Tripi: Lazio al centro dei progetti It del Recovery
Per il vicepresidente di Unindustria in regione c'è il cuore della Pa, del turismo, della sanità: settori sui cui si concentrerà il piano di ripresa
di Andrea Marini
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«Il successo del Recovery plan passerà da Roma e dal Lazio. La maggior parte delle risorse spese per la digitalizzazione e per la riforma della pubblica amministrazione saranno sul nostro territorio. Qui abbiamo il cuore della Pa, del turismo, dei trasporti, della sanità, con una buona presenza del manifatturiero. Noi saremo gli attori di questo processo, non dobbiamo perdere questa opportunità». Alberto Tripi, vicepresidente di Unindustria Lazio, con delega alla Trasformazione Digitale, spiega al Sole24Ore Centro gli scenari futuri dell’Ict del Lazio, con un occhio particolare alle nuove porte che si apriranno con il Recovery Plan.
Nato a Roma nel 1940, laureato in ingegneria elettronica all’Università La Sapienza di Roma, Tripi ha lavorato per 17 anni in Ibm. Nel 1983 ha lasciato il colosso dell’informatica per fondare una nuova azienda, quella che oggi è Almaviva, società di servizi IT e telecomunicazioni: un’impresa che nel 2020, a livello globale, ha totalizzato 891 milioni di fatturato, con 45mila addetti. Tripi oggi ne è azionista di maggioranza e presidente.
Pa affamata di digital
«La pubblica amministrazione è affamata di digitale – spiega Tripi –. Il passaggio dal cartaceo all’informatizzazione è stato portato avanti con buoni risultati, anche in confronto ad altri paesi. Ora, con il Recovery plan, bisognerà mettere al centro il cittadino, per farne non il terminale dei processi della Pa, ma un suo attore. Per far questo serve una profonda trasformazione. Occorrono tante nuove competenze. Questo – prosegue – il ministro della Pa Renato Brunetta lo sa bene: sta tentando di assumere chi sa di informatica, giovani e meno giovani. Bravi organizzatori di procedure. Il nostro settore a Roma e nel Lazio sarà l’attore principale, tanto che Brunetta nei prossimi giorni ci verrà a trovare in Unindustria per vedere come le nostre imprese possano collaborare. La Pa è l’ambito più rilevante di innovazione tecnologica che possiamo svolgere nella Regione e noi offriamo al ministro Brunetta anche la possibilità di creare - con la nostra collaborazione – una Academy per formare all’e-government».
Collegare il turismo all’It
Per Tripi un capitolo che non può assolutamente essere trascurato è quello legato al business delle vacanze e della cultura. «Spero di incontrare il ministro del Turismo Massimo Garavaglia nelle prossime settimane. Quando questo periodo tremendo finirà, bisognerà fare in modo che i turisti ritornino in grande quantità a Roma e negli altri centri del Lazio». Ma per fare questo bisogna cambiare paradigma: «Con i nuovi sistemi informatici – spiega – ci si può costruire un viaggio su misura, a seconda che si voglia una esperienza sportiva, paesaggistica, culturale o religiosa. È questo che ora dobbiamo concretizzare: creare piattaforme che siano in grado di collegare chi offre servizi turistici integrati».
Dalla sanità alla manifattura
Ma la digitalizzazione che riceverà uno sprint dal Recovery Plan, secondo Tripi, è una opportunità anche per la sanità: «Si va verso un sistema che farà dialogare le varie strutture digitali delle sanità territoriali. L’obiettivo sarà ottimizzare le offerte delle varie regioni, interconnetterle fra loro, in modo che le eccellenze di alcune realtà possano essere utilizzate anche da territori rimasti indietro».
Il digitale su cui punta il Recovery plan avrà un impatto su tutti gli ambiti rilevanti e trainanti per la competitività dell’economia del Lazio, «dal farmaceutico e biomedicale all’automotive, fino al settore della mobilità e al suo sviluppo in termini di sostenibilità ed integrazione», spiega Tripi. «Lamentarsi perché il Recovery plan non destina sufficienti fondi a progetti specifici per Roma e il Lazio è parzialmente condivisibile – sottolinea – perché comunque molte delle risorse per la digitalizzazione finiranno sul nostro territorio grazie al suo ruolo centrale in settori strategici».
Covid, tra crisi e opportunità
Per le 12mila aziende Ict nel Lazio, la pandemia da una parte ha determinato una accelerazione, ma dall’altra ha messo in difficoltà soprattutto le realtà più piccole (l’export dell’Ict romano nel 2020 è calato del 6,3% dopo un +6,0% nel 2019). «Il ritardo culturale che ha rallentato da noi la diffusione dell’informatica – sottolinea Tripi – si è sgretolato con la pandemia, che ci ha costretto a utilizzare questi sistemi per le nostre attività, dallo lavoro in smart working, fino allo studio dei ragazzi. Tutte le aziende che lavorano nell’Ict hanno avuto una possibilità di crescita che prima si sarebbe dovuta spalmare in molti anni». Ma non è stato tutto rosa e fiori. «Ci sono aziende medio piccole – racconta il vicepresidente di Unindustria – che, lavorando su commesse, hanno visto ridursi il loro giro d’affari, entrando in una crisi di liquidità, dovendo comunque continuare a pagare i loro addetti. Per questo stiamo ragionando tra gli associati di Unindustria su come poter aiutare queste realtà».
Proprio per questo Tripi vuole dare un consiglio alle piccole aziende dell’Ict: «Questo periodo storico offre grandi opportunità. Le piccole imprese hanno un elevato grado di specializzazione. Il loro obiettivo dovrebbe essere quello di mettersi al fianco di grandi aziende. Una start up non deve essere fagocitata, ma può mettere a valore la collaborazione con le realtà di dimensioni maggiori. Nessuno – sottolinea – può pensare oggi di inventare Windows. Ma sfruttando hardware e software prodotti da aziende anche estere si possono sviluppare sistemi applicativi utili per una realtà locale».
Futuro del Campidoglio
Uno degli avvenimenti più importanti del 2021 sarà l’elezione del nuovo sindaco di Roma, una scelta che influenzerà anche il mondo produttivo. «Il futuro sindaco deve sapere come si amministra una macchina grande e complessa come Roma», spiega Tripi. «Proprio per questa difficoltà, sarà importante soprattutto la squadra che il futuro primo cittadino saprà scegliersi. Dovrà – aggiungere – essere formata da persone molto competenti. Tra queste, molte dovranno essere esperte di digitale. È impossibile oggi, in un mondo dove ci si avvicina sempre più alle smart town, pensare di essere competitivi senza un ruolo importante della digitalizzazione. Il tema delle nuove competenze è cruciale e come Unindustria sosteniamo il progetto di un Politecnico nel Lazio proiettato alle professioni del futuro».
Anche la Regione Lazio, conclude il vicepresidente di Unindustria, dovrà puntare sempre più sull’Information technology: «Già lo sta facendo, ma può andare oltre contribuendo ad una base digitale che costituisca la spina dorsale del sistema dei trasporti, della formazione e del comparto sanità per il Centro Italia».
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