Trionfo M5S, exploit Lega. Crolla il Pd. Centro-destra il piĂš votato. Piazza Affari in calo
di Andrea Carli e Vittorio Nuti
6' di lettura
Movimento Cinque Stelle primo partito alla Camera con il vento in poppa: ottiene il 32,5% dei consensi (era al 25,6% nel 2013). Nel centrodestra - lo schieramento piĂš votato con il 37,2% - lâiniziale testa a testa tra Lega e Forza Italia viene vinto nettamente dal Carroccio, che va oltre il 17%, contro il 14% del partito presieduto dallâex premier Silvio Berlusconi. Rispetto a cinque anni fa, la Lega ha quadruplicato i voti. Anche Fratelli dâItalia cresce: Giorgia Meloni ha raddoppiato i suoi voti dal 2013 (quando ottenne meno del 2%) portandosi al 4,35% sia alla Camera che al Senato. Perde il Pd, che non arriva a superare la soglia del 20 per cento in entrambi i rami del Parlamento. Ă questa la fotografia delle politiche 2018 (vedi qui i risultati di Camera e Senato). Lâoperazione di spoglio non è ancora conclusa.
Renzi pronto a lasciare. Ma i suoi: a noi non risulta
Se la coalizione di centrosinistra registra un 22,8%, i Dem sono sotto la soglia del 20%. Un risultato molto negativo, che potrebber aver convinto il segretario Matteo Renzi a dimettersi, anche se Marco Agnoletti, portavoce dellâex presidente del Consiglio, smentisce: ÂŤA noi non risultaÂť. Alle 18 il segretario annuncia poi ufficialmente la sua decisione di lasciare la guida del partito. Non immediatamente, ma dopo lâinsediamento del Parlamento e la formazione del nuovo Governo. A sinistra, Liberi e Uguali affonda nella delusione. Alla sua prima prova elettorale, la lista guidata da Pietro Grasso ha attraversato questa notte elettorale con lâincubo di non raggiungere la soglia del tre percento. Stando agli ultimi dati ufficiali, LeU supera di poco il 3%, mentre +Europa è al 2,55% alla Camera e al 2,36% al Senato.
Regge lâaffluenza: intorno al 73%
Ha invece tenuto lâaffluenza alle urne degli elettori: secondo i dati diffusi dal ministero dellâInterno alla Camera dei deputati ha votato il 72,93% degli elettori, al Senato 73,05%, alle Regionali (dato complessivo) il 70,87 per cento.
Piazza Affari in calo ma non câè il crollo
Il voto in Italia, con le incertezze legate alla mancanza di una maggioranza e alla crescita dei partiti considerati meno europeisti, è stato visto con timore dagli operatori: lo spread è salito per poi ripiegare. Quanto a Piazza Affari, ha aperto in negativo. Non si è trattato di un crollo, anche se è stata la peggiore di unâEuropa nel complesso positiva.
Lo scenario in parlamento
Secondo gli ultimi dati, al centrodestra andrebbero, secondo le stime, 250-260 seggi alla Camera e 130-140 seggi al Senato. Al M5S andrebbero, secondo le stime, 230-240 seggi alla Camera e 110-120 seggi al Senato. Staccatissimo il centrosinistra guidato dal Pd con circa 110-120 seggi alla Camera e 45-55 seggi al Senato. Le maggioranza politica necessaria alla Camera è 316 seggi, mentre al Senato e di 158 seggi. Questo, in sintesi, il risultato del voto per le Politiche 2018. Un quadro già emerso nelle sue caratteristiche principali nelle proiezioni diffuse in nottata dal Consorzio Opinio Italia per la Rai .
Italia divisa in tre
Quella uscita dalla tornata elettorale di ieri è dunque unâItalia divisa in tre: M5s primo partito si impone al Sud e nelle isole; centrodestra coalizione in testa nel Centro-Nord, con la Lega avanti; in forte calo come partito e coalizione il Pd conquista solo Toscana e Trentino Alto Adige.
Voto estero: scrutinate 1/3 sezioni, Pd in testa
Il dato relativo allo scrutinio dei voti degli italiani allâestero indica, al momento, in base ai dati del Viminale, che sulle 1.858 sezioni totali, le operazioni sono chiuse in 519 sezioni per la Camera e 660 per il Senato. Il Pd ha ottenuto, per ora, il 25,6% dei voti alla Camera e il 26,7% al Senato. La coalizione di centrodestra si attesta al 20,79% alla Camera e al 21,31% al Senato e il Movimento Cinquestelle rispettivamente al 16,81% e al 16,74 per cento.
Salvini: escludo governi tecnici o di scopo
La mattina dopo la maratona elettorale Matteo Salvini è il primo leader a commentare lâesito del voto. ÂŤEscludo governi di scopo, a tempo, istituzionali - ha spiegato questa mattina durante una conferenza stampa nella sede milanese della Lega a Via Bellerio -. Non partecipiamo a governi minestroneÂť. Alla domanda se per la Lega fosse possibile una coalizione diversa da quella del centrodestra ha risposto: ÂŤNo a coalizione strane. No, no no...Âť. ÂŤNon ho sentito Berlusconi - ha aggiunto -, lo farò dopo, ma gli accordi tra amici sono chiari. Quello faremo e farĂ ...Âť.
