Truffe sul bonus cultura: soldi al posto di libri
di Francesca Milano
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Soldi (pochi) al posto di libri: così alcuni commercianti e alcuni 18enni beneficiari del bonus cultura hanno truffato lo Stato. A scoprirlo è stata la Guardia di Finanza che ha diramato una circolare ai Comandi regionali per segnalare gli illeciti e sollecitare gli agenti a prestare attenzione durante i controlli.
Da quanto emerso dalle indagini alcuni esercenti, invece di vendere i beni acquistabili dai giovani con la carta preparata concessa dal ministero della Cultura, concedono ai ragazzi denaro contante per un importo inferiore rispetto al valore del “finto” acquisto, conseguendo così un «illecito vantaggio in danno del bilancio pubblico».
Un’altra forma di truffa scoperta dalla Guardia di Finanza riguarda la vendita ai neo 18enni di beni non rientranti nell’elenco di quelli ammessi al bonus, come i telefoni cellulari.
Il bonus è, infatti, utilizzabile per comprare libri, biglietti per assistere a rappresentazioni teatrali, cinematografiche e spettacoli dal vivo o per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali.
Prima di spendere, però, i ragazzi devono registrarsi al sito e ottenere un codice Spid (sistema pubblico di identità digitale).
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