GLI ATTACCHI VIA SOCIAL NETWORK

Troll russi contro Mattarella, Salvini minimizza. Ma Copasir e Procura indagano

di Redazione Roma

Ecco come funziona il reddito di cittadinanza

3' di lettura

Le “interferenze” sui social della Russia di Putin («Non lo sapevo e non sono minimamente preoccupato») e i rapporti della Lega con l'Europa («l'Euro e Schengen non sono irreversibili») al centro dell'intervista del ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini oggi sul “Foglio”. Salvini dice la sua sul ruolo opaco dell'intelligence russa sugli orientamenti della politica europea e americana. «Da alcuni mesi leggo che i russi starebbero influenzando la Brexit, le elezioni americane, francesi, italiane… Secondo me, sono solo fregnacce. Noi le elezioni le vinciamo ugualmente, non abbiamo bisogno di account falsi». Il ministro non teme sorprese dal filone del Russiagate che ha svelato i troll russi a sostegno delle posizioni di Lega e M5s. «Interferenze estere - spiega Salvini - ce ne sono, a reti unificate. Basta guardare alcuni canali, pensi a Sky. Se uno osserva l'informazione del servizio radio-televisivo italiano, pubblico e privato, si rende conto di quanto essa sia sbilanciata e poco obiettiva. Non credo che pochi account falsi cambino qualcosa».

Troll russi contro il Colle, lunedì l’approfondimento del Copasir
Se Salvini minimizza, le presunte ingerenze russe sulla politica italiana e in particolare gli attacchi web al capo dello Stato da parte di troll ispirati da Mosca sono presi sul serio dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir, guidato dal dem Lorenzo Guerini), che lunedì alle 13 sentirà sul tema Alessandro Pansa, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis). Anche nella precedente legislatura il Copasir aveva sollecitato i direttori dell'intelligence a riferire su possibili tentativi dall'estero di influenzare via web le competizioni elettorali italiane, senza che tuttavia fossero emerse evidenze.

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Pool antiterrorismo Procura di Roma annuncia indagine
Oltre al Copasir, in queste ore si fa sentire anche la Procura di Roma, che annuncia per l’inizio della prossima settimana l’apertura di un fascicolo d'indagine in relazione ai presunti attacchi web al presidente della Repubblica, dietro i quali si sospetta possa esserci l'azione di troll russi. L'indagine sarà affidata al pool di magistrati che si occupa dell'antiterrorismo. A piazzale Clodio è attesa un'informativa della polizia postale, che ha già mappato i post intimidatori su Facebook e Twitter contro Sergio Mattarella messi in Rete tra il 27 e il 28 maggio scorsi.

Salvini: oggi il nemico non è la Russia ma l'estremismo islamico
Alla domanda se l'Italia di Salvini sta più con gli Stati Uniti o con la Russia, il titolare del Viminale risponde: «L'Italia dovrebbe stare con chiunque intenda andare avanti e non tornare indietro». «Facciamo parte dell'Alleanza atlantica - aggiunge - e siamo chiaramente schierati con le potenze occidentali. Nel 2018 bisogna calcolare se ci sono alleanze offensive o difensive, chi sono i nemici. Io penso che oggi il nemico non sia la Russia ma l'estremismo islamico, il fanatismo, perciò schierare carri armati e uomini ai confini con la Russia mi sembra poco produttivo. Mi piacerebbe che si tenesse anche in Italia un incontro Trump-Putin, com'è avvenuto a Helsinki».

Giorgetti: prima che le regole Ue vale la regola del buon senso
Sul fronte interno, a spiegare la linea della Lega, all'indomani del vertice a Palazzo Chigi in vista della prossima legge di Bilancio, ci pensa un fedelissimo di Salvini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che alla “Stampa” conferma il ticket reddito di cittadinanza e flat tax: «O li faremo insieme o non li faremo del tutto». I soldi, assicura, si troveranno: «Oggi (ieri, ndr) abbiamo lavorato per questo». Toni rassicuranti anche nelle risposte con cui Giorgetti spiega gli equilibri interni al Governo sulle (costose) riforme d'autunno nel quadro dei vincoli di finanza pubblica, di cui il Mef è ancora oggi sentinella, e il pressing dei mercati, di cui l'ultima impennata dello spread Btp/Bund è indice inequivocabile. «Tria – spiega Giorgetti - fa solo ed esclusivamente il suo mestiere», e «il mestiere del ministro del Tesoro è dire di no. A me non disturba né sorprende, insomma non è una notizia. Poi c'è un gioco di ruoli e alla fine si trova una sintesi fra due esigenze da rispettare: quella di attuare il contratto di governo e quella di tenere in equilibrio i conti». Sulla necessità di non allarmare Europa e mercati, Giorgetti spiega: «Sì, però vorrei chiarire che per Tria, e anche per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, prima ancora che le regole europee e costituzionali, valgono quelle del buon padre di famiglia. Lo ripeto: le regole del buon senso».

Dalla flat tax al salario minimo, ecco il discorso programmatico del premier Conte
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