Di Maio: aperti al confronto con tutte le forze politiche
La mattina dopo la notte elettorale i vertici di M5S - Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio si sono riuniti a Roma nel quartier generale dei Cinque Stelle a allâhotel Parco dei Principi. In una conferenza stampa che si è tenuta nella tarda mattinata Di Maio ha chiarito: ÂŤSiamo aperti al confronto con tutte le forze politiche. Sentiamo la responsabilitĂ di dare un Governo allâItaliaÂť.
Pd:âÂŤSconfitta chiara e nettaÂť. Oggi parla Renzi
Quanto al Pd, è giallo sulle dimissioni del segretario. Al Nazareno la tensione è alta e palpabile. Per ore durante la notte nessuno ha commentato quella che si preannunciava come una vera e propria debacle, a parte il capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato, che prima di mezzanotte ha annunciato il passaggio del partito all'opposizione ÂŤse questi numeri saranno confermatiÂť. Nella notte, nella sede del Nazareno, a parlare è stato il vicesegretario dem Maurizio Martina che ha messo in evidenza la ÂŤsconfitta molto chiara e molto nettaÂť subita dal partito, ma e ha rimandato ÂŤvalutazioni piĂš compiuteÂť sullâesito del voto a Renzi, che parlerĂ nel pomeriggio di oggi. ÂŤNon sono momenti in cui si può ricorrere a esercizi verbali - ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala -: per la sinistra è stata una dura sconfittaÂť.
Calenda: no a rese dei conti
LunedĂŹ mattina anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha espresso alcune considerazioni sullâesito del voto. ÂŤRimboccarsi le maniche e ripartire - ha scritto su twitter -. Senza rese dei conti ma cercando di capire insieme gli errori fatti. Io intanto oggi torno al ministero a lavorare. Le crisi non vanno in vacanzaÂť.
Il caso Emilia Romagna
Un caso emblematico per comprendere il crollo del Pd in questâutlima tornata elettorale è quanto accaduto in Emilia Romagna. Anche se è riuscito, in alcuni casi sul filo di lana, a conquistare alcuni collegi, in quella regione il Partito democratico ha avuto una flessione di circa 11 punti percentuali rispetto alle politiche del 2013, attestandosi attorno al 26%. Un risultato pesante se si considera che, a livello nazionale, la flessione è stata di circa la metĂ . Per la prima volta da quando esiste, il Pd non è il primo partito nella regione visto che, quando mancano ancora alcuni seggi da scrutinare, si profila un sorpasso, sia pure per pochi voti, da parte del Movimento 5 Stelle.
Zingaretti in testa nel Lazio, Fontana primo in Lombardia
In Lazio e Lombardia si votava anche per il rinnovo dei consigli regionali e per lâelezione diretta del presidente della Regione. Per il Lazio, i primi exit poll del Consorzio Opinio Italia (Istituto Piepoli, Emg e Noto Sondaggi) per la Rai vedono in testa il dem e Governatore uscente Nicola Zingaretti tra il 30 e il 34% (coalizione di centrosinistra, seguito da Stefano Parisi (colazione dei centrodestra) tra il 26 e il 30%. La pentastellata Roberta Lombardi viaggia tra il 25 e il 29%, mentre l'outsider sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi è dato tra il 2 e il 4 per cento. In Lombardia ad essere in testa secondo l'exit poll Consorzio Opinio è invece il leghista e sindaco di Varese Attilio Fontana, che porta la coalizione di centrodestra tra il 38 e il 42%, mentre il candidato del centrosinistra e sindaco di Bergamo Giorgio Gori è dato tra il 31 e il 35%. Il pentastellato Dario Violi è dato tra il 17 e il 21%; in coda Onorio Rosati (Leu) tra il 2 e il 4 per cento. Per quanto riguarda lâaffluenza, alle 23 in Lombardia ha votato il 73,07% degli aventi diritto (dati relativi a 1.516 comuni su 1.516). Nella precedente tornata elettorale del 2013, che però si svolse in due giorni, alla stessa ora si era recato alle urne il 76,77% degli elettori.
Elettori in coda in tutta Italia
Nella giornata di domenica sono stati registrati ritardi in molti seggi, anche per il debutto del tagliando antifrode, e sospensioni per errori sulle schede. Questi si sono registrati in particolare a Palermo, Mantova e in provincia di Alessandria. A Roma 36 elettori sono stati chiamati per rivotare. Lunghe file anche per arrivare a Castelnuovo di Porto, vicino alla Capitale, dove è previsto lo spoglio delle schede degli italiani che hanno votato all'estero. Allo scopo di velocizzare le operazioni di voto, il Viminale ha deciso che i presidenti di seggio si potessero avvalere anche dei vicepresidenti per gli adempimenti connessi al tagliando antifrode, introdotto dalla nuova legge elettorale, presente nelle schede per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica.
loading...