Trionfo di Sainz a Singapore: è la Ferrari migliore del 2023. Spezza un dominio Red Bull da record
A un anno dal suo primo successo a Silverstone, lo spagnolo del Cavallino sigla il suo secondo successo in carriera in una gara molto combattuta
di Alex D'Agosta
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Sainz vince e riporta la Ferrari al successo. Qualcosa che fino a due settimane fa difficilmente sarebbe stato ipotizzato o scommesso: ma oggi al gran premio più discusso e sotto esame nel circus, può festeggiare una volta tanto un team diverso da Red Bull. E non è il secondo in classifica mondiale, la Mercedes, bensì il terzo, quello del Drake.
A Monza, con l'impennata di prestazioni, si era pensato al frangente eccezionale, al caso unico o quasi come a Monaco: in quelle piste, non valgono le solite regole di quelle più moderne, sicure e noiose. Ma in un tracciato cittadino come Singapore lo spirito di riscatto e rabbia che ha animato lo staff di Maranello ha aiutato a verificare la condizione desiderata da tutti: chi parte prima, spesso vince perché i sorpassi sono sempre molto ostili.
Calo improvviso delle Red Bull
E così a un anno dal suo primo successo a Silverstone, lo spagnolo della Ferrari sigla il suo secondo successo in carriera in una gara molto combattuta, approfittando di una seconda condizione necessaria per arrivare a tanto: un calo improvviso delle Red Bull. Le auto di Chris Horner, dominatrici indiscusse anche del 2023, da venerdì non sembravano più le stesse. Tante voci e poche conferme, ma al di là di ogni speculazione, il fatto è che non andavano davvero bene. Verstappen durante il gran premio ha detto che “gli sembrava di guidare sul ghiaccio”, anche se alla fine tutto sommato ha salvato la giornata con un dignitoso quinto posto, con Perez ottavo.
Completano il podio un Norris carico al massimo e un Hamilton incredulo, perché il suo compagno Russell si è andato a piantare contro il muro all'ultima tornata. Di questo imprevisto ne beneficiano tutti i conduttori seguenti, in particolare Leclerc che ‘contiene' il gap con il suo compagno di squadra in tre posizioni, anche se il passo è stato simile.
Avvisaglie positive
Che fosse una giornata promettente per la Ferrari lo si era capito già nella prima mezz'ora. Ad esempio entrambi Sainz e Leclerc sono stati i primi ad abbattere il muro cronometrico sotto il minuto e quaranta secondi, nonostante condizioni di usura di gomme non fra le migliori e il carico di carburante ancora elevato. Quello che conta è che finalmente sia andato tutto bene: auto, strategia e quel pizzico di fortuna che con i muri vicini alle ruote fa sempre comodo.Al giro 21 la monotonia di una domenica che sembrava iniziare in modo piatto -per una volta non per il tifo italiano- vede la sua prima interruzione, con un banale scontro a muro di Sargeant che tuttavia, per la necessaria rimozione di detriti, comporta alcuni giri di safety car.
E di conseguenza anche cambi gomme anticipati per quasi tutti, salvo le Red Bull che avevano bisogno di un'occasione simile per tentare una strategia più aggressiva. Ma il lungo tempo che si perde nel rientro ai box in una pista del genere, vanifica ogni sforzo: nel finale di gara infatti se faticava a stare dietro a Leclerc con gomme fresche, dopo il cambio gomme Verstappen era scivolato comunque molto in basso. E per via di una Red Bull irriconoscibile, senza alcuna possibilità di riscossa. Alla ripartenza il campione olandese infatti aveva messo il muso in seconda posizione ma la mancanza di competitività di questo weekend lo ha poi riportato alle spalle degli stessi che si erano qualificati nei primi cinque, ma hanno proseguito oggi in posizioni un po' diverse
Le rosse non esenti da errori
Norris ha fatto da terzo incomodo fra due Ferrari in gran spolvero (ma non esenti da errori: Leclerc ha perso il podio per colpa solo sua) e due Mercedes insidiose, con un Russell molto indietro in classifica rispetto ad Hamilton ma desideroso di portare a casa risultati pesanti in queste ultime gare del 2023.
È aggressivo fino all'ultimo: una grinta che gli risulterà poi ‘fatale'.Anche se non c'è n'era proprio bisogno, non è mancato pure qualche colpo di scena nell'ultimo terzo dei 62 giri previsti e completati regolarmente. Una veloce virtual safety car causata da una Alpine (caldo di affidabilità forse dovuto alla nuova forma delle prese d'aria laterali) rovina il compleanno ad Ocon, e contemporaneamente Alonso fa il suo pit stop non senza intoppi: i suoi meccanici non riescono a infilare bene una ruota posteriore, così scivola da una sicura conclusione a punti fino al terzultimo dei 17 piloti rimasti in corsa. E poi per un suo errore finisce pure ultimo.
Gioie dai piloti di seconda fascia
Qualche gioia è arrivata anche dai giovani di ‘seconda fascia'. Anche se a discapito dell'ultimo pilota di origini italiane, Daniel Ricciardo, bisogna dire che il debuttante Liam Lawson, subentrato a causa di un incidente in prova nella gara di Spa, ha iniziato in pochissimo tempo a dimostrare che nonostante la sua giovane età e la nulla esperienza al volante di una Formula 1, soltanto al terzo week-end è riuscito ad entrare per la prima volta in Q3: si è così presentato al via al decimo posto, una prestazione molto rilevante e rara per tutti i giovani delle prime armi, almeno negli ultimi due decenni.
Promosso anche Piastri in McLaren e finalmente giornata positiva anche per la Haas, al cui timone c'è l'altoatesino Steiner. Tutta un'altra storia in casa Aston Martin, con uno dei due piloti che notoriamente è arrivato ai massimi livelli del motorsport più facilmente di altri. Non è passato inosservata infatti la griglia di partenza di oggi con sole 19 auto al via, per via di un pesante incidente accaduto a Lance Stroll durante le qualifiche. Essendo di nuovo Singapore e compagno di squadra di Alonso, non sono mancati commenti cinici a riguardo dal mondo anglosassone, visto che quel triste episodio del crash-gate è tornato di attualità proprio prima di Monza a seguito delle richieste di chiarimenti di Felipe Massa.
Aston Martin senza sostituti
La scusa ufficiale del team Aston Martin per non presentare la sua vettura oggi in griglia include invece due motivi, accettabili ma non troppo a questi livelli di professionismo: figurano sia una causa tecnica, cioè una riparazione della monoposto troppo impegnativa, sia i forti dolori a carico del pilota. Ci sarà sicuramente del vero in tutte e due le motivazioni, ma il lato più triste della vicenda a questo punto è quello di non aver visto un giovane sostituto fra i tanti campioncini in regola con i punti della super licenza, o qualcuno anche più ‘veterano' che meritava senz'altro di non perdere troppo l'abitudine alle monoposto. Uno fra tutti, Sebastian Vettel, che proviene proprio dallo stesso team di Stroll e solo pochi giorni fa aveva dichiarato alla stampa di settore che ‘non poteva escludere un ritorno'.
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