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Trivelle, rinnovabili e nucleare: le mosse del governo sull’energia

Nel breve periodo l’esecutivo Meloni deve trovare il modo di frenare il caro bollette. Ma poi deve anche pensare a strategie di più lungo periodo, a come rendere l’Italia un paese più sicuro e indipendente sul fronte dell’energia. Ecco le indicazioni fornite dalla premier

Meloni: contro caro energia è un dovere sfruttare il nostro gas

3' di lettura

Il dossier energia ha la priorità tra quello che il nuovo governo è chiamato ad affrontare. Non c’è solo da individuare le risorse da destinare a un nuovo pacchetto che sostenga famiglie e imprese colpite dal caro bollette, ma anche da scegliere quale strategia di politica energetica mettere in atto.

Nel breve periodo, dunque, l’esecutivo Meloni deve trovare il modo di frenare il caro bollette. Ma poi deve anche pensare a strategie di più lungo periodo, a come rendere l’Italia un paese più sicuro e indipendente sul fronte dell’energia. Non a caso, il Ministero della Transizione ecologica sarà ribattezzato dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

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Strategia Pichetto in linea con quella di Draghi e Cingolani

Il nuovo ministro, Gilberto Pichetto, di Forza Italia, ha appena cominciato a studiare i dossier. Al suo fianco ha il superconsulente voluto da Meloni (su consiglio di Mario Draghi): l’ex ministro Roberto Cingolani, un tecnico che ha accettato di aiutare il suo successore per qualche mese a districarsi in materie complicatissime. Nessun commissariamento da parte della premier, ha chiarito lo staff del neoministro, respingendo le accuse di Angelo Bonelli di “Europa Verde” e di alcuni organi di stampa. Pichetto dal canto suo, come prima dichiarazione dopo il giuramento, aveva puntualizzato che si muoverà «nel solco di quanto fatto finora soprattutto in termini di energia dal Premier Draghi e dal Ministro Cingolani».

Le priorità indicate da Meloni

La premier Meloni, nei suoi interventi alla Camera e al Senato, ha fissato i punti principali del suo programma in materia energetica: battaglia in Europa per un tetto al prezzo del gas e per il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del metano (per far pagare meno la corrente da fonti rinnovabili, più economiche); misure di emergenza contro il caro bollette a imprese e famiglie, cercando fondi «nelle pieghe del bilancio» e dagli extraprofitti delle società energetiche; aumento dell’estrazione nazionale di gas, oggi ai minimi termini; potenziamento delle fonti rinnovabili, eliminando gli ostacoli burocratici.

Gli obiettivi più “nazionali”

A questi obiettivi, che erano già del governo Draghi, la premier Meloni ne ha aggiunti altri di sapore più “nazionale”: creare fabbriche italiane di componentistica per le fonti rinnovabili (soprattutto i pannelli solari) ed evitare di «demolire filiere di eccellenza produttiva nazionale» per passare «alla dipendenza dalle materie prime cinesi». Una chiara allusione al settore dell’auto, e al passaggio dai motori endotermici (eccellenza italiana) a quelli elettrici (con le batterie monopolizzate dal Dragone).

L’apertura al nucleare di nuova generazione

Le sfide che attendono Pichetto e tutto l’esecutivo sono complesse. Il price cap ha contro la Germania, che non lo vuole perché teme che le faccia mancare il gas. Per prorogare soltanto fino al 31 dicembre i crediti di imposta alle imprese servono 5 miliardi di euro, per gli sconti su benzina e gasolio un altro miliardo e mezzo. Il governo Draghi ha lasciato un tesoretto di 10-11 miliardi di euro, frutto dei maggiori introiti fiscali per l’aumento del prezzo del gas. Ma se le tariffe resteranno alte, anche questi soldi finiranno presto. L’Italia oggi estrae solo 3 miliardi di metri cubi di gas all’anno (nel 2000 ne estraeva 17 miliardi). Secondo Assorisorse, l’associazione delle aziende estrattive, entro il 2025 si può salire a 6 miliardi, quindi arrivare a 7. Quante alle fonti rinnovabili, sono rimaste ferme per 10 anni, bloccate da burocrazia e proteste nimby. Draghi e Cingolani le hanno sbloccate, e quest’anno se ne installerano 3 gigawatt, secondo Elettricità Futura, l’associazione delle imprese elettriche. Ma non basta. Per raggiungere gli obiettivi Ue di decarbonizzazione, e anche quelli di indipendenza energetica del nuovo governo, bisogna arrivare a 8 GW all’anno fino al 2030. Poi ci sono da spendere bene i 59,46 miliardi che il Pnrr assegna alla transizione ecologica. Il ministro Pichetto si è detto favorevole anche alla sperimentazione del nucleare di nuova generazione.

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