gli spostamenti regionali e per quelli a lunga percorrenza con un investimento economico di gran lunga inferiore. Inoltre, al termine degli interventi, la linea sarà adeguata agli standard europei per il traffico merci, rientrando nel corridoio Mediterraneo della rete Ten-T.

In particolare, il progetto prevede: il potenziamento tecnologico della linea, la soppressione di tutti i passaggi a livello pubblici e privati tra Mestre e Trieste; interventi alle opere d’arte di linea, volte a eliminare le attuali limitazioni di velocità; l’adeguamento a modulo 750 metri dei binari di precedenza di San Donà di Piave e nel nuovo posto movimento a Latisana, in linea con i più moderni standard infrastrutturali delle grandi reti ferroviarie europee; la realizzazione di varianti di tracciato, volte ad eliminare i punti singolari che limitano la velocità, a Portogruaro, Latisana e sul fiume Isonzo; il quadruplicamento tra Ronchi ed Aurisina, il cui tracciato è ancora in fase di valutazione.

La fase 1 dei lavori

Nel 2021 è previsto l’avvio degli interventi della prima fase, già finanziata per 200 milioni di euro, che prevede il potenziamento tecnologico della rete, l’eliminazione di alcuni passaggi a livello, e l’ottenimento del modulo per treni merci lunghi nella stazione di San Giorgio di Nogaro. L’installazione dei nuovi sistemi di distanziamento garantisce un innalzamento degli standard di affidabilità e regolarità, consentendo di ridurre il distanziamento tra i treni in transito con conseguente aumento della capacità della linea, che in condizioni ideali in alcuni tratti potrà arrivare fino al 25%.

Il dibattito in Regione

Di recente l’assessore Pizzimenti, durante un’audizione in IV Commissione del Consiglio regionale, ha illustrato, insieme ai tecnici di Rfi, il progetto che interesserà la tratta tra i capoluoghi del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. In particolare l’attenzione si è soffermata sulla fase 1 degli interventi che potranno essere realizzati grazie alla disponibilità immediata di 200 milioni di euro.

«Con questi fondi - spiega Pizzimenti - andremo innanzitutto a compiere un aggiornamento tecnologico della rete, riducendo il distanziamento tra i treni che passano lungo la linea con conseguente aumento della capacità del 25 per cento. Ciò significa, ad esempio, 10 treni all’ora al posto di 7 per ogni senso di marcia, consentendo in più ad ogni ora del giorno lo spazio per un treno a lunga percorrenza, uno regionale veloce e uno regionale lento, condizione oggi presente solo episodicamente».

Sempre con gli stessi fondi verrà migliorata la tecnologia esistente, incrementata la sicurezza della linea e l’eliminazione di alcuni passaggi a livello. Infine la cifra a disposizione permetterà anche di mettere a punto la progettazione per importanti interventi di varianti di tracciato, di cui uno a Latisana e l’altro che riguarderà il ponte sull’Isonzo. Per la loro realizzazione sarà necessario reperire risorse al momento non disponibili, come anche per la realizzazione della variante tra bivio San Polo e bivio d’Aurisina.

La cifra necessaria per il completamento delle tre fasi del progetto di potenziamento - pari a ulteriori 1,6 miliardi rispetto ai 200 milioni oggi già disponibili - saranno oggetto dei prossimi accordi di programma tra Rfi e ministero dei Trasporti. «I lavori realizzati con i 200 milioni a disposizione - precisa l’assessore regionale - non precluderanno di affrontare il tema dell’Alta velocità, che rappresenta un ulteriore possibile sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria della nostra Regione».

«Per la prima volta - ricorda Pizzimenti - è stato presentato il progetto in dettaglio e cosa ancor più importante gli effetti che la realizzazione delle tre fasi porteranno all’intero sistema della modalità ferroviaria in regione. Si tratta di un intervento che consentirà di programmare lo sviluppo del servizio ferroviario. Ciò permetterà di valorizzare il ruolo della regione attraversata dai corridoi transeuropei Adriatico-Baltico e Mediterraneo adeguando la rete agli standard U e».

